Le nuove mappe marziane di SWIM
Guidato dal Planetary Science Institute e gestito dal JPL, SWIM comprende i dati di diverse missioni della NASA. Tra esse, il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), 2001 Mars Odyssey e l’ormai inattivo Mars Global Surveyor. Combinando diversi set di dati, gli scienziati hanno identificato i luoghi più probabili per trovare ghiaccio marziano a cui si potrebbe accedere dalla superficie, durante future missioni.
Gli strumenti di queste missioni hanno rilevato quelle che sembrano masse di acqua ghiacciata nel sottosuolo lungo le medie latitudini di Marte. Le medie latitudini settentrionali, in particolare, sono oggetto d’attenzione. Infatti, qui l’atmosfera è più densa rispetto alla maggior parte delle altre regioni del pianeta, cosa che rende più semplice rallentare un veicolo spaziale in discesa. Il sito ideale per l’atterraggio degli astronauti sarebbe un punto ottimale all’estremità meridionale di questa regione. Abbastanza a nord perché sia presente ghiaccio, ma abbastanza vicino all’equatore per garantire le temperature più calde possibili per gli astronauti.
Le precedenti iterazioni della mappa si basavano su imager a bassa risoluzione, radar, mappatori termici e spettrometri. Strumenti che possono suggerire la presenza di ghiaccio sepolto, ma non possono confermarne completamente la presenza o la quantità. Per quest’ultima mappa SWIM, gli scienziati si sono affidati a due telecamere ad alta risoluzione a bordo di MRO.
I dati della Context Camera sono stati utilizzati per perfezionare ulteriormente le mappe dell’emisfero settentrionale. E per la prima volta, i dati HiRISE (High-Resolution Imaging Science Experiment) sono stati incorporati per fornire la prospettiva più dettagliata della linea di confine del ghiaccio il più vicino possibile all’equatore.
L’importanza dei crateri da impatto
Gli scienziati utilizzano HiRISE per studiare nuovi crateri da impatto causati da meteoroidi, che schiantandosi al suolo potrebbero aver scavato pezzi di ghiaccio. La maggior parte di questi crateri non ha un diametro superiore a 10 metri. Anche se nel 2022 HiRISE ha individuato un cratere da impatto largo 150 metri che ha rivelato un nucleo di ghiaccio nascosto sotto la superficie. Gareth Morgan, co-responsabile di SWIM presso il Planetary Science Institute, ha spiegato:
Questi impatti che rivelano il ghiaccio forniscono una preziosa forma di verità sul terreno, in quanto ci mostrano luoghi in cui la presenza di ghiaccio sul suolo è inequivocabile. Possiamo quindi utilizzare queste posizioni per verificare che i nostri metodi di mappatura siano validi.
La nuova serie di mappe quindi include i crateri da impatto che espongono il ghiaccio, grazie ai dati di HiRISE. Ma anche gli avvistamenti del cosiddetto “terreno poligonale” (polygon terrain), dove l’espansione e la contrazione stagionale del ghiaccio sotterraneo fa sì che il terreno formi fessure poligonali. Vedere questi poligoni che si estendono attorno a crateri da impatto freschi e pieni di ghiaccio è un’altra indicazione che c’è più ghiaccio nascosto sotto la superficie in questi luoghi.
Qui è possibile consultare il nuovo set di mappe del progetto SWIM.