Paolo Ferri, fisico teorico, ha lavorato per oltre 37 anni all’European Space Operations Centre (ESOC) dell’ESA, a Darmstadt in Germania. Nella sua carriera è stato responsabile di volo di missioni scientifiche come Cluster, direttore di volo di Venus Express e capo progetto del Ground Segment di BepiColombo e Solar Orbiter.
Sotto la sua responsabilità e dirigenza, dal 2006 al 2020 l’ESOC ha portato a termine con successo diverse missioni solari, planetarie e robotiche. Tra queste, ha avuto maggior risalto per i risultati ottenuti e l’ambizione del progetto, la sonda Rosetta, prima e unica missione ad atterrare sul nucleo di una cometa.
Proprio da questa storia lunga vent’anni, Ferri ha tratto il materiale per il suo esordio letterario: “Il cacciatore di comete” edito da Editori Laterza. Dopo la prima esperienza di scrittore, spiega Ferri nella premessa del suo nuovo libro, è nata in lui la voglia di ampliare, oltre l’esperienza Rosetta, il racconto delle missioni spaziali dal punto di vista delle operazioni spaziali, cioè del team di ingegneri che si occupa di azionare e gestire la sonda in volo. Ferri stesso, sempre nella premessa, si dichiara sorpreso di come un argomento così di nicchia abbia riscosso tanto successo ed entusiasmo tra gli appassionati del tema.
Il tema del libro
Le operazioni spaziali, sono in effetti, un argomento poco noto anche tra gli appassionati di esplorazione spaziale. Ciò che di una missione spaziale colpisce di più sono i risultati (foto, dati, video…), nessuno si domanda come sono stati ottenuti (se non dal punto di vista tecnico-ingegneristico). E in ogni caso, le persone con l’esperienza di Ferri in grado di dare una risposta adeguata e comprensibile, probabilmente si contano sulle dita di una mano. Forse solo di recente, grazie alla missione DART-LICIACube, l’aspetto del governare un satellite ha iniziato a emergere.
In questo libro, già sapendo di trattare un argomento di nicchia, Ferri affonda ancora di più il colpo, tematizzando il racconto sulle missioni scientifiche verso il Sole, la nostra stella. Un tema se possibile ancora meno conosciuto e ancora più sottovalutato. Il Sole, d’altronde, ci è familiare, lo conosciamo da sempre, non sembra avere dei misteri.
La struttura
Ferri ripercorre la sua esperienza personale di operatore spaziale, che si scopre essere fortemente legata alle gradi missioni americano-europee per lo studio del Sole (Ulysses, Cluster) o alle missioni che hanno avuto un rapporto non facile con il nostro astro, rivelatosi spesso un cliente difficile. Ad esempio, Venus Express fu ripetutamente oggetto di surriscaldamenti o di saturazione del segnale captato dall’antenna per via della presenza ingombrante della radiazione solare.
Il libro si sviluppa quindi cronologicamente, accarezzando tutte queste missioni e concentrandosi sull’aspetto della difficoltà di risolvere dei problemi, avendo a disposizione solo alcuni dati, magari danneggiati, e senza poter intervenire sulla sonda come si farebbe in una macchina, ispezionando il motore.
Il flusso del libro risulta però non del tutto definito. Per seguire infatti la cronologia dei fatti, a volte diventa difficile per il lettore saltare da una missione all’altra. Inoltre, il contesto e il funzionamento generale delle operazioni spaziali non è spiegato organicamente in un capitolo. Sarebbe complicato farlo in poche pagine, tuttavia potrebbe essere uno sforzo utile per aiutare il lettore ad approcciarsi prima ad alcuni concetti, liberandolo dal doverci sempre ri-pensare durante la lettura.
Lo stile
La scrittura è chiara, fluente, precisa e senza fronzoli. Anche l’uso degli acronimi è tenuto sullo stretto necessario, senza abusarne, in controtendenza con l’intero settore spaziale.
Emerge bene la passione e la dedizione di Ferri per il suo lavoro, ma, a volte, il racconto di alcuni episodi manca di quel pathos che terrebbe, in un romanzo, il lettore avvinghiato alla sedia. È difficile empatizzare con situazioni così fuori dall’ordinario e difficili da immaginare e “personaggi”, le persone vere che Ferri incontra sulla sua strada, così poco approfonditi.
Certo questo libro non è un romanzo, ma è risultato un racconto un po’ piatto, che a volte risulta stonato nel tentativo dello scrittore di mostrare con la forza quanto il momento descritto fosse importante, pauroso, atteso o gioioso. Forse, gli unici momenti in cui il lettore può sentirsi facilmente coinvolto a livello emotivo, sono i paragrafi che contestualizzano le operazioni spaziali con la pandemia di Covid-19 del 2020, dove l’incertezza e l’isolamento che entrano a far parte del racconto sono cose che abbiamo purtroppo conosciuto tutti.
Il lato divulgativo del libro
Ferri ha una grande abilità comunicativa e divulgatrice riuscendo a spiegare in poche righe difficili concetti di ingegneria spaziale. Questa abilità non è tuttavia sfruttata al meglio o comunque non in maniera costante, confondendo un po’ le intenzioni dell’autore riguardo il target di lettori pensato per lo scritto.
La divulgazione fatta bene dovrebbe incuriosire il lettore, facendolo sentire “positivamente ignorante”, invogliandolo quindi a studiare e informarsi. Tuttavia, la divulgazione fatta bene non può perdersi dei concetti per la strada che minano la comprensione del tema di cui si parla.
Un esempio dei pochi presenti: lo scrittore non si prende mai il tempo di spiegare la differenza sostanziale tra un satellite stabilizzato a tre assi ed uno spinnante. Non è un concetto che viene spiegato preliminarmente, bensì si comprende tramite indizi, molto chiari ma limitati, lungo tutti gli aneddoti che lo riguardano. Per un non addetto ai lavori, il primo esempio riguardante questo tema potrebbe risultare bloccante e scoraggiare la lettura, un po’ come la mancata spiegazione iniziale su come funziona in generale un controllo missione.
In conclusione
Di fianco a questi appunti di importanza relativa, per una persona che mastica un po’ di questi argomenti, “Il lato oscuro del Sole” è sicuramente un libro apprezzabile e che amplia gli orizzonti, narrando di alcune missioni poco conosciute ma spettacolari e di importanza tanto fondamentale quanto purtroppo ignorata dai più.
L’ultimo paragrafo, riguardo i rischi portati dall’ignoranza sulla natura del Sole, è in tal senso illuminante e meriterebbe di essere ampliato, rendendo quante più persone consapevoli e sensibili dell’importanza di investire in missioni spaziali che studino il comportamento della stella che ci dà la vita.
Cliccando qui troverai tutte le informazioni su Leggere lo spazio, la rubrica di Astrospace.it dedicata al raccontare i libri di astrofisica, scienza, space economy, esplorazione spaziale, ingegneria, tecnologia e tanto altro.