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Inaugurato a Rozzano l’osservatorio con cupola a petali più grande d’Europa

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Oggi, sabato 27 maggio 2023 a Rozzano, in provincia di Milano, è stato inaugurato un nuovo osservatorio astronomico. Questo progetto, concepito con l’obiettivo di valorizzare l’offerta culturale del territorio, prende vita grazie alla collaborazione con il Gruppo Astrofili Rozzano. Si tratta di una storica associazione cittadina con oltre 40 anni di storia. Saranno proprio loro a gestire l’osservatorio e a fornire l’attrezzatura scientifica.

Una delle caratteristiche dell’osservatorio, e quella che tra tutte lo distingue, è la sua imponente cupola di quasi 7 metri di diametro, con un’apertura a petali. Quando questa maestosa struttura si schiude per lasciare spazio all’osservazione, offre una visione panoramica a 360 gradi. In Europa, la cupola dell’osservatorio di Rozzano detiene il primato della più grande del suo genere, e si piazza al secondo posto a livello mondiale.

Abbiamo partecipato all’evento di inaugurazione, su invito del comune di Rozzano, e posto qualche domande a due astrofili del gruppo, Michele Bini e Dea Ortolani.

Inaugurazione dell’osservatorio astronomico di Rozzano, sabato 27 maggio 2023. Credits: Federico Palaia

Come vi sentite riguardo alla responsabilità di gestire l’osservatorio astronomico e di promuovere l’offerta culturale del territorio?

Sicuramente è una grande responsabilità, quella che sentiamo addosso. Noi siamo un’associazione non di professionisti, ma di appassionati. Siamo volontari, tutti noi abbiamo altre occupazioni. Quindi, nel limite delle forze che abbiamo, chiaramente cercheremo di far funzionare l’osservatorio al meglio possibile.

Già prima fornivamo un numero di aperture alla nostra attività che era consistente. Adesso, nel corso dell’anno è previsto fare circa novanta aperture dell’osservatorio, un impegno importante per dei volontari.

Quello che otteniamo in più rispetto alla vecchia sede è proprio l’avere uno spazio organizzato, che permetta di fare osservazione più dettagliata e scientifica, e una sala conferenze molto più grande e migliorata dal punto di vista tecnologico. E l’opportunità di avere anche una capacità di attrazione verso le istituzioni e i centri di ricerca.

L’impegno è da una parte, consolidare il pubblico generale, attratto magari da quello che legge o sente in televisione. Dall’altra, e questo è un grande lavoro che ci diamo come obbiettivo ambizioso nei prossimi anni, attrarre dei talenti, che ci aiutino anche a dare un passaggio di consegne per il gruppo, perché la nostra media d’età e abbastanza alta. Quindi sarebbe bello portare un potenziale percentuale sia femminile che di giovani, anche laureati o laureandi che possano o per passione, o per necessità di ricerca, dare continuità e avere su di noi appoggio.

Quali sono le principali caratteristiche tecniche dell’osservatorio, e come pensate che queste influenzeranno le vostre attività di divulgazione?

Da un punto di vista dell’estetica, il telescopio Merz-Dallmeyer è bellissimo, vale la pena anche solo vederlo. Si potrà vedere come osservavano gli astronomi di fine ‘800. Questo tipo di telescopi di solito si trova nei musei o negli spazi espositivi, non vengono utilizzati dal pubblico per l’osservazione diretta e per fare ricerca, vengono messi lì come oggetti vincolati dal cultural heritage.

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Inoltre avremo questa bellissima sala, un micro museo, dedicata a Mentore Maggini, con dei documenti inestimabili da un punto di vista storico. Si tratta di una collezione esclusiva, di proprietà familiare, con libri inediti, pezzi unici, bozzetti di disegni, le macchie solari.

Disegni dell’astrofisico italiano Mentore Maggini, conservati presso la sala espositiva dell’osservatorio astronomico di Rozzano. Credits: Federico Palaia

Abbiamo poi due strumenti moderni: un telescopio di grande diametro e focale, con delle camere di ripresa, con il quale pensiamo di fare alcune attività di ricerca scientifica, soprattutto su quello che riguarda l’astrometria di pianeti e la fotometria di asteroidi e oggetti di questo genere.

Abbiamo anche un telescopio solare, con filtro H-alpha e modulo double-stack che ne abbassa ulteriormente la banda passante, in modo da poter vedere molto bene i dettagli della superficie solare, fotografarli e quindi fare degli studi solari.

Quali sono i vantaggi di una cupola con apertura a petali?

La scelta di questa cupola a petali è stata dettata dal fatto di voler mettere due strumenti contemporaneamente in cupola. La cupola normale, astronomica, con la feritoia prevede che al centro della struttura ci sia un solo telescopio, con il quale si osserva al di fuori della feritoia. Noi volevamo avere entrambi gli strumenti funzionanti contemporaneamente, quindi questo ci ha “obbligato” a scegliere una cupola a petali che lascia il cielo aperto a 360°.

Oltre al fatto che, essendo una struttura ideata per la divulgazione astronomica, è chiaro che con il cielo aperto a 360° possiamo anche mostrare le costellazioni alle persone. Cosa impossibile da fare attraverso una piccola fessura.

Cosa vi ha spinto ad acquistare un telescopio d’epoca come il Merz-Dallmeyer? Quale è il suo campo di utilizzo?

Inizialmente eravamo orientati su un telescopio moderno. Poi, quando abbiamo visto l’annuncio di vendita di questo telescopio ce ne siamo subito innamorati. Siamo andati a vederlo, inizialmente era tutto ricoperto di incrostazioni e non era così bello da vedere… Però eravamo comunque affascinati da questo strumento d’epoca.

Il telescopio d’epoca Merz-Dallmeyer sotto la cupola a petali dell’osservatorio astronomico di Rozzano. Credits: Federico Palaia

Alla fine, dopo una trattativa lunga un anno, perché sono andati a vederlo in parecchi, anche direttori di musei dall’estero, la proprietà ha deciso di darlo a noi, anche se avevamo fatto un’offerta molto più bassa. Proprio perché piaceva loro il nostro progetto di rimessa in funzione di questo telescopio: volevamo riportarlo in vita, e utilizzarlo per l’osservazione.

Il processo di restauro alla fine si è limitato alla pulizia e al rifacimento di alcune viti, che durante lo smontaggio si sono rotte. Per il resto, il telescopio era completo. Questa era l’altra particolarità, rispetto agli strumenti d’epoca che ci sono in Italia: questo è originale al 95%. 

Quali sono le vostre aspettative riguardo all’uso del telescopio Meade ACF 16″, da 40 centimetri di diametro?

Il Meade è stato acquistato sia per incanalare le richieste, di osservazione o di ricerca, sia che per accompagnare e non sovraccaricare il Merz-Dallmeyer, che è pur sempre storico. Inoltre, per la computerizzazione e la gestione di un telescopio moderno.

Il campo di utilizzo principale sarà sicuramente attività divulgativa e didattica, e nelle sere che prevederemo per noi, attività di astrofotografia planetaria, ma anche del profondo cielo. Adesso con dei filtri speciali si riesce a filtrare almeno in parte l’inquinamento cittadino, e si riescono comunque a ottenere ottimi risultati. Inoltre abbiamo delle camere di ripresa digitali molto particolari, che permettono di avere un’efficienza quantica vicino al 95%.

Il telescopio Meade da 40 cm di diametro presso l’osservatorio astronomico di Rozzano. Credits: Federico Palaia

Per fare queste fotografie utilizzeremo sia filtri a banda larga che filtri a banda stretta. Poi abbiamo una camera di ripresa per la ricerca scientifica, un’altra per Sole e pianeti monocromatica, che useremo con dei filtri. Infine dovremo prendere una camera di ripresa a colori, per le attività più divulgative.

L’inquinamento luminoso ha influenzato in qualche modo la scelta dei telescopi, e le attività di divulgazione che farete? Sarà parte della sensibilizzazione verso il territorio?

Sì, sicuramente. Quasi tutti gli osservatori astronomici vengono costruiti in montagna, o comunque in luoghi bui, lontano dalle luci della città. Noi abbiamo fatto una scelta opposta, ma perché lo scopo era quello di fare divulgazione. La scelta è stata quella di dire: faremo osservare alle persone Sole, Luna e pianeti. Per questo tipo di osservazioni, il nostro Merz-Dallmeyer va benissimo. E anche l’altro telescopio, il Meade da 40 centimetri di diametro, permette l’osservazione di questi oggetti in maniera eccellente.

Nella fase di costruzione e progettazione dell’osservatorio, insieme al comune è stato più volte ribadito che si farà osservazione nella zona sud di Milano, in cui non c’è solo molto inquinamento luminoso, ma anche atmosferico. Noi da qui, già gli anni scorsi facevamo osservazione, principalmente di pianeti più luminosi. Per ovviare sfrutteremo le fotografie con esposizioni a lungo termine, fatte anche durante la notte quando l’osservatorio è chiuso. Così da far osservare le persone anche attraverso la fotografia, mostrando le foto che realizziamo qui, con questi strumenti.

Ringraziamo il comune di Rozzano e il Gruppo Astrofili Rozzano per averci accolto durante l’inaugurazione. Le informazioni per organizzare visite guidate o per partecipare agli eventi organizzati presso l’osservatorio astronomico sono disponibili al seguente link.

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