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| On 1 anno ago

Gli strumenti di Euclid hanno registrato la loro prima luce

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Partito il 1 luglio 2023 da Cape Canaveral, il telescopio spaziale Euclid sta viaggiando in direzione del punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole, a 1.5 milioni di km da noi, da dove studierà l’Universo oscuro. La messa in servizio del telescopio sta procedendo correttamente. Dopo aver risvegliato i due strumenti a bordo, NISP (Near Infrared Spectrometer and Photometer) e VIS (VISible Instrument), tra l’11 e il 18 luglio il team di missione ha acceso i rivelatori per iniziare a registrare la luce raccolta dal telescopio. L’analisi preliminare ha confermato che i sensori di NISP e VIS stanno funzionando bene.

In questa fase, il telescopio vede ancora immagini fuori fuoco, cosa del tutto prevista. Nei prossimi giorni, il team operativo focalizzerà il telescopio regolando la posizione dello specchio secondario.

Non era invece previsto che i sensori di VIS captassero così tanta luce. Infatti, nelle immagini prodotte da questo strumento quando è orientato in particolari direzioni emergono dei bagliori extra, che non sono vere fonti astronomiche. Il team operativo è attualmente impegnato a svolgere ulteriori indagini, per trovare al più presto una soluzione.

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Il risveglio di NISP e VIS

Il 6 luglio i meccanismi delle ruote all’interno dello strumento NISP sono stati attivati ​​per la prima volta. Gli ingegneri hanno ricevuto la telemetria da Euclid sulle posizioni precise delle ruote, e hanno ordinato loro di ruotare nella posizione desiderata.

Euclid è rimasto leggermente inclinato verso il Sole, per consentire alla luce solare di entrare nel tubo del telescopio senza illuminare direttamente il suo specchio primario. Questa procedura riscalda l’interno del telescopio e assicura che ogni traccia di ghiaccio evapori.

Tra l’11 e il 12 luglio, invece, sono state accese le elettroniche di controllo del VIS e il gruppo operativo ha ricevuto i primi dati non scientifici dallo strumento a conferma del suo corretto funzionamento. In quell’occasione anche il sistema di micropropulsione, composto da sei micropropulsori a gas freddo, è stato attivato per la prima volta e testato con successo.

Uno dei micropropulsori a gas freddo di Euclid, forniti da Leonardo. Credits: Leonardo

Perché gli strumenti sono in carburo di silicio?

Per la prima volta in una missione spaziale, i due strumenti di Euclid sono stati interamente realizzati in carburo di silicio (SiC). Si tratta di un materiale di tipo ceramico, molto resistente, leggero e con una buona conducibilità termica. Queste caratteristiche lo rendono ideale per la costruzione di strumenti per telescopi spaziali, che devono essere in grado di resistere alle condizioni estreme dell’ambiente spaziale.

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Innanzitutto, il carburo di silicio è un materiale molto efficace nel bloccare le radiazioni cosmiche, che possono danneggiare i componenti elettronici degli strumenti. Inoltre, avendo una buona conducibilità termica, aiuta a dissipare il calore generato dagli strumenti.

Prima di Euclid, l’ESA aveva già sperimentato l’utilizzo del carburo di silicio nella produzione del telescopio nella missione spaziale Herschel. Successivamente, l’ha sfruttato per la prima volta in un payload con il James Webb Space Telescope, in cui lo strumento NIRSpec è per il 75% realizzato in SiC da Airbus Defence & Space.