Cina
| On 2 anni ago

Speciale Mengtian: l’ultimo modulo della Stazione Spaziale cinese è pronto al lancio

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Il 31 ottobre, alle 8:30 italiane dallo spazioporto di Wenchang partirà un Lunga Marcia 5B, il più potente e discusso vettore cinese. Questo razzo è la versione con un solo stadio del Lunga Marcia 5, e a bordo avrà un nuovo modulo della Tiangong, la stazione spaziale cinese. Il modulo si chiama Mengtian e completerà la prima versione della stazione.

Con una massa di oltre 20 tonnellate, Mengtian è il secondo modulo-laboratorio della stazione dopo Wentian (lanciato il 24 luglio) ed l’unico completamente dedicato ad attività scientifica. Wentian infatti, presenta diversi elementi di backup del modulo di comando Tianhe, come gli alloggi dei taikonauti, i sistemi di comunicazione e un airlock per uscire all’esterno in attività extraveicolari.

Mengtian è l’inizio della fase scientifica di Tiangong

Mengtian, strutturalmente molto simile a Wentian, utilizza tutto il suo spazio pressurizzato per incrementare il numero di racks a bordo. I racks sono degli spazi di dimensione standardizzata che ospitano gli esperimenti interni della Tiangong, dei compartimenti simili ad armadi. Mengtian presenta 12 racks, più di ogni altro modulo della stazione.

Con questo modulo sale a 23 il totale dei racks interni per esperimenti, mentre sono 42 gli slot esterni. 22 sono su Wentian, mentre 30 su Mengtian. Rimane invariata invece la sezione esterna dei pannelli solari e delle antenne per comunicare con i satelliti della costellazione Tianlian.

I racks presenti su questo modulo sono prevalentemente focalizzati su esperimenti di fisica, a differenza di quelli di Wentian che sono di biologia. Tra i racks, c’è né uno per lo studio dei fluidi in microgravità, con particolare attenzione alla ricerca sulla crescita dei cristalli e le cristallizzazione delle proteine. Di centrale importanza sono anche i fenomeni che riguardano la transizione di stato della materia.

Ci sono infatti dei racks in cui verranno riprodotti fenomeni di condensazione, evaporazione, solidificazione e combustione. Quest’ultimo è un processo è di grande importanza che potrebbe contribuire nello sviluppo di nuove tecnologie per la propulsione spaziale. Degni di nota sono anche i rack dedicati alla fisica pura. Uno di questi serve a sviluppare degli esprimenti su atomi di potassio e rubidio a temperature criogeniche, altri due rack utilizzeranno invece degli orologi atomici. 

Un nuovo airlock per gli esperimenti

La seconda grande novità di Mengtian è la presenza di un airlock per l’esposizione degli esperimenti all’esterno della stazione, che differisce dagli altri per la dimensione ed utilizzo. Questa porta serve infatti solo per spostare gli esperimenti dall’interno della stazione all’esterno, quindi senza la necessità dei taikonauti di vestirsi con le tute Feinan. Questo sistema è molto simile a quello presente al modulo giapponese Kibo sulla ISS e al modulo Bishop, l’airlock sviluppato da Nanoracks sempre per la Stazione Spaziale Internazionale.

L’airlock presente sul modulo Kibo della ISS. Quello di Mengtian avrà un funzionamento simile. Credit: JAXA

In questa sezione taikonauti possono inserire gli strumenti o esprimenti, che poi viene chiuso e depressurizzato. A questo punto l’oggetto viene trasferimento tramite un sistema di collocamento robotico su degli slot presenti nelle porte del modulo. Terminato il posizionamento le due porte del modulo si dispiegano ed espongono tutti gli esperimenti all’ambiente spaziale. Queste operazioni ripetute, con l’ausilio dei due bracci robotici della Tiangong permettono di cambiare con facilità la tipologia di ricerche esposte all’ambiente spaziale, eliminando la necessita di lunghe EVA. 

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Per approfondire –> La guida completa alla nuova stazione spaziale cinese

Cosa succede dopo il lancio

Il viaggio di Mengtian verso la Tiangong è pressoché identico a quello di Wentian. Terminato il trasporto a bordo del Lunga Marcia 5B, il modulo dispiega l’antenna e solo parzialmente i panelli solari. Questi ultimi verranno estesi completamente solo una volta che il modulo attraccherà con il modulo Tianhe nella sua porta lungo l’asse del modulo. Esso non sarà infatti posizionato subito sulla porta laterale, dove formerà finalmente la forma a T con il resto della Tiangong. Dopo l’attracco i taikonauti entreranno nel modulo per verificarne la sicurezza e il coretto funzionamento dei sottosistemi. 

Dopo alcune settimane, Mengtian sarà ruotato di 90 gradi e congiunto alla porta definitiva di Tianhe, tramite un piccolo braccio robotico, simile al Lyappa sovietico inventato per la stazione MIR. In caso di problemi i taikoanuti potrebbero usare il braccio robotico principale come backup. Terminata questa manovra, la stazione assumerà la famosa forma a “T” e sarà ufficialmente completa, un momento storico per il programma spaziale cinese.

Render della forma che avrà la Tiangong all’arrivo di Mengtian. Credits: Astrospace.it

Mengtian segna la fine della prima fase della Tiangong, infatti, se pur non ancora confermata, è molto probabile che la stazione verrà ampliata, seguendo la stessa logica a T con altri tre moduli. Di questi ne esiste già uno, una copia di Tianhe pensata inizialmente come rimpiazzo in caso di fallimento del lancio del primo modulo.

L’incognita del primo stadio

Mengtian sarà lanciato con un vettore Lunga Marcia 5B, ormai tristemente famoso per il suo rientro incontrollato dall’orbita, che esegue una volta completato il lancio. Questo vettore non dispone di un secondo stadio, e quindi il primo deve portare il carico più in alto, rimanendo acceso per più tempo, con la conseguenza che esso stesso entra in orbita. Si tratta, come ormai sappiamo, di un’orbita instabile, che lo porta ad un rientro incontrollato pochi giorni dopo, senza che sia possibile prevedere una zona e un periodo preciso di rientro.

Per ora non ci sono informazioni sul fatto che la Cina abbia preso nuove precauzioni per evitare questa situazione, ma tutto lascia supporre che non lo abbia fatto. L’immissione in orbita di questo terzo e ultimo modulo è una priorità massima per la Cina, e difficilmente metterebbe in pericolo la missione principale per evitare un rientro incontrollato dalla scarsa, se non nulla, pericolosità.

Per tutti gli aggiornamenti sul lancio –> Canale Telegram Astrospace.it 

Ricordiamo infatti che nonostante si tratti di un oggetto massiccio, il rientro in atmosfera ne distrugge la maggior parte degli elementi. La probabilità che alcuni pezzi arrivino interi al suolo è alta, nei precedenti lanci è già successo, ma è molto difficile che facciano danni.

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