La sonda indiana Chandrayaan 3 è stata lanciata il 14 luglio a bordo di un vettore LVM3-M4. L’obiettivo della missione è trasportare sulla superficie del nostro satellite naturale un lander e un piccolo rover. Prima di dirigersi verso la Luna però, la sonda ha eseguito cinque diverse orbite attorno alla Terra, e l’ultima si è conclusa il 1 agosto.
Le orbite attorno al nostro pianeta sono state progressivamente alzate, con un apogeo sempre più lontano. L’ultima aveva parametri di 127603 km x 236 km. Vuol dire che nel punto più vicino al nostro pianeta si trovava a 236 km mentre in quello più lontano a 127603 km, quasi a metà della distanza media Terra-Luna. Questa situazione è stata ottenuta per permettere alla sonda di utilizzare la minor quantità possibile di propellente per eseguire la sua ultima manovra in orbita terrestre la TLI o Trans Lunar Injection.
Questa manovra consiste nell’accendere i propulsori principali della sonda, in particolare del modulo propulsivo, al momento in cui ci si trova al perigeo. Questo permette di “alzare il perigeo” finché non è sufficientemente alto da far uscire la sonda dalla sfera di influenza gravitazionale terrestre e incrociare quella della Luna. Così la sonda sarà catturata dalla gravità lunare, una operazione facilitata da un’altra manovra, la Lunar-Orbit Insertion (LOI) prevista per il 5 aprile.
L’allunaggio
Una volta in orbita attorno alla Luna, la sonda indiana seguirà un processo quasi inverso a quello effettuato in orbita terrestre. Saranno infatti eseguite altre cinque orbite, che abbasseranno sempre di più l’apolunio (il punto più distante dalla Luna di un’orbita) fino ad ottenere una traiettoria di 100 km x 100 km di quota.
Da questa orbita sarà eseguita la separazione fra il modulo propulsivo e il lander, che inizierà la sua manovra di allunaggio. Quest’ultimo è previsto per il 23 o il 24 agosto, a seconda di come proseguiranno i preparativi.
Una volta che sarà eseguito correttamente l’allunaggio, la missione principale della sonda sarà completata. Essa infatti, nonostante la presenza di strumenti scientifici e di un rover, serve principalmente a dimostrare le capacità industriali e tecnologiche dell’India, replicando una missione che nel 2019 fallì, schiantandosi sulla superficie.
Ti è piaciuto questo articolo? Questo articolo è gratis grazie al supporto degli abbonati ad Astrospace Orbit. Solo questo ci ha permesso di scriverlo in modo competente, revisionandolo, rileggendolo e consultando diverse fonti. Ne è valsa la pena? Se ti sembra di sì, puoi iscriverti anche tu ad Astrospace Orbit, avrai accesso a diversi vantaggi e contenuti esclusivi.
Entra anche tu in Astrospace.it Orbit.
Non perderti le ultime notizie e approfondimenti sul settore spaziale:
Iscriviti al nostro canale Telegram e seguici su Instagram