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| On 2 anni ago

SpaceX supera i 3000 Starlink portati in orbita

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Da una insolita California priva di nebbia è decollato un altro Falcon 9 con il compito di portare nello spazio 46 Starlink, alle 23:40 del 12 agosto. Si tratta della terza missione, classificata come Starlink.3.3, che parte dalla base militare di Vandenberg e che vede l’arrivo in orbita polare di questi satelliti. Da luglio infatti, SpaceX ha iniziato la costruzione di un nuovo guscio di Starlink che viaggeranno attorno alla Terra passando per i poli. In questo modo sarà possibile fornire il servizio di connessione satellitare in tutto il mondo, anche alle latitudini più elevate.

L’azienda di Musk è sempre più vicina al completamento della prima fase del progetto Starlink, che prevede 4408 satelliti. Da maggio 2019 l’azienda ne ha lanciati ben 3053, di cui 1111 trasportati in orbita solo durante il 2022. Non tutti questi Starlink però sono attivi, in quanto diversi sono deorbitati o in procinto di farlo.

Il 10 agosto la Federal Communications Commission ha negato a SpaceX sussidi federali per un totale di 885 milioni di dollari, ma l’azienda potrebbe rifarsi con le prossime aste. Intanto ottiene un importante contratto con la Air Force grazie alle prestazioni dimostrate in Ucraina.

Starlink nelle operazioni militari

Dallo scoppio della guerra in Ucraina Starlink ha avuto un ruolo molto importante come sistema di comunicazione di emergenza e supporto. Lo hanno utilizzato sia i civili che i militari, persino come ponte per ripristinare le infrastrutture di terra. Il 22 luglio la US Air Force ha assegnato a SpaceX 1,92 milioni di dollari per utilizzare la connessione satellitare per 12 mesi, dall’ 1 agosto 2022 al 31 luglio 2023.

L’azienda assegnerà alla USAF una cella dal diametro di 22 km per l’utilizzo delle postazioni fisse, ma è previsto anche lo sfruttamento del servizio in mobilità. SpaceX infatti ha ottenuto i permessi e dimostrato che è possibile utilizzare Starlink anche su mezzi in movimento.

L’USAF ha selezionato Starlink in quanto è l’unico servizio attualmente disponibile e che offre elevate prestazioni sia in Europa che in Africa. L’Air Force ha inoltre dichiarato di aver preso in considerazione anche l’utilizzo della costellazione OneWeb, ma questa presenta alcuni problemi. Siccome questa non dispone ancora di un numero di satelliti sufficienti, può fornire servizi di connessione solamente a latitudini superiori a 50 gradi. Ciò quindi non gli consente di poter essere utilizzata nelle aree d’interesse dell’Air Force.

Con Starlink l’USAF si aspetta di poter utilizzare una connessione con elevate prestazioni, raggiungendo velocità di download di 500 Mbps e con una bassa latenza. Attualmente non sono state registrate velocità simili ma in determinate occasioni alcuni utenti hanno raggiunto e superato i 400 Mbps in download. Più satelliti arriveranno in orbita e migliori saranno le prestazioni, anche grazie all’attivazione della connessione laser tra Starlink, prevista entro fine anno.

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Un altro Falcon 9 raggiunge quota 10 lanci

Su una flotta composta da 12 primi stadi che hanno già volato almeno una vota, cinque hanno raggiunto quota 10 missioni. Il Falcon 9 con numero di serie B1061 è proprio l’ultimo che entra a far parte di questo gruppo. SpaceX lo ha utilizzato la prima volta a novembre 2020 per portare in orbita il primo equipaggio di una missione di lunga durata verso la ISS, ovvero con la missione Crew-1. Successivamente, ad aprile dello scorso hanno è stato utilizzato anche dagli astronauti di Crew-2. In seguito il B1061 hai supportato altri lanci molto diversi tra loro, partendo sia dalla Florida che dalla California.

Con Starlink-3.3 SpaceX ha completato con successo la sua missione numero 36, otto delle quali partite proprio dalla base californiana. Dopo circa otto minuti e mezzo il Falcon 9 ha eseguito l’atterraggio numero 136 per SpaceX. Il rientro è avvenuto sulla chiatta Of Course I Still Love You, l’unica che si trova nell’Oceano Pacifico.

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