All’interno del Multi-Payload Processing Facility del Kennedy Space Center, gli ingegneri e i tecnici NASA stanno ispezionando la capsula Orion. In particolare, la loro attenzione è posta sulle condizioni dello scudo termico dopo il rientro di Orion dalla missione Artemis I. La capsula, come ben sappiamo, ha effettuato lo splash down nel Pacifico l’11 dicembre 2022 dopo un viaggio di più di 2 milioni di km. Ben 19 giorni dopo, il 30 dicembre, Orion ha raggiunto il Kennedy Space Center per dare il via alle ispezioni.
La NASA ha annunciato che gli ingegneri ed i tecnici del Kennedy Space Center stanno ispezionando lo scudo termico della capsula Orion. La notizia è di particolare interesse per gli appassionati che da giorni si interrogano sullo stato della capsula e che avranno “presto” delle risposte in tal senso.
Il team NASA sta infatti analizzando lo stato dello scudo termico che, in occasione del rientro dai due fly-by lunari, ha impattato l’atmosfera terrestre raggiungendo una temperatura di circa 2760 °C. Parallelamente, il team sta valutando le condizioni dei “finestrini” a bordo di Orion, così come la copertura termica che ha protetto i pannelli posteriori durante il rientro e durante le fasi di accelerazione al momento del lancio.
L’importanza del successo di Artemis 1
Com’è possibile vedere nella foto di copertina, in cima alla capsula è presente il sistema di sollevamento del modulo dell’equipaggio. Esso consiste di un gruppo di cinque airbag che, dopo lo splash-down, posizionano la capsula con il lato destro rivolto verso l’alto. Essi sono stati sgonfiati prima del trasporto di Orion al Kennedy Space Center.
I tecnici hanno aperto il 10 gennaio il portellone, estraendo gli esperimenti scientifici principali, in particolare i 3 manichini. Questa settimana rimuoveranno anche tre scatole avioniche interne insieme al resto dei carichi utili. Una volta ispezionate dettagliatamente e verificate in quanto ad affidabilità, esse partiranno a bordo della futura missione Artemis II. Questi test sono particolarmente importanti proprio in funzione della prossima missione verso la Luna.
Artemis II infatti, sarà la prima missione con astronauti a bordo, anche se non scenderanno sulla Luna. Qualsiasi problema o sistema che non abbia funzionato come previsto durante la prima missione va trovato ed eventualmente sostituito il prima possibile, per evitare problemi e ritardi di Artemis II.
Nei prossimi mesi, verranno condotte queste ed altre operazioni fino al trasferimento del veicolo spaziale presso il Neil A. Armstrong Test Facility della NASA per i test sulle vibrazioni acustiche e altri test ambientali. Non ci resta che avere pazienza, come da prassi in ambito spaziale, per avere notizie più precise sullo stato della capsula Orion dopo l’emozionante rientro a casa.
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