Blue Origin il 16 ottobre ha presentato Blue Ring, un nuovo dispositivo per la gestione, il rilascio e il trasporto in orbita di satelliti. Il dispositivo è in gergo chiamato “Space Tug” o trasportatore spaziale, una tecnologia particolarmente utilizzata in missioni rideshare, dove bisogna gestire satelliti di diverse dimensioni. L’annuncio di Blue Ring è emerso da un articolo pubblicato su Aviation Week a firma di Irene Klotz, una giornalista molto affidabile del settore spaziale.
Blue Ring verrà presentato insieme all’annuncio di una nuova unità di Blue Origin, chiamata In-Space Systems. Quest’ultima gestirà tutte le operazioni del trasportatore spaziale, oltre che le operazioni in orbita dell’azienda. Non sappiamo ancora come queste attività si leghino a progetti come Kuiper di Amazon o al programma di lancio di New Glenn.
Blue Ring potrà ospitare circa 12 satelliti della classe dei minisatelliti, cioè di circa 500 kg di massa o inferiore. In più potrà ospitare un satellite più grande, per una massa fino a 2 tonnellate. Si tratta quindi di un trasportatore di grandi dimensioni e non pensato per dispiegare grandi quantità di cubesat e piccoli satelliti. Blue Ring dispone inoltre di un sistema di propulsione autonomo e doppio, sia a propulsione elettrica che chimica.
Dinamicità
Questa dinamica doppia del sistema di propulsione serve anche ad adattarsi ad una flessibilità estrema nelle orbite di destinazione. Questo è quanto ha dichiarato Lars Hoffman, VP delle vendite di Blue Origin durante una intervista ad Aviation Week. L’obiettivo di questo dispositivo è infatti arrivare a coprire qualsiasi orbita, da quelle terrestri (geostazionaria compresa) fino ad orbite cislunari e interplanetarie.
Attualmente, il mercato commerciale è ancora molto incentrato sull’invio di carichi utili e satelliti in orbite prevedibili”, ha dichiarato Hoffman. “Alcuni dei nuovi mercati vogliono essere più dinamici. Questo è uno degli aspetti su cui Blue Ring è davvero in sintonia: può fare molte cose diverse”. In base a quanto dichiarato, Blue Ring potrà anche essere rifornito in orbita, e rifornire altri satelliti, e avrà una vita operativa di circa cinque anni.
Nell’intervista non sono stati forniti dettagli sulla tipologia dei motori, se non che saranno in gran parte nuovi. Quelli chimici saranno necessari per muoversi da un’orbita all’altra, mentre quelli elettrici per il mantenimento dell’orbita. I pannelli solari di questo trasportatore arriveranno ad essere lunghi fino a 50 metri, costruiti con tecnologia srotolabile.
Blue Ring è un dispositivo decisamente grande, ma sempre Hoffman ha dichiarato che si potrà lanciare a bordo sia dei vettori con fairing da 5.4 metri, come il Vulcan o il Falcon 9, che ovviamente con New Glenn, che ha un fairing da 7 metri di diametro. Il primo lancio è atteso per il 2024-2025, e secondo Hoffman il manifesto è già ora piuttosto affollato. La richiesta per questo servizio sembra quindi esserci.
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