Nel pomeriggio italiano del 24 settembre, la missione OSIRIS-REx della NASA porterà sulla Terra un campione contenente materiale dell’asteroide Bennu, raccolto nel 2020. Dopo sette anni dall’inizio della missione, una capsula contenente il campione sarà rilasciata dalla sonda per un atterraggio sicuro nel deserto dello Utah, in un’area predeterminata sullo Utah Test and Training Range del Dipartimento della Difesa, a sud-ovest di Salt Lake.
Al momento, la sonda si trova a 7 milioni di chilometri di distanza da noi e sta viaggiando a circa 23 mila km/h verso la Terra, e l’11 settembre è stata eseguita una manovra di correzione della traiettoria. Questa manovra ha modificato la velocità della sonda di meno di 1 km/h, ma è stata indispensabile per permetterle di raggiungere la Terra con precisione e di rilasciare la capsula il 24 settembre.
OSIRIS-REx potrebbe azionare nuovamente i suoi propulsori il 17 settembre, se gli ingegneri stabiliranno che è necessario un ultimo aggiustamento alla sua traiettoria.
Le operazioni prima del rilascio
A bordo della capsula ci sono circa 250 grammi di materiale roccioso, raccolto dalla superficie di Bennu nel 2020. Si tratta del primo campione di asteroide raccolto dalla NASA, e del più grande mai raccolto nello spazio, senza considerare i campioni raccolti dalla superficie lunare.
Durante il suo avvicinamento alla Terra, la sonda OSIRIS-REx non rallenterà mentre lascerà “cadere” la capsula. Una volta raggiunti i 102 mila chilometri al di sopra della superficie terrestre, pari a circa un terzo della distanza tra la Terra e la Luna, un messaggio dagli operatori a Terra attiverà il rilascio della capsula, che sarà lanciata e ruoterà su se stessa verso l’atmosfera.
Venti minuti dopo il lancio, OSIRIS-REx accenderà i suoi propulsori per deviare oltre la Terra e dirigersi verso l’asteroide Apophis, dove continuerà a indagare sul nostro Sistema Solare con un nuovo nome: OSIRIS-APEx (OSIRIS-Apophis Explorer).
Attraverso l’atmosfera
Dopo aver sfrecciato nello spazio per circa quattro ore, la capsula perforerà l’atmosfera terrestre alle 16:42 italiane del 24 settembre, viaggiando a circa 44 mila km/h. A questo ritmo, la compressione dell’atmosfera terrestre produrrà energia sufficiente per avvolgere la capsula in una palla di fuoco e plasma. Uno scudo termico aiuterà a regolare la temperatura all’interno della capsula, mantenendo il campione al sicuro a una temperatura simile a quella della superficie di Bennu.
Circa 20 minuti prima che la capsula atterri, quando è ancora alta al di sopra del velo dell’atmosfera terrestre, la squadra di recupero salirà a bordo di quattro elicotteri e si dirigerà nel deserto. Il bagliore infrarosso della firma della capsula verrà tracciato da strumenti termici finché non risulterà visibile agli strumenti ottici, offrendo alla squadra di recupero un modo per tracciare il percorso della capsula verso la Terra.
L’obiettivo della squadra di recupero è recuperare la capsula da terra il più rapidamente possibile, per evitare di contaminare il campione con l’ambiente terrestre.
L’arrivo del campione sulla Terra
I paracadute porteranno la capsula ad una velocità di atterraggio sicura. Un paracadute frenante progettato per fornire una transizione stabile alle velocità subsoniche si dispiegherà per primo, circa 2 minuti dopo che la capsula è entrata nell’atmosfera. Sei minuti dopo, a circa 1.6 chilometri sopra il deserto, quello principale si aprirà, trasportando la capsula per il resto della discesa. L’atterraggio è previsto in un’area di 58 x 14 chilometri sul poligono militare. Al momento dell’atterraggio, la capsula avrà rallentato fino a circa 18 km/h.
Infine, appena 13 minuti dopo essere entrata nell’atmosfera, la capsula si ritroverà di nuovo sulla Terra, per la prima volta dopo sette anni, in attesa dell’avvicinarsi della squadra di recupero.
Una volta individuata e imballata, la capsula verrà trasportata tramite elicottero in una stanza bianca temporanea nel poligono militare, dove sarà sottoposta a lavorazione iniziale e smontaggio in preparazione per il suo viaggio in aereo al Johnson Space Center della NASA a Houston. Qui, il campione sarà documentato, controllato e inizierà successivamente distribuito per l’analisi agli scienziati di tutto il mondo.