Concept artistico della sonda Voyager della NASA. Crediti: NASA/JPL-Caltech
Una sequenza di comandi e manovre pianificati ha fatto inavvertitamente discostare di 2 gradi il puntamento verso la Terra dell’antenna della sonda Voyager 2. Ciò impedisce alla sonda di ricevere comandi o mandare segnali verso la Terra, una situazione che i tecnici del JPL hanno già gestito e che sarà temporanea.
La mancanza di comunicazione con il Deep Space Network dovrebbe durare circa tre mesi. Durante l’anno sono diverse le manovre di routine per mantenere il corretto orientamento della sonda verso la Terra, e la prossima procedura, prevista per il 15 ottobre, dovrebbe riposizionare la sonda con l’antenna di nuovo orientata verso Terra. Inoltre, al JPL sono fiduciosi sul fatto che l’imprevisto non avrà alcuna conseguenza sul proseguito della missione e la sonda manterrà la traiettoria pianificata.
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La sonda Voyager 2, una delle due sonde gemelle lanciate negli anni ’70 con il fine di esplorare i pianeti del sistema solare esterno, si trova attualmente a quasi 20 miliardi di chilometri dalla Terra, nello spazio interstellare (19 miliardi e 932 milioni di km al 29 luglio). La sua traiettoria le ha permesso di eseguire un sorvolo ravvicinato di Nettuno nel 1989, e di entrata nello spazio interstellare nel 2018, contribuendo insieme alla sua gemella Voyager 1 allo studio di una regione dello spazio poco conosciuta e veramente difficile da studiare.
La Voyager 1, lanciata nel 1977, si trova a oltre 24 miliardi di chilometri dalla Terra e continua a funzionare regolarmente. Questa distanza le permette di detenere il record dell’oggetto artificiale più distante dalla Terra, oltre ad essere la prima sonda spaziale ad aver superato il confine dell’eliopausa ed essere entrata nello spazio interstellare.
La Voyager 2 dovrebbe rimanere operativa ancora per qualche anno. L’energia elettrica disponibile continua a diminuire, in conseguenza all’efficienza sempre più ridotta del suo generatore a radioisotopi. Un altro strumento della sonda dovrebbe essere spento nel 2026, una data che è stata ottenuta grazie ad un innovativo sistema di gestione dell’energia trovato solamente nel 2023.