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| On 2 anni ago

Si parla sempre di più degli Starlink 2, e nel frattempo altri 54 satelliti arrivano in orbita

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Da Cape Canaveral il 28 agosto alle ore 5:41 è partita l’ultima missione prima del grande lancio di Artemis I. Dal complesso di lancio numero 40, poco distante dalla rampa 39B dove si trova SLS, è decollato un Falcon 9 con a bordo 54 satelliti Starlink. Grazie a quest’ultimo lancio sale a 3160 il numero di satelliti di SpaceX che hanno raggiunto lo spazio. A differenza delle precedesti missioni, SpaceX ha trasportato un satellite in più, battendo così anche il record di massa trasportata in orbita, ovvero 16,7 tonnellate.

La missione, classificata come Starlink-4.23, ha avuto luogo due giorni dopo il grande annuncio della collaborazione con T-Mobile. SpaceX ha infatti dichiarato di essere al lavoro con l’operatore per sviluppare sistemi in grado di far connettere con Starlink tutti i dispositivi dotati di SIM, come smartphone o addirittura le Tesla. Tale connessione permetterà soltanto d’inviare SMS o effettuare chiamate ed è pensata per essere utilizzata in casi di emergenza in quelle aree prive di connessione.

Per questo nuovo tipo di collegamento SpaceX avrà bisogno della nuova versione dei satelliti, chiamati semplicemente Starlink 2. Questi saranno molto più grandi di quelli attuali, e su di essi potranno montare un’apposita antenna con cui comunicare con i cellulari. Gli Starlink 2 inoltre, saranno fondamentali per la crescita del servizio e per mantenere prestazioni elevate.

L’incessante bisogno di satelliti in orbita

Starlink è un servizio attivo in più di 39 Paesi e il numero di abbonati è in continua crescita. Poche ore prima del lancio è stato annunciato che il servizio sarà attivo da ora anche in Norvegia. Vi sono alcune aree in cui il servizio ha raggiunto il punto di saturazione, e dove SpaceX ha interrotto la distribuzione dei kit. Diversi utenti inoltre stanno riscontrando rallentamenti e problemi nell’usufruire di una connessione stabile. Molte volte ciò è dovuto all’enorme mole di traffico che i satelliti devono gestire e capita, soprattutto nelle ore di punta di utilizzo, quando la rete è congestionata.

Per risolvere tale problema SpaceX necessita di avere attivi molti più satelliti, e quindi incrementare il numero di lanci. Un singolo Starlink dispone infatti di una quantità limitata di banda disponibile, che va divisa fra gli utenti che usufruiscono di quel servizio “sotto” quel determinato satellite. Più utenti, meno banda per ognuno. In questi due grafici sono rappresentati gli Starlink portati in orbita per ogni mese (a sinistra), e quelli per ogni anno (a destra).

Ora però il sembra che sia giunto anche il problema opposto: la crescita degli abbonati non sta reggendo il passo con i satelliti che arrivano in orbita operativa. Su 3160 Starlink lanciati, ce ne sono 2841 in orbita, di cui operativi “solo” 2337, stando alle analisi dell’astronomo Jonathan McDowell. I satelliti, una volta rilasciati, impiegano circa un paio di mesi per raggiungere la quota di 550 km, da cui poi entreranno in servizio.

Il numero di Starlink attivi è in costante crescita, ma sarà con la nuova versione che le prestazioni faranno un salto di qualità. Ogni Starlink 2 avrà una larghezza di banda 5 volte superiore rispetto alla versione precedente, aumentando così la quantità di dati che possono trasmette. A causa della stazza di questi satelliti, larghi sette metri e dal peso di 1,25 tonnellate, potranno però arrivare in orbita in grandi numeri solamente con la Starship.

Per tale ragione SpaceX sta pensando anche a un piano B, in caso il nuovo vettore subisca dei ritardi. Musk ha infatti dichiarato che stanno lavorando a una versione “mini” degli Starlink 2, che potranno essere lanciati anche dal Falcon 9.

Dopo un lungo stop torna a volare il B1069

SpaceX ha completato la sua trentottesima missione del 2022 grazie all’utilizzo del Falcon 9 con numero di serie B1069. Si tratta di un primo stadio che ha volato per la prima volta a dicembre dello scorso anno con CRS-24, ma da allora l’azienda ha dovuto effettuare alcuni interventi di manutenzione. Dopo essere atterrato con successo sulla chiatta infatti, durante il rientro in porto il Falcon 9 ha subito diversi danni, soprattutto ai motori. La causa rimane tuttora ignota ma potrebbe essere legata alle condizioni meteo.

Per tali ragioni SpaceX ha dovuto effettuare lunghi interventi di controllo e riparazione per  far tornare questo booster operativo. Starlink-4.23 è la sua seconda missione e prima del decollo l’azienda ha voluto controllare che tutto funzionasse correttamente. I 25 agosto SpaceX ha così condotto un test statico di avviamento dei 9 motori Merlin del B1069, una prova che ormai si vede raramente grazie alla grande confidenza che l’azienda ha con i propri mezzi.

Nonostante i problemi avuti, il B1069 ha completato con successo anche questo lancio, per poi atterrare senza problemi sulla chiatta A Shortfall Of Gravitas. Si tratta di uno dei riutilizzi più veloci sia del pad di lancio che della nave, in quanto sono trascorsi solamente 8 giorni e 8 ore dalla missione precedente. Inizialmente il lancio sarebbe dovuto avvenire da complesso di lancio 39A, ma SpaceX ha deciso di utilizzare l’altro pad a sua disposizione in Florida per non creare eventuali problemi all’SLS che si trova al pad 39B.

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