Il 20 maggio SpaceX ha portato in orbita un carico di satelliti interamente dedicato ai servizi internet dallo spazio, ma non si trattava di Starlink. A bordo del Falcon 9 sono stati lanciati 16 satelliti OneWeb e 5 satelliti della costellazione Iridium. Con questo ultimo lancio i OneWeb in orbita sono diventati 634, sufficienti per iniziare la fornitura del servizio di connessione su scala globale. Il totale previsto era 648, di cui 600 attivi e 48 pensati come backup o per potenziare il servizio già disponibile.
OneWeb è ora stabilmente la seconda costellazione di satelliti in orbita, per numero di oggetti che la compongono. Per confronto, gli Starlink attualmente in orbita sono oltre 4000.
Quello appena avvenuto è stato il quarto lancio di successo che ha portato in orbita dei OneWeb con un vettore Falcon 9. Anche per questo lancio SpaceX ha utilizzato un secondo stadio leggermente diverso, con un motore diverso. Le prestazioni di questo motore, con un ugello più piccolo, sono inferiori rispetto a quello utilizzato in precedenza, ma permette di abbassare ulteriormente i costi di utilizzo e produzione del vettore. Si tratta del secondo utilizzo di questa versione.
L’obiettivo dell’azienda inglese, cioè fornire copertura internet dall’orbita terrestre bassa, è concorrenziale a Starlink, ma questo non sembra essere un problema per SpaceX. OneWeb rimane così in linea con l’obiettivo di fornire una copertura globale efficace entro la fine del 2023.
Ricordiamo infatti che questi satelliti si trovano su un’orbita di circa 1200 km di quota, e richiedono diversi mesi dal lancio all’operatività. Vengono rilasciati dal secondo stadio del razzo ad una quota di circa 450 km e devono proseguire il viaggio in autonomia.
Il primo OneWeb di nuova generazione
La particolarità di questo nuovo gruppo di OneWeb era la presenza di un sedicesimo satellite di test, chiamato JoeySat. Si tratta di un test di tecnologie da applicare alla seconda generazione della costellazione OneWeb, la cui costruzione è prevista a partire dal 2025. Questa seconda iterazione dovrebbe essere composta da soli 300 satelliti, almeno inizialmente, che lavoreranno insieme alla rete Eutelsat geostazionaria e alla prima generazione, potenziando la copertura della rete OneWeb di 3 o quattro volte.
Questo è stato dichiarato in particolare dall’azienda francese eutelsat, che sta lavorando ad una offerta per l’acquisizione di OneWeb.
Il satellite JoeySat è stato finanziato da un programma di collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea e dell’Agenzia Spaziale Inglese. Il payload è fornito dall’azienda israeliana SatixFy, mentre l’assemblaggio dalla azienda della Florida Airbus OneWeb Satellites, la joint wenture che costruisce tutti i satelliti della costellazione.
JoeySat è basato sullo stesso bus satellitare da 150 kg dei satelliti di prima generazione e il suo upgrade principale è una tecnologia che gli permette di spostare, comandato da Terra, la sua area di copertura del segnale, in modo da muovere e fornire più copertura in base alle richieste del mercato. Attualmente i OneWeb non hanno infatti una connessione fra di loro, come gli Starlink, e sono dipendenti dalle stazioni a Terra e dall’area che sorvolano. Questa tecnologia permetterà di fornire una pezza a questa mancanza, muovendo per lo meno il segnale di ogni singolo satellite.
Ti è piaciuto questo articolo? Lo abbiamo scritto grazie al supporto degli abbonati ad Astrospace Orbit. Solo questo ci ha permesso di scriverlo in modo competente, revisionandolo, rileggendolo e consultando diverse fonti. Ne è valsa la pena? Se ti sembra di sì, puoi iscriverti anche tu ad Astrospace Orbit, avrai accesso a diversi vantaggi e contenuti esclusivi.
Entra anche tu in Astrospace.it Orbit.
Non perderti le ultime notizie e approfondimenti sul settore spaziale:
Iscriviti al nostro canale Telegram e seguici su Instagram