AGGIORNAMENTO: Il tentativo di lancio di Artemis 1 non è più possibile nel Launch Period di inizio agosto. Per ora il nuovo periodo possibile di lancio consigliato è nella prima metà di ottobre. La situazione potrebbe evolvere e cambiare in fretta, in base ai risultati delle analisi sul problema rilevato durante il secondo tentativo del 3 settembre. Per tutti gli aggiornamenti, consigliamo l’iscrizione al sul canale Telegram o alla nostra pagina Facebook.
L’obiettivo del Programma Artemis è far atterrare nuovamente l’uomo sulla Luna dopo oltre 50 anni, stabilirvi una base permanente e costruire una stazione spaziale in orbita lunare. Artemis 1 sarà la prima di queste missioni, e servirà come test generale dell’SLS e della capsula Orion, entrambi al primo volo.
A bordo di Orion non ci saranno astronauti, ma proprio in virtù del fatto che sarà un grande test per questi mezzi, ci saranno comunque dei passeggeri. Il primo è Moonikin Campos, un manichino con corpo maschile precedentemente utilizzato nei test di vibrazione di Orion. Insieme a lui, due manichini tedeschi: Helga e Zohar, busti umani femminili.
La presenza dei tre manichini ci consentirà di misurare i dati relativi a radiazioni, accelerazioni e vibrazioni durante la missione. Le informazioni raccolte da queste repliche del corpo umano serviranno per le future missioni con equipaggio.
Insieme a loro, anche la pecora Shaun dell’ESA, l’indicatore zero-g Snoopy della NASA e numerosi esperimenti scientifici e tecnologici.
Il primo dei passeggeri: il “comandante” Moonikin Campos
Il manichino Campos occuperà il posto di comando all’interno della navicella. Per questo è stato soprannominato “comandante Moonikin Campos”. Inoltre, indosserà una tuta del sistema di sopravvivenza dell’equipaggio di Orion, la stessa tuta spaziale che gli astronauti di Artemis utilizzeranno durante il lancio, l’ingresso in atmosfera al rientro, e altre fasi dinamiche delle missioni.
Campos sarà dotato di due sensori di radiazioni e di altri sensori sotto il poggiatesta e dietro il sedile, per registrare i dati di accelerazione e vibrazione durante la missione. Questi dati aiuteranno la NASA a proteggere gli astronauti durante Artemis 2, la prima missione in più di 50 anni che invierà un equipaggio intorno alla Luna.
🚀 Commander Moonikin “Campos” is going!
⁰@NASA_Orion will soon travel beyond the far side of the Moon, farther than any other human rated vehicle ever has. Commander Moonikin “Campos” will test the spacecraft’s systems for future crewed missions. pic.twitter.com/DMt0Hbjanf— NASA's Kennedy Space Center (@NASAKennedy) August 9, 2022
La scelta del nome Campos
Il nome Campos è una dedica all’ingegnere Arturo Campos, che nel 1970 riuscì a riportare sani e salvi sulla Terra gli astronauti dell’Apollo 13.
La scelta finale del nome del comandante di Artemis 1 era tra Campos e Delos, un riferimento all’isola in cui nacquero Apollo e Artemide secondo la mitologia greca. Gli altri sei nomi presi in considerazione all’interno di un concorso online promosso dalla NASA erano:
- ACE, acronimo di “Artemis Crew Explorer”.
- Duhart, dedica a Irene Duhart Long, responsabile medico del Kennedy Space Center dal 2000 al 2010.
- Montgomery, dedica a Julius Montgomery, primo afroamericano a lavorare come professionista tecnico alla Cape Canaveral Air Force Station, oggi nota come Cape Canaveral Space Force Station.
- Rigel, stella gigante e molto luminosa nella costellazione di Orione.
- Shackleton, un cratere nel Polo Sud della Luna che prende il nome dal famoso esploratore antartico Ernest Shackleton.
- Wargo, una dedica a Michael Wargo, il primo scienziato capo dell’esplorazione della NASA.
Gli altri passeggeri: i manichini tedeschi
Helga e Zohar sono due manichini in mezzo busto femminili identici fra loro, costruiti dal Centro Aerospaziale Tedesco (DLR). Hanno scelto il loro nome rispettivamente il DLR e l’Agenzia Spaziale Israeliana (ISA). Supporteranno il Matroshka AstroRad Radiation Experiment (MARE), l’esperimento per fornire dati sui livelli di radiazione durante le missioni lunari. Presentati sui social con l’hashtag #LunaTwins, Helga e Zohar utilizzano sensori integrati per misurare l’esposizione alle radiazioni durante il loro volo di quasi 42 giorni intorno alla Luna.
Zohar indosserà un giubbotto protettivo AstroRad, da testare durante questo volo, mentre Helga volerà senza protezione. Entrambi i manichini sono realizzati con materiali che imitano le ossa, i tessuti molli e gli organi di donne adulte, in modo da poter misurare la dose di radiazioni negli organi particolarmente sensibili alle radiazioni. Ognuno di essi è composto da 38 fette individuali in cui sono integrati i sensori.
L’esperimento MARE sui passeggeri
Il Matroshka AstroRad Radiation Experiment (MARE) è il più grande esperimento sulle radiazioni che abbia mai lasciato l’orbita terrestre. Il corpo femminile è più sensibile agli effetti delle radiazioni ionizzanti rispetto a quello maschile; è quindi importante sviluppare misure di protezione per gli equipaggi delle future missioni a lungo termine sulla base di questi dati. MARE è stato progettato per:
- Studiare esattamente come i livelli di radiazione influenzeranno le astronaute durante un volo lunare completo.
- Determinare quali misure di protezione dalle radiazioni potrebbero essere utili.
Per la prima volta, MARE raccoglierà anche dati di misurazione continui che potranno essere utilizzati per determinare l’esposizione alle radiazioni all’interno del veicolo spaziale in momenti specifici durante il volo verso la Luna. A tal fine verranno utilizzati 16 strumenti di misurazione delle radiazioni sviluppati dal DLR.
Shaun, la pecora astronauta dell’ESA
Anche la pecora Shaun, pupazzo protagonista della serie animata Shaun the Sheep, viaggerà nella navicella Orion durante Artemis 1. Ad annunciare la presenza di Shaun come passeggero è stato David Parker, Direttore di Esplorazione Umana e Robotica dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che ha affermato:
L’assegnazione di Shaun alla missione completa la prima fase per i membri più recenti del nostro corpo astronauti. Insieme all’astronauta italiana Samantha Cristoforetti attualmente sulla ISS per la sua seconda missione, l’astronauta danese Andreas Mogensen assegnato al suo secondo volo nello spazio. E prima della presentazione, entro la fine dell’anno, dei nuovi astronauti della selezione 2021.
Per prepararsi a questo volo, nel 2020 Shaun ha iniziato un programma di addestramento e ambientamento con il veicolo spaziale Orion e il Modulo di Servizio Europeo (ESM). L’addestramento è stato interamente documentato.
Shaun ha preso il volo sul velivolo Airbus ‘Zero G’ A310 durante uno dei suoi voli parabolici che ricrea le condizioni di assenza di gravità simili a quelle provate nello spazio. Questo volo aveva preparato Shaun per il suo ruolo di viaggiatore dello spazio nel film Shaun, Vita da Pecora: Farmageddon uscito nel 2019. Il documentario forniva un approfondimento sull’addestramento che tutti gli astronauti affrontano per prepararsi al volo spaziale, cosa che ora Shaun sperimenterà per davvero.
Snoopy, l’indicatore zero-g su Orion
Per oltre 50 anni, Snoopy ha contribuito all’entusiasmo per le missioni spaziali umane della NASA. Tra le altre cose, è stato utilizzato per incoraggiare l’iniziativa della NASA sulla sicurezza dei voli spaziali durante il periodo delle missioni Apollo.
Snoopy volerà su Orion per la missione Artemis 1, come indicatore di gravità zero. La capsula Orion verrà aperta poche ore prima del lancio per inserirlo. Indosserà una tuta di volo arancione personalizzata, completa di guanti, stivali e patch della NASA.
I Peanuts Worldwide stanno rilasciando una nuova serie di programmi e brevi video per incoraggiare i bambini a imparare come funziona la gravità, il lavoro di squadra e l’esplorazione spaziale mentre seguono Snoopy nel suo viaggio durante Artemis 1. Oltre alla bambola e alle spille Sliver Snoopy, un pennino dello studio Peanuts di Charles M. Schulz farà il viaggio su Artemis 1, avvolto in un fumetto a tema spaziale.
Sensori di radiazione aggiuntivi
Artemis 1 trasporterà diversi carichi utili, tra cui una serie di 10 CubeSat, satelliti dalle piccole dimensioni standardizzate che si trovano a bordo del vettore SLS, posizionati fra il secondo stadio e la capsula Orion. Ne parliamo meglio in questo articolo.
Orion trasporterà inoltre diversi strumenti e indagini supplementari per studiare l’ambiente di radiazione dello spazio profondo che è presente nelle missioni verso la Luna e oltre. Di seguito un elenco.
- Radiation Area Monitor (RAM). La tecnologia dei sensori di radiazioni a bordo della navicella comprende sei rilevatori passivi RAM delle dimensioni di una scatola di fiammiferi. I RAM registreranno la dose totale di radiazioni durante la missione. Essendo passivi, non necessitano di alcuna fonte di alimentazione per raccogliere informazioni sulla dose di radiazioni. Saranno analizzati dopo il volo.
- Hybrid Electronic Radiation Assessor (HERA). Rivelatore attivo di radiazioni che misurerà le particelle cariche che passano attraverso i suoi sensori. Sarà collegato all’alimentazione e potrà inviare le sue letture a Terra durante il volo. Nelle missioni con equipaggio, HERA farà parte del Sistema di Attenzione e Avvertimento della navicella e suonerà un allarme nel caso di un evento di particelle energetiche solari, avvisando l’equipaggio di mettersi al riparo.
- Dosimetri attivi dell’ESA. Creati e forniti dall’ESA, cinque dispositivi, ciascuno delle dimensioni di un mazzo di carte, saranno montati all’interno della cabina. Dotati di sensori multipli che coprono un’ampia gamma di energie delle radiazioni ionizzanti nello spazio, registreranno i dati sull’ambiente di radiazione all’interno della navicella in tempo reale. Per farlo sfrutteranno un timestamp, così da consentire agli scienziati di vedere i tassi di dose di radiazioni durante le varie fasi della missione.
Quattro esperimenti di biologia spaziale
Orion trasporterà anche un carico utile chiamato Biological Experiment-01, contenente quattro indagini di biologia spaziale. Esse analizzeranno gli effetti dell’ambiente spaziale profondo durante il viaggio intorno alla Luna su:
- Il valore nutrizionale dei semi.
- La riparazione del DNA dei funghi.
- L’adattamento del lievito.
- L’espressione genica delle alghe.
Gli esperimenti si svolgeranno all’interno di un contenitore conservato nel modulo dell’equipaggio di Orion per tutta la durata di Artemis 1. Saranno restituiti ai ricercatori per le analisi post-volo dopo l’atterraggio della navicella. Le conoscenze acquisite da queste indagini ci aiuteranno a capire come possiamo prosperare meglio nello spazio profondo, per le future missioni sulla Luna e su Marte.
Cinque specie di semi, come sull’Apollo 14
Più di mezzo secolo fa l’astronauta Stuart Roosa della NASA, ex lavoratore del Servizio Forestale dell’USDA, ha portato in orbita lunare semi di pino, sicomoro, gomma, sequoia e abete sull’Apollo 14. Mentre i compagni di equipaggio Alan Shepard e Edgar Mitchell hanno trascorso due giorni a esplorare la superficie lunare, Roosa ha condotto esperimenti a bordo della capsula di comando con la prima generazione di semi di “alberi lunari” al seguito, compiendo 34 orbite lunari complete prima del viaggio di ritorno sulla Terra.
Con Artemis 1 l’esperimento si ripete. Cinque specie di semi di alberi terrestri voleranno attorno alla Luna, rispecchiando la selezione fornita a Roosa più di 50 anni fa. Le cinque specie che volano con Artemis 1 includono:
- Pino loblolly (Pinus taeda): conifera a crescita rapida originaria degli Stati Uniti sudorientali, una delle specie più comuni negli Stati Uniti.
- Sicomoro americano (Platanus occidentalis): albero deciduo originario degli Stati Uniti centrali e orientali, noto per vivere fino a 600 anni.
- Gomma dolce (Liquidambar styraciflua): albero deciduo nativo dal Texas orientale all’Oceano Atlantico e a nord fino ai Grandi Laghi, segnato da profonde foglie verdi lucide a forma di stella.
- Sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum): originaria della California, una conifera con corteccia rossa/arancione distinta, noto per raggiungere età fino a 3.400 anni e per essere tra gli alberi in crescita più alti del mondo.
- Abete di Douglas (Pseudotsuga menziesii): conifera nativa del Nord America occidentale, il cui nome onora il botanico ed esploratore David Douglas.
Tornato sulla Terra, il Servizio Forestale USDA farà germogliare i nuovi semi dell’Albero della Luna e li farà crescere in piantine. Le istituzioni pubbliche negli Stati Uniti avranno l’opportunità di presentare una proposta per diventare custodi di questi “alberi lunari”.
Tecnologia commerciale su Orion con Callisto
Infine c’è Callisto. Si tratta di una dimostrazione tecnologica sviluppata grazie a un accordo con Lockheed Martin e con Amazon e Cisco, per portare l’assistente digitale Alexa e il sistema Webex a bordo del primo test di volo di Orion nello spazio profondo.
Callisto, che prende il nome da una dea mitologica greca e da una delle assistenti di caccia di Artemide, ha lo scopo di mostrare come la tecnologia commerciale potrebbe assistere i futuri astronauti nelle missioni nello spazio profondo. Il carico utile dimostrerà come gli astronauti e i controllori di volo possano utilizzare la tecnologia dell’interfaccia uomo-macchina e l’assistente virtuale di Amazon per rendere il loro lavoro più semplice, sicuro ed efficiente per il progredire dell’esplorazione spaziale.
Questo sistema si troverà sulla console centrale di Orion. Comprende un tablet che testerà il software di videoconferenza Webex di Cisco per trasmettere video e audio dal Centro di Controllo Missione di Johnson. Ci saranno anche dei software personalizzati di Lockheed Martin e Amazon che testeranno Alexa.
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