Nel pomeriggio del 2 aprile, SpaceX ha lanciato con successo 10 satelliti dallo spazioporto di Vanderberg per la Space Development Agency (SDA). Questi satelliti fanno parte di una nuova megacostellazione nota come PWSA o “Proliferated Warfighter Space Architecture” che la SDA sta sviluppando per conto della Space Force.
La SDA è una nuova agenzia fondata nel 2019 dal congresso americano, per fornire nuove capacità di deterrenza in orbita, a basso costo e con una velocità di sviluppo inedita per il settore aerospaziale. Lo scopo principale della SDA si concretizza nell’acquisizione di satelliti per l’orbita bassa terrestre, che forniranno nuovi sistemi all’intero apparato militare americano.
PWSA si divide in diversi “layers”, dei livelli che rappresentano le diverse funzionalità dell’intera costellazione. Nel lancio odierno erano presenti 8 satelliti del Transport Layer, sviluppati dall’azienda York Space, e due del Tracking Layer, prodotti da SpaceX stessa sulla base del bus satellitare di Starlink o di quello di Starshield.
Infine ci sono le Tranche, che indicano la generazione dei satelliti lanciati. SpaceX oggi ha lanciato i primi 10 satelliti su 28 della Tranche 0, la primissima versione della costellazione, un test per la più grande Tranche 1, che sarà composta da oltre 170 satelliti lanciati tra il 2024 e il 2025.
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— SpaceX (@SpaceX) April 2, 2023
Transport layer in poche parole
Il Transport layer è pensato per fornire una rete di comunicazione tattica a bassa latenza che includa anche la comunicazione con altri asset nello spazio. Nei piani della SDA questo layer è la fondamenta dell’intera costellazione PWSA da cui sarà possibile sviluppare altri livelli della costellazione.
Transport sarà composto da circa 300-500 satelliti che forniranno una copertura quasi globale per le truppe americane sulla terra. Al fine di raggiungere questo obiettivo senza l’impiego di stazioni a terra, la SDA ha optato per l’utilizzo di comunicazione laser tra satelliti per tutto il trasport layer. Il numero di terminal laser a bordo è anche una delle caratteristiche che distingue le due classi di satelliti “A” e “B” sviluppate da York e Lockheed Martin per Transport Layer.
La classe “A” presenta infatti 4 terminal laser che permetteranno al satellite di comunicare con gli altri sulla stessa orbita, oltre a quelli su orbite ad altre quote, nella regione di spazio definita come Medium Earth Orbit (MEO). I satelliti “B” invece, hanno solo due terminal laser per trasmettere dati a satelliti della stessa orbita, con l’aggiunta di un’antenna per connettersi agli aerei o droni militari via Link 16, uno standard NATO per le comunicazione tattiche.
Oltre a queste caratteristiche, la SDA sta sviluppando nuove capacità da introdurre sui satelliti Transport come, per esempio, un alternativa alla rete GPS.
Il tracciamento di missili è una priorità
I due satelliti di SpaceX fanno parte di Tracking Layer, una serie di satelliti molto desiderata dal pentagono per tracciare i lanci di missili balistici intercontinentali, ma sopratutto, le nuove armi ipersoniche, missili capaci di viaggiare a velocità superiori a Mach 5. Questa nuova generazione di missile tende a sfuggire ai sensori degli attuali satelliti posti in orbita geostazionaria GEO, posti a oltre 36000 km dalla terra.
Costruendo un layer con sensori a infrarosso WFOV (Wide-field of View), la SDA mira a risolvere questo problema e abbassare di molto i costi rispetto ai programmi miliardari dei pochi satelliti geostazionari come SBIRS o ESS attualmente ancora in fase di sviluppo. In futuro, nella tranche 2 prevista per il 2026, il tracking layer si doterà anche di sensori MFOV (Medium-field of View), con una maggiore sensibilità e specificamente pensati per monitorare i missili ipersonici.
La Space Force sembra apprezzare molto quest’architettura di tracciamento o “early Waring” tanto da raddoppiare il bilancio richiesto per il 2024 per questo progetto, e spingersi a “depotenziare” ESS, il sostituto della già citata costellazione SBIRS.
Per la Tranche 0 sono previsti in totale 8 satelliti, due di questi sono stati lanciati oggi e sviluppati da SpaceX in collaborazione con Leidos. Altri due satelliti di SpaceX verranno lanciati a giugno, insieme a tutti i restanti quattro prodotti da L3-Harris.
La SDA, un nuovo approccio per le acquisizioni
L’arrivo della SDA all’interno della Space Force ha radicalmente cambiato il modo di acquisire nuovi satelliti. La nuova agenzia statunitense sembra andare a una velocità a con budget impensabili per il settore dei satelliti militari fino a qualche anno fa. Questo è reso possibile dalla grande fiducia che la SDA ripone nel settore commerciale e dal suo dinamismo.
Layer-Tranche | Numero Satelliti | Valore Contratto (In milioni di Dollari USD) | Prime Contractor | Bus Satellitare | Costo per satellite (in milioni di dollari USD) |
Transport 0(1) | 10 (7A-3B) | 187.5 | Lockheed Martin | Zuma di Terran Orbital | 18.75 |
Transporter 0(2) | 10 (7A-3B) | 94 | York Space | Uno fra S o LX Class | 9.4 |
Tracking 0(1) | 4 | 149 | SpaceX | Starlink, probabilmente Starshild | 37.25 |
Tracking 0 (2) | 4 | 193.5 | L3-Harris | Custom in-house | 48.4 |
I contratti assegnati fino a oggi hanno incluso tantissime aziende diverse al fine di sviluppare il più possibile un tessuto produttivo competitivo e di conseguenza più efficiente. Il solo ingresso di SpaceX in questo settore è in un certo senso il segnale che certifica l’introduzione, in questo enorme progetto della SDA, di nuovi attori.
I grandi colossi della difesa non sono però esclusi, ma bensì obbligati dalla SDA a trovare un partner commerciale definito come “non-traditional supplier”. Quindi è per questo che stanno emergendo nuove aziende come York o Terran Orbital (con Lockheed Martin) nel panorama di contratti per la PWSA.
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