La NASA ha annunciato oggi, 19 maggio 2023, la seconda azienda selezionata per fornire un lander lunare per astronauti. Il vincitore di questo secondo “appalto” dell’Agenzia Spaziale è un consorzio di aziende guidato da Blue Origin, Lockheed Martin, Boeing, Draper, Honeybee Robotics e Astrobotic all’interno del Programma Sustaining Lunar Development (SLD). Durante la competizione per il lander di Artemis III, vinta da SpaceX, questo gruppo di aziende era noto come National Team, e guidato da Blue Origin.
Con questo nuovo finanziamento la NASA è riuscita, nonostante le difficoltà economiche, a mantenere la promessa di finanziare due lander lunari per astronauti. Ricordiamo che questi contratti a prezzo fisso, simili a quelli usati per finanziare le capsule Dragon e Starliner, hanno come obiettivo secondario il mettere in competizione le due aziende selezionate, e spingerle allo stesso tempo ad utilizzi commerciali successivi a quelli richiesti dalla NASA.
Questo nuovo lander dovrà essere innanzitutto in grado di attraccare al Lunar Gateway, la stazione spaziale internazionale che sarà in orbita lunare. Da questa farà la spola verso la superficie. Si tratta di una capacità che ora viene chiesta di default, in quanto per Artemis III, la Starship eseguirà solamente un docking con la capsula Orion e non con la Stazione.
Il lander verrà usato per la missione Artemis V, che al momento è prevista per il 2029. Si tratta probabilmente di una data ottimistica. Le due proposte prese in carico dalla NASA per questo secondo finanziamento erano quelle guidate da Blue Origin e da Dynetics, le stesse due che avevano partecipato alla prima selezione vinta poi da SpaceX.
La proposta di Blue Origin e il National Team
Il lander di Blue Origin e del National Team è leggermente diverso da quello proposto nel 2021. Sarà realizzato in due versioni, una cargo e una per il trasporto di astronauti. Prima dell’uso durante Artemis V verrà eseguita una missione di allunaggio senza equipaggio, circa un anno prima, come avverrà per la Starship lunare.
Questo lander sarà lanciato verso la Luna con il New Glenn di Blue Origin. Il lander ha una altezza di 16 metri, il massimo possibile per inserirsi nel fairing di New Glenn, con una massa a secco di 16 tonnellate, che salgono a 45 una volta caricato il propellente.
Blue Origin ha inoltre specificato che il lander userà un sistema di propulsione di Idrogeno e Ossigeno liquido, una scelta non comune per un mezzo spaziale diverso da un razzo e che richiederà uno sviluppo tecnologico non da poco. Nessun mezzo spaziale propulso a idrogeno e ossigeno liquido ha mai trasportato esseri umani nello spazio. Lo Shuttle per muoversi in orbita usava un sistema di propulsione alternativo a idrazina.
Questa scelta di Blue Origin è dovuta alla necessità di arrivare sulla Luna con un mezzo e con esperienza e tecnologie pronte per lo sfruttamento delle risorse lunari. Ricordiamo che sulla Luna non si potrà produrre metano, ma ossigeno e idrogeno sì.
Lockheed Martin svilupperà invece un sistema di rifornimento in orbita cis-lunare, ma non è ancora chiaro se servirà ad ogni discesa sulla superficie lunare, oppure fin da subito per raggiungere il Lunar Gateway. Questo docking per il rifornimento avverrà infatti già in orbita terrestre, e poi sia il lander che il “serbatoio” viaggeranno verso la Luna e rimarranno operativi in orbita.
Il valore del contratto è stato dichiarato essere di circa 3.4 miliardi di dollari, un ulteriore 50% sarà coperto da Blue Origin. Il costo totale (stimato ad ora) da Blue Origin per lo sviluppo di questo lander sembra essere di oltre 7 miliardi di dollari.
Ti è piaciuto questo articolo? Lo abbiamo scritto grazie al supporto degli abbonati ad Astrospace Orbit. Solo questo ci ha permesso di scriverlo in modo competente, revisionandolo, rileggendolo e consultando diverse fonti. Ne è valsa la pena? Se ti sembra di sì, puoi iscriverti anche tu ad Astrospace Orbit, avrai accesso a diversi vantaggi e contenuti esclusivi.
Entra anche tu in Astrospace.it Orbit.
Non perderti le ultime notizie e approfondimenti sul settore spaziale:
Iscriviti al nostro canale Telegram e seguici su Instagram