Il JPL della NASA ha completato con successo i test sulle comunicazioni end-to-end tra il lander lunare Peregrine di Astrobotic e il Deep Space Network. Questa serie di test, avvenuta durante il mese di luglio, dimostra come vi sia affidabilità dei sistemi e compatibilità nelle comunicazioni da terra verso lo spazio.
Si tratta di un importante crocevia per il lander Peregrine nel suo viaggio verso la Luna! Ricordiamo che tale missione, appartenente al programma CLPS della NASA, è tuttora fissata per la fine di quest’anno e sarà il carico principale a bordo del lancio inaugurale del vettore Vulcan di ULA.
Il nostro team ha completato la fase di test tra il Deep Space Network e i sistemi di comunicazione di Astrobotic inclusi avionica, software di supporto a terra e di missione. Abbiamo correttamente trasmesso comandi, ricevuto la telemetria. La soddisfazione è stata evidente nel momento in cui gli schermi del centro di controllo di missione si sono illuminati mostrando la reale telemetria proveniente dal lander. Eduardo Lugo, ingegnere responsabile delle comunicazioni RF di Astrobotic
La corsa di Astrobotic contro il tempo
Lo scorso aprile, in un evento in collaborazione con la NASA, Astrobotic ha presentato il lander lunare Peregrine, il primo del programma CLPS. A meno di quattro mesi di distanza da quella data, stiamo già parlando di un successo nella fase di test delle comunicazioni tra lander e DSN. In un ambito nel quale gli imprevisti sono all’ordine del giorno, si tratta di una conquista che potrebbe portare NASA ed Astrobotic verso la conferma del lancio per la fine dell’anno.
La fase di test in questione è stata condotta in circa due settimane poi culminate nella consapevolezza che le comunicazioni tra Peregrine e Deep Space Network fossero ottimali. Infatti, il lander dovrà trasmettere e ricevere comandi dal Mission Control Center di Astrobotic (Pittsburgh, Pennsylvania) attraverso il DSN.
Proprio come per la missione del James Webb Telescope, il lander Peregrine si servirà di 3 potenti antenne del DSN. Dal diametro di 34 metri ciascuna, esse sono situate a Camberra (Australia), Goldstone (California) e Madrid (Spagna). Ciò avverrà una volta che il lander avrà completato la separazione dal vettore Vulcan-Centaur di ULA, continuando il suo viaggio verso la Luna.
Dopo il successo nelle comunicazioni, il team di Space Robotics ha correttamente integrato 24 payload a bordo del lander. Solo pochi giorni fa, infine, il team di Astrobotic ha invece completato l’integrazione del OPAL Terrain Relative Navigation (TRN). Quest’ultimo permetterà a Peregrine un allunaggio preciso ed in sicurezza. Inoltre, consentirà ad Astrobotic di testarne l’affidabilità anche per la futura Mission One del lander Griffin, più grande e potente.
Peregrine, il primo lander lunare del CLPS
Il lander Peregrine è alto circa 1.9 m e largo 2.5 m ed è in grado di trasportare fino a 265 kg di carico utile sulla superficie lunare. La struttura del bus del lander lunare è principalmente progettata in lega di alluminio ed è riconfigurabile a seconda del tipo di missione in programma. Il sistema propulsivo consta di 5 propulsori progettati da Aerojet Rocketdyne. Ciascuno di essi genera una spinta di 667 N.
L’intero sistema è pensato per correggere le traiettorie del lander, ma non solo. Esso dovrà spingere Peregrine lungo la traiettoria d’inserzione trans-lunare, permettere l’inserzione in orbita lunare e un allunaggio il più morbido e sicuro possibile. Il propellente utilizzato è un bi-propellente ipergolico (che permette una combustione spontanea) composto da MON-25/MMH.
Per stabilizzare il veicolo spaziale, occorrono inoltre 12 propulsori più piccoli che generano una spinta di 45 N ciascuno, anch’essi alimentati a MON-25/MMH. Il sistema elettrico del lander Peregrine è alimentato da una batteria a ioni di litio, molto utile nel caso in cui si necessiti di una certa autonomia e di volumi contenuti.
Tale batteria è ricaricata da un pannello solare accanto al quale troviamo i radiatori e dei dissipatori di calore per smaltire quello in eccesso. Nel caso della prima missione, non saranno presenti degli heaters sul lander, ovvero delle serpentine che hanno lo scopo di riscaldare Peregrine durante la notte lunare. Ciò significa che il lander non sopravviverà alla freddissima notte che, ricordiamo, sulla Luna dura 14 giorni terrestri.
Peregrine Mission One
La prima missione del lander Peregrine, come accennato in apertura di articolo, è tuttora fissata per la fine dell’anno. Partenza prevista dal Kennedy Space Center a bordo di un Vulcan Centaur di ULA. Questa data sarà comunque una sfida per le due aziende coinvolte. Sia al vettore Vulcan, sia al lander, mancano ancora molti test ed operazioni da effettuare.
Per quanto riguarda la quantità di carico da trasportare, parliamo di 28 payload totali, compresi 14 esperimenti scientifici della NASA. Esperimenti, questi, che rientrano nel programma CLPS e che sono già stati integrati a bordo del lander. Durante la missione, il lander potrà portare solo 90 kg di carico, ben lontano dal suo massimo ma pensato così per permettere un trasporto in sicurezza per la prima missione di prova.
Per la seconda missione, infatti, il peso totale del carico è già stato aumentato a 175 kg, fino ad arrivare alla terza missione a carico pieno ovvero 265 kg. L’allunaggio avverrà all’interno del Lacus Mortis, una pianura di lava basaltica situata nella zona nordorientale della Luna. Peregrine, nell’occasione, sarà operativo per una durata di 8 giorni terrestri, prima di spegnersi a causa delle bassissime temperature della notte lunare.
Ciò che non si spegnerà, invece, è il nostro entusiasmo nel trovarci a 10 giorni dall’inizio di un lungo periodo di lanci verso la Luna. La nuova Era dell’esplorazione lunare, per mesi citata come in arrivo e spesso anche con un velo di amarezza per i continui ritardi, è finalmente arrivata.
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