La NASA ha annunciato il 19 luglio di avere scelto il Falcon Heavy di SpaceX per l’importante lancio del telescopio spaziale Nancy Grace Roman. Il lancio è fissato per ottobre 2026, e il contratto ha un valore di 255 milioni di dollari. Ciò porta a oltre due miliardi di dollari il totale delle commesse per il vettore pesante dell’azienda di Elon Musk
Il lancio del Roman si aggiunge ad altre due importanti missioni affidate al Falcon Heavy e strategiche per la NASA. Ossia Europa Clipper, la sonda per l’esplorazione dell’omonimo satellite mediceo e i moduli PPE e HALO. Questi sono rispettivamente il modulo propulsivo e il primo elemento abitativo della futura stazione lunare Gateway, il primo passo per il ritorno della NASA sulla Luna.
Il telescopio era precedentemente noto con il nome WFIRST, e si tratta del prossimo grande osservatorio spaziale a cui l’agenzia americana sta lavorando. Come per il nuovo James Webb, le cui prime immagini sono state rivelate da poco, anche il Roman osserverà l’universo nella banda dell’infrarosso.
Un nuovo telescopio
Con una massa di 4200 kg, il 50% in meno di quella dello storico Hubble, ma con uno specchio della stessa dimensione, il Roman Space Telescope è un importante complemento alle osservazioni dei presenti e futuri telescopi spaziali. Conservando la stessa risoluzione di Hubble, gli astronomi stimano che il Roman osserverà porzioni di spazio 100 volte maggiori del suo predecessore degli anni 90.
Obbiettivi delle osservazioni del nuovo telescopio NASA sono le galassie, l’ambiente intergalattico e lo studio dell’energia oscura. Quest’ultima sarà studiata in parallelo da un altro nuovo telescopio spaziale sviluppato dall’ESA, Euclid.
Un telescopio nato dall’intelligence
Il progetto del telescopio Roman nasce dopo che nel 2012 la NRO, l’agenzia spaziale d’intelligence americana, donò alla NASA due satelliti inutilizzati per l’osservazione terrestre ad altissima risoluzione. Costruiti negli anni 90, i due satelliti hanno un design simile ad Hubble e presentano uno specchio dello stesso diametro di 2.4m. Notevole è anche la riduzione della massa, un quarto rispetto a quella del predecessore del Roman Space Telescope.
La NRO decise nel 2011 che i satelliti in questione erano obsoleti per gli obbiettivi dell’agenzia e che la cessione alla NASA era la migliore opportunità per utilizzarli. Da allora la NASA ha iniziato lo studio ed i lavori per adattare uno dei due satellite alle esigenze scientifiche, in particolare lo sviluppo dei due strumenti del telescopio: Wide-Field Instrument (WFI) e Coronagraphic Instrument (CGI). Un ulteriore lavoro è stato reso necessario anche dall’orbita di destinazione dell’osservatorio ovvero il punto lagrangiano L2. Un ambiente differente dall’orbita bassa terrestre e lo steso utilizzato oggi dal James Webb.
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