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La ricerca del cibo spaziale perfetto, raccontata da Franco Malerba

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Franco Malerba ha raggiunto lo spazio nel 1992, rimanendo a bordo dello Space Shuttle dal 31 luglio all’8 agosto. Quell’ultimo giorno di luglio del 1992, diventò il primo cittadino italiano a raggiungere lo spazio e l’orbita.

Da allora sono passati 31 anni, un periodo in cui il settore spaziale è cambiato molto. Ci sono più satelliti, che fanno più cose, più razzi, molto diversi fra loro, più stazioni spaziali. Quello che è cambiato è anche come, quanto e con cosa si cibano gli astronauti in orbita.

Negli ultimi anni, in particolare dal 2020 (anno in cui è diventata operativa la capsula Dragon di SpaceX) il settore del turismo spaziale, o meglio, del viaggio commerciale nello spazio, è diventato più ampio e le prospettive per il futuro si stanno delineando proprio ora. Nei prossimi decenni saranno centinaia, se non migliaia, le persone che raggiungeranno lo spazio ogni anno, sia in orbita terrestre bassa, sia sulla Luna e forse presto anche su Marte.

Una delle sfide principali del viaggio nello spazio, come in passato è sempre stato anche per i viaggi sulla Terra, è nutrirsi. In questo breve saggio dal titolo “Il cibo nello spazio“, edito da Edizioni Dedalo, l’astronauta Franco Malerba racconta in poche pagine una sfida che è stata al fianco di quelle ingegneristiche fin dagli albori dei programmi spaziali. Fin dal panino portato sulla Gemini 3 da Gus Grissom.

Malerba, grazie all’esperienza in prima persona e a una costante presenza nell’ambiente spaziale degli ultimi 30 anni, riesce a riassumere abilmente, senza dimenticare nulla d’importante, un percorso durato decenni, e che è ancora all’inizio.


In questo libro, facente parte della collana di Edizioni Dedalo chiamata “Le grandi Voci“, Malerba si avvale anche dell’aiuto di ricerche, di colleghi e ricercatori italiani. In particolare, il testo riprende diversi interventi svoltisi al Festival dello Spazio di Busalla nel 2022.

La sfida del cibo spaziale non è banale come può sembrare. L’ambiente in microgravità dell’orbita, unito alla ovvia assenza di luoghi naturali in cui far crescere alimenti, ha portato negli anni a inventare soluzioni che non sempre sono state gradite dagli astronauti. Cibi liofilizzati, cibi senza fibre, cibi precotti e tanto altro, stanno lasciando sempre più il posto a soluzioni moderne, il tutto verso la direzione della coltivazione di piante in orbita. 

ANNUNCIO

Il testo, scritto magistralmente, pone i giusti punti di partenza. E nonostante la scarsa lunghezza, riesce comunque a inserire i necessari contesti tecnici per capire quanto l’ambiente spaziale sia una sfida per l’essere umano, e anche per la nostra ricerca naturale del “cibo migliore”.

Cliccando qui troverai tutte le informazioni su Leggere lo spazio, la rubrica di Astrospace.it dedicata al raccontare i libri di astrofisica, scienza, space economy, esplorazione spaziale, ingegneria, tecnologia e tanto altro.

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