L’ISRO, agenzia spaziale indiana, ha lanciato questa notte, il 7 agosto, un nuovo vettore chiamato SSLV (Small satellite Launch Vehicle). Si tratta del primo lanciatore di piccola classe sviluppato in India dalla fine degli anni 90. Il razzo ha tentato di portare in orbita il satellite di osservazione terrestre EOS-02 e il cubesat AzaadiSAT, per una massa combinata di 153 kg.
Con una capacità di lancio massima di 500 kg in orbita bassa, SSLV è un razzo che presenta un design tradizionale a tre stadi solidi e un kick stage liquido bipropellente. Un’architettura molto apprezzata e di successo, già utilizzata da anni per il Vega e che ha visto recentemente l’esordio del lanciatore ZK-1A cinese e più grande e preciso Vega-C.
Il vettore indiano ha eseguito un lancio parzialmente di successo. I primi tre stadi hanno performato correttamente, ma dopo pochi minuti dalla separazione del quarto stadio, Sreedhara Panicker Somanath, direttore dell’Agenzia Indiana ISRO, ha annunciato una perdita del segnale con il quarto stadio. Attualmente, non è ancora chiara la sorte dei due satelliti a bordo del razzo.
Aggiornamento: L’Agenzia Spaziale Indiana ha confermato il fallimento del lancio. I due satelliti, che sono andati persi, sono stati immessi in un’orbita di 356 km x 76 km invece di un’orbita circolare di 356 km. Il problema è stato identificato in un sensore che avrebbe dovuto correggere l’orbita in seguito alla rilevazione di guasti o problemi.
Le novità di SSLV
La presenza di SSLV nella flotta di lanciatori indiani colma comunque l’importante assenza di un piccolo lanciatore da parte della nazione asiatica. Nel corso degli ultimi vent’anni l’india ha investito molto nello sviluppo di un accesso indipendente allo spazio. Lo ha fatto soprattutto con razzi di classe media e con un vettore per l’orbita geostazionaria e per il programma di trasporto umano, tralasciando quindi il più emergente mercato dei satelliti più piccoli.
Il nuovo razzo indiano introduce una serie di novità per semplificare il design quanto più possibile, quindi ridurre costi e tempi di lancio. Tra queste figurano dei nuovi sistemi d’innesco semplificati per l’accensione dei booster solidi e attuatori elettromeccanici sviluppati interamente in India. Indiano è anche il sistema di navigazione regionale NavIC impiegato dal vettore. NavIC o IRNSS è una costellazione di satelliti per il posizionamento e navigazione costruita dall’India tra il 2013 e il 2018. SSLV è dotato inoltre di un computer di bordo che automatizza il più possibile la sequenza di lancio.
A bordo del vettore SSLV, oltre al satellite di osservazione terrestre era presente il cubesat AzaadiSAT. Il cubesat, dal peso di 8 kg, conteneva 75 diversi esperimenti, sviluppati da oltre 750 studentesse dell’India rurale. Questo numero è stato scelto per festeggiare il 75esimo anniversario dell’indipendenza dell’India.
Le ambizioni Indiane nello spazio
Come le altre grandi economie asiatiche, anche l’India è una paese con grandi ambizioni nello spazio e una seri di progetti molto articolati. Tra questi figura il programma Gangayaan per il trasporto di astronauti, forse il più importante nell’agenda dell’ISRO e del presidente indiano Narenda Modi. Meno dettagliato ma fondamentale per il prossimo decennio è anche lo sviluppo di una stazione spaziale, annunciata nel 2019 e prevista non prima del 2030.
L’india prende parte anche all’esplorazione lunare, un obiettivo sui cui le nazioni asiatiche hanno particolare interesse come la Cina, Corea e Giappone. L’india ha sviluppato le due missioni Chandrayaan, la prima entrata in orbita lunare con successo nel 2008. La seconda del 2019 è composta da un orbiter e un lander, quest’ultimo elemento ha fallito l’allunaggio e verrà ripetuto con Chandryaan-3 nel 2023.
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