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| On 2 anni ago

NASA ed ESA consolidano la loro partnership: vedremo un astronauta europeo sulla Luna?

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L’Amministratore della NASA Bill Nelson e il Direttore Generale dell’ESA Josef Aschbacher durante un incontro hanno firmato due importanti accordi, rafforzando la collaborazione tra le due agenzie. L’evento ha avuto luogo presso l’ESA Council di Noordwijk, Olanda, il 15 giugno 2022. Nonostante i temi toccati fossero numerosi, il focus si è concentrato su due macroaree principali: il programma Artemis e l’osservazione terrestre, con un occhio di riguardo ai cambiamenti climatici.

In questo settore è nata una collaborazione chiamata Framework Agreement for a Strategic Partnership in Earth System Science. In sintesi, l’obbiettivo è incentivare una collaborazione tra le due agenzie sui temi che includono la raccolta e l’analisi dei dati ricavati dall’osservazione terrestre.

L’accordo si basa su una precedente unione d’intenti sottoscritta da NASA ed ESA a luglio del 2021. Queste le parole di Aschbacher sulla collaborazione con NASA:

Dal 24 febbraio è doveroso affermare come la partnership si sia intensificata. Nello spazio, l’aiuto offertoci dalla NASA è molto apprezzato e di grande importanza.

Artemis: la Luna nel mirino di NASA ed ESA

Il tema più attuale è senz’altro il programma Artemis e l’esplorazione lunare più in generale. Infatti, l’altro accordo citato è un memorandum d’intesa riguardante Artemis, CLPS e la possibilità che uno o più astronauti europei partecipino alle missioni sulla superficie del nostro Satellite. NASA ed ESA hanno inizialmente discusso della situazione riguardante il Lunar Pathfinder, realizzato da Surrey Satellite Technology in UK.

Lo sviluppo di questo satellite da parte di SSTL nasce dall’esigenza di testare e offrire un servizio di comunicazione per le missioni lunari. Il sistema satellitare sfrutterà la banda S e collegamenti UHF per i servizi sulla superficie della Luna e attorno al Satellite; per quanto riguarda i collegamenti con la Terra, invece, utilizzerà la banda X. La NASA lancerà l’orbiter attorno al 2024, all’interno del programma CLPS, ed ESA collaborerà agli esperimenti presenti sul satellite e alla sua gestione.

Riguardo Artemis, l’ESA sta contribuendo alle missioni fornendo elementi come il modulo di servizio della capsula Orion e, insieme a JAXA, moduli per la futura stazione spaziale Lunar Gateway. Tuttavia, fino a oggi, NASA non aveva mai accennato alla presenza di uno o più astronauti europei a bordo delle missioni Artemis sul suolo della Luna.

Bill Nelson ha affermato che non esiste una data limite entro la quale dover annunciare un astronauta ESA a bordo delle missioni. Allo stesso tempo, ha però confermato che un astronauta europeo sarà incluso a bordo di una missione dopo Artemis 3. Con questo si riferiva ad un viaggio verso il Lunar Gateway, per il quale in Europa si stanno già addestrando diversi astronauti.

Pam Melroy, NASA Deputy Administrator, ha rincarato la dose suggerendo già Artemis 4 come missione con la presenza di un astronauta ESA a bordo. Questa missione infatti, è programmata non per allunare, ma come prima spedizione verso la nuova stazione spaziale lunare.

ANNUNCIO

Come affermato da Aschbacher:”È tutto nelle mani della NASA. Spero vivamente che la presenza di un astronauta ESA sulla superficie lunare avvenga prima della fine di questa decade, ma è una mia calda speranza, come ben sa Bill”.

Josef Aschbacher e Bill Nelson durante il Consiglio del 15 giugno 2022. Credits. ESA TV

Novità importanti su ExoMars

Ma le novità non finiscono qui. Durante il Consiglio, infatti, Nelson ed Aschbacher hanno parlato del ruolo che può ricoprire la NASA in supporto di ESA nella risposta agli impatti delle sanzioni scaturite dall’invasione russa dell’Ucraina. Sappiamo bene come un tema fortemente toccato dalla guerra sia stata la missione del rover Rosalind Franklin di ExoMars. Il lancio, programmato in settembre, è stato annullato in seguito all’interruzione della collaborazione tra ESA e Roscosmos.

ESA sta ancora valutando delle opzioni per far sì che ExoMars venga ugualmente lanciata e grazie al sostegno di NASA. Un suo lancio pensato per il 2028, permetterebbe ad ESA di utilizzare motori adeguati alla discesa su Marte. Essi sono progettati da Aerojet Rocketdyne, come per Curiosity e Perseverance, e non sono presenti in Europa nella misura adeguata ad ExoMars. Stesso discorso per l’RHUs (radioisotope heating units), non disponibile attualmente all’ESA.

Sia Nelson che Aschbacher hanno però affermato come non si sappiano ancora i precisi step successivi della missione. Non ci sono piani attuali che portino a combinare le missioni ExoMars e Mars Sample Return per riportare a Terra i campioni di suolo marziano prelevati da Perseverance. Ciò che è emerso, tuttavia, è la forte volontà della NASA nel supportare ESA nella missione, viste le circostanze, assicurando un’imminente soluzione. Grazie a NASA ed al debutto dei nuovi lanciatori Vega-C (il 7 luglio) e Ariane 6 (ad inzio del prossimo anno), ExoMars potrebbe essere salvato dalla sua definitiva cancellazione!

Ritorniamo con i piedi sulla Terra

Ma ritorniamo un attimo con i piedi sulla Terra. Con gli occhi rivolti alla Luna ed a Marte, spesso ci si dimentica di quanto importante sia un occhio di riguardo verso la nostra amata Terra. La collaborazione riguardo l’osservazione terrestre, in questo senso, garantisce continuità nel monitoraggio dei cambiamenti climatici che tanto ci affliggono. Così facendo, NASA ed ESA assicurano un costante scambio di dati con annesse analisi da condividere con la comunità scientifica. È il caso di Sentinel-6 e delle sue successive missioni che hanno come obiettivo il monitoraggio dei livelli dei mari.

Da questa serie di accordi prettamente “terrestri”, risulta evidente come NASA ed ESA vogliano collaborare anche su un piano politico oltre che tecnologico-scientifico. E ciò nonostante la collaborazione degli astronauti in orbita, tra cui Samantha Cristoforetti, con i cosmonauti russi prosegua nella maniera opportuna. Farsi trovare pronti è una delle prerogative emerse dal Consiglio, affinché non si debbano subire in futuro stop come quello capitato ad ExoMars. Non sono di difficile interpretazione, in tal senso, le parole di Aschbacher a fine meeting:

“Da questa crisi usciremo più forti che mai, punteremo a una maggiore autonomia, onorando comunque il nostro ruolo di partner affidabili. Di questo parleremo nel Consiglio dei paesi membri, previsto il prossimo novembre”.

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