Alle ore 2:37 italiane, del 7 marzo, il Giappone ha condotto il primo test orbitale del nuovo razzo H3 dopo un primo tentativo interrotto all’ultimo secondo circa 10 giorni fa. Questa volta il vettore si è alzato dalla rampa di lancio, ma la missione è completamente fallita per un problema al secondo stadio, che non si è acceso come previsto. Poco dopo aver rilevato il problema, dal controllo missione è stata comandata la distruzione del razzo, per evitare rientri incontrollati.
Il nuovo vettore H3 è sviluppato dalla JAXA con Mitsubishi Heavy Industries (MHI). H3 era il culmine di un decennio di sviluppo e ottimizzazione della precedente famiglia di razzi HII. Questo tanto atteso primo lancio, inizialmente previsto per il 2020, ha subito diversi ritardi, in particolare a causa del complicato sviluppo dei motori LE-9.
La perdita di questo vettore e il fallimento della missione avranno diverse ripercussioni sulle scelte strategiche e politiche spaziali del Giappone nei prossimi anni. H3, grazie ad un prezzo competitivo, avrebbe dovuto anche inserirsi in una nicchia del settore dei lanci commerciali attualmente coperta dal Falcon 9.
A bordo di H3 c’era il satellite di osservazione terrestre ALOS-3 della JAXA, costruito da Mitsubishi Electric. Il satellite avrebbe continuato il programma ALOS dell’agenzia nipponica, portando dei sensori di tipo ottico per effettuare diverse riprese della terra con una risoluzione massima di 0.8 m.
Un razzo pensato per il mercato
Alto 63 metri, H3 avrebbe proseguito dall’eredità dei lanciatori HII, per introdurre alcune novità e quindi rendere possibile una piattaforma di lancio modulabile in base alla tipologia di carico. Il razzo presenta due stadi che impiegano l’efficiente mix di idrogeno e ossigeno liquidi con la presenza di booster solidi laterali in formazione a due o quattro.
Arrivare a un design affidabile e competitivo sarebbe stato possibile grazie al riutilizzo e all’ottimizzazione di tecnologie già esplorate con gli HII. Per esempio, il motore del secondo stadio, il LE-5B è una leggera modernizzazione di quello già usato sul “vecchio” H-IIA. Appare quindi ancora più strano un fallimento proprio di questo componente.
Oltre all’eredità dei vecchi razzi, H3 introduce un discreto numero di componenti di tipo COTS. In particolare l’elettronica che impiega oltre il 90% di componenti dall’industria automobilistica.
In base a diverse dichiarazioni dei dirigenti di MHI il prezzo del nuovo H3 si attesta nel range di 50-38 milioni di dollari, une netta riduzione rispetto ai 90 milioni di HII-A. All’origine del progetto H3 c’è la volontà di costruire un vettore capace di arrivare dove H-IIA aveva fallito, ovvero collocarsi nel mercato internazionale.
Le cause dell’anomalia sulla rampa
Nel precedente tentativo di lancio del razzo si è verificata un anomalia a pochi secondi dal lancio, con l’interruzione della sequenza di avvio dopo che i motori principali LE-9 erano stati avviati. Il razzo aveva raggiunto le condizioni di volo ma il computer di bordo decise di non inviare il segnale di trigger ai booster laterali.
Gli ingegneri della JAXA e MHI hanno determinato che l’anomalia, verificatasi nel primo stadio, era causata dalla transizione dell’alimentazione elettrica del razzo dai sistemi di terra alle batterie. Più precisamente, lo spegnimento dell’alimentazione esterna ha causato un rumore in uno dei semiconduttori che controlla i motori principali. Rilevata questa corrente perturbata, il computer ha deciso di abortire la sequenza di lancio.
Non c’è quindi nessun apparente legame con il fallimento di questo primo volo. Dalla Jaxa e da Mitsubishi Heavy Industries non sono ancora emersi commenti ufficiali.
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