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| On 2 anni ago

A marzo si vola nello spazio (?). I progressi di Starship

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Marzo 2023 sarà un mese che potrebbe entrare nella storia dell’esplorazione spaziale. Molti indizi e dichiarazioni lo indicano come il periodo in cui SpaceX finalmente tenterà il primo lancio di Starship e Super Heavy verso lo spazio. Lo static fire test del Booster 7 con 31 motori, è stato una delle ultime prove più importanti.

SpaceX deve però completare ancora alcuni lavori sulle infrastrutture di terra ed eseguire gli ultimi collaudi. Oltre a questi, mancano anche i permessi di volo e non si hanno informazioni nemmeno sullo stato delle 75 azioni correttive da apportare all’area di Starbase per ottenere gli ultimi permessi.

A febbraio si sono svolte molte attività a Boca Chica tra test, spostamenti di prototipi e lavori alle strutture. Vediamo in dettaglio cosa è accaduto e quali sono i lavori da ultimare prima del volo.

Il risultato dello static fire test

Dopo una lunga attesa, il 9 febbraio SpaceX ha eseguito uno dei test più importanti, lo static fire test utilizzando tutti i motori del Super Heavy. Dei 33 motori Raptor 2 di cui il Booster 7 è dotato, il prototipo ne ha però avviati “solo” 31. Prima dell’avviamento, il team aveva deciso che uno non sarebbe stato utilizzato, mentre il secondo pare che non abbia funzionato correttamente.

Musk e SpaceX hanno comunque comunicato l’esito positivo del test, nonostante non abbiano acceso tutti i Raptor. In questa configurazione, il Booster 7 ha generato circa 3600 tonnellate di spinta, e con i motori che sprigionavano solo il 50% della potenza. Il Booster 7 è già tra i vettori più potenti mai realizzati dall’essere umano, e con il suo volo arriverà in cima alla classifica.

Musk ha inoltre dichiarato che durante il primo lancio, la spinta generata dai Raptor del Booster 7 sarà tenuta al 90%. Questa scelta potrebbe essere dovuta a diversi fattori, come preservare i motori evitando in questo modo stress strutturali eccessivi. Inoltre, la Starship sarà priva di carico e dovrà fare solo un giro quasi completo della Terra, quindi non avrà bisogno di tutta la spinta che il Super Heavy gli potrebbe fornire.

Questo static fire test era molto importante, ma non si trattava dell’ultima prova prima del lancio. Il 17 febbraio infatti, SpaceX ha effettuato un altro collaudo, questa volta inerente il Quick Disconnect (QD) del Super Heavy. Il QD è il braccio utilizzato per rifornire il booster e deve sganciarsi pochi istanti prima del decollo. SpaceX ha testato questa operazione e l’ingresso del QD all’interno di un’apposita struttura, dotata di paratia mobile, che serve a proteggerlo dalle fiamme.

Altri lavori al pad e al Booster 7

Dopo l’utilizzo dei 31 Raptor, gli operai hanno eseguito alcune ispezioni, senza però dover sostituire alcun motore. Ciò è un buon segno e indica che tutto ha funzionato correttamente e, probabilmente, il problema al Raptor che non si è avviato poteva essere risolto senza doverlo rimuovere. Per ispezionare i motori hanno però dovuto rimuovere le lastre che servono a proteggerli.

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I tecnici poi si sono concentrati sulle Hydraulic Power Unit (HPU) e le loro coperture aerodinamiche. Le HPU sono centraline idrauliche utilizzate per controllare il movimento dei Raptor e direzionare quindi la spinta. Hanno sostituito entrambe le HPU di cui il Booster 7 era dotato, per poi installare le coperture aerodinamiche. È proprio su queste componenti che sembrerebbe abbiano installato due parabole per comunicare con i satelliti Starlink, in modo che il booster possa inviare dati e immagini.

Gli operai hanno anche ultimato l’installazione delle coperture termiche dell’Orbital Launch Mount (OLM), l’anello su cui poggi il vettore. Sono state già montate quasi tutte le paratie, che serviranno a proteggere le tubazioni che corrono tutto intorno all’OLM.

Sembrerebbe che SpaceX voglia procedere con questo primo lancio senza installare il Water Deluge System, ovvero l’impianto che servirà a inondare la base del pad per proteggerlo dal calore proveniente dai motori. Dopo il volo del Super Heavy, sarà interessante osservare quali danni avrà causato alla base in cemento il razzo più potente del mondo.

Ecco la Ship 26. Un prototipo così non si era mai visto

Il 12 febbraio ha raggiunto il sito di test una Starship alquanto particolare e che ha fatto molto discutere. Si tratta della Ship 26, un prototipo privo sia di ali necessarie al controllo del rientro, che di scudo termico. Queste componenti non verranno aggiunte in futuro come accaduto con altri modelli, perché sono assenti le strutture a cui agganciarle.

La Ship 26 porta con sé diverse novità strutturali, soprattutto legate alla struttura interna all’alloggiamento per i nuovi motori Raptor, dotati di attuatori elettromeccanici. Non è ancora confermato, ma con la Ship 26 sarebbe la prima volta che questa tipologia di motori verrà utilizzata su una Starship. Invece, il primo prototipo di Super Heavy che utilizza questi Raptor è il Booster 9, che dovrebbe volare con la Ship 25.

Si è speculato molto sull’utilizzo della Ship 26, a causa della sue caratteristiche e delle componenti mancanti. Le ipotesi che circolano maggiormente sono due, ovvero che si tratta di un prototipo delle future cisterne orbitali oppure della Moonship.

È molto probabile però che sia solamente una Starship che verrà utilizzata per collaudare le nuove modifiche strutturali. In passato è già accaduto qualcosa di simile, prototipi costruiti solamente per testare alcuni elementi per poi venire smantellati. Alcune Starship e Super Heavy non sono nemmeno mai arrivati al sito di test, ma ciò non è accaduto per la Ship 26, che ha raggiunto il pad il 12 febbraio.

Qui SpaceX ha effettuato due prove di pressurizzazione a temperature criogeniche in due giorni differenti, per poi riportarla al sito di costruzione l’1 marzo. Difficile stabilire cosa ne sarà ora della Ship 26. È anche possibile che SpaceX decida di non utilizzarla più.

La Ship 25 e il sito di Massey

La Starship numero 25, la seconda selezionata per il volo, era stata trasportata al sito di test il 14 gennaio. Da allora però, SpaceX non l’ha mai utilizzata, in quanto si stavano concentrando sul Booster 7 e sulla Ship 24 per prepararli al lancio. In vista di questo evento, l’azienda ha poi iniziato a liberare l’area attorno al pad orbitale, in modo da non danneggiare i prototipi in caso di malfunzionamenti al decollo. Così, il 24 febbraio hanno trasportato nuovamente la Ship 25 al sito di costruzione.

Il prototipo non è rimasto qui per molto, perché il giorno seguente l’hanno portata al vecchio poligono di tiro acquistato lo scorso anno, il sito di Massey. Qui SpaceX ha iniziato a realizzare un nuovo sito per collaudare i prototipi, e la Ship 25 è diventata la prima Starship completa a raggiungere questo luogo.

La Ship 25 al sito di Massey. Credits: RGV Aerial Photography.

In precedenza infatti, al sito di Massey avevano utilizzato solamente piccoli serbatoi, con la funzione di collaudare specifiche componenti che poi, in base ai risultati, sarebbero state installate o meno sui futuri prototipi. È possibile che in futuro i test di pressurizzazione vengano eseguiti qui, per poi utilizzare il sito di lancio per le prove dei motori e i voli.

Sembrerebbe inoltre che la vecchio poligono SpaceX voglia realizzare anche uno o più banchi di prova per i motori Raptor. Ciò consentirebbe all’azienda di collaudare i singoli motori a Starbase, senza doverli inviare per forza a McGregor, risparmiando così tempo.

McGregor rimane comunque un sito molto attivo, dove SpaceX continua a portare avanti lo sviluppo dei suoi Raptor. Il 16 febbraio l’azienda ha stabilito anche un nuovo record per quanto riguarda questi motori, mantenendone uno acceso per 195 secondi.

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