Northrop Grumman ha deciso di rinunciare alla costruzione di una stazione spaziale commerciale, per unirsi a Voyager Space e Airbus per il progetto Starlab. Lo farà realizzando una capsula Cygnus migliorata, in grado di attraccare in maniera autonoma alla futura stazione. Northrop Grumman aveva presentato nel 2021 una proposta per il programma CLD della NASA e nel 2022 la NASA aveva finanziato preliminarmente il progetto insieme a Orbital Reef di Blue Origin e a Starlab di Voyager Space.
Dal 2013 la capsula Cygnus trasporta rifornimenti sulla ISS, con un docking eseguito utilizzando il braccio robotico della stazione. L’obbiettivo di Northrop Grumman è ora quello di rendere l’operazione completamente automatizzata, come avviene con la Dragon, la Starliner e le capsule russe.
Nel corso degli anni la Cygnus ha dimostrato di poter essere utilizzata non solo per trasportare rifornimenti ma anche per altre operazioni. Può essere sfruttata come laboratorio aggiuntivo, rilasciare piccoli satelliti e fornire spinta alla stazione mediante i suoi propulsori. L’accordo siglato tra Northrop e Voyager, annunciato il 4 ottobre, prevede un supporto a Starlab per un periodo iniziale di 5 anni.
Le stazioni spaziali in orbita bassa terrestre
Uno degli obbiettivi della NASA per i prossimi anni è quello di supportare la realizzazione di Stazioni Spaziali commerciali, affidando la permanenza umana in orbita terrestre bassa a realtà private. La ISS rimarrà in orbita (questa la data prevista ad ora) fino al 2030, e gli sforzi dell’agenzia americana sono dedicati alla Luna. Mantenere però degli avamposti attorno alla Terra consentirà non solo alla NASA ma anche ad altre agenzie e aziende di avere un accesso allo spazio. Questo sarà utile anche per esempio, per eseguire esperimenti e formare gli astronauti che successivamente potrebbero intraprendere missioni verso la Luna.
Con il programma CLD (Commercial LEO Destinations) la NASA ha iniziato a finanziare tre diverse aziende per la realizzazione di altrettante stazioni spaziali, per un totale di 415,.6 milioni di dollari: Blue Origin, Voyager Space e Northrop Grumman. Il finanziamento per la realizzazione della stazione di Northrop era di 125.6 milioni di dollari, di cui ne sono già stati assegnati 36.6 milioni. Con il ritiro dal CLD parte di Northrop, la NASA riassegnerà i restanti 89 milioni alle altre due aziende partecipanti.
Queste non sono le uniche stazioni spaziali in sviluppo. Anche Axiom Space sta realizzando una propria stazione, un progetto iniziato due anni prima del programma CLD, e quindi finanziato dalla NASA separatamente. I primi moduli di questa stazione verranno agganciati alla ISS a partire dal 2026, per poi separarsi e diventare una stazione indipendente.
A maggio di quest’anno, anche l’azienda Vast ha annunciato la collaborazione con SpaceX per il lancio di un primo modulo abitativo, che verrà poi raggiunto dalle capsule Dragon. Per ora il progetto di Vast resta indipendente dal programma CLD della NASA.
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