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La NASA acquista 5 nuovi voli a bordo della Dragon per raggiungere la ISS

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Sono diventate 14 le missioni che la NASA ha deciso di affidare a SpaceX per la rotazione dell’equipaggio a bordo della ISS. Dopo la modifica al contratto apportata a dicembre 2021, con l’aggiunta di tre lanci, ora l’agenzia americana ha comunicato una nuova estensione della collaborazione.

Sono ben 5 le missioni in più che la NASA ha richiesto all’azienda di Musk. Il contratto precedente prevedeva un finanziamento di 3.490.872.904 dollari, con cui SpaceX avrebbe dovuto supportare missioni con astronauti fino a Crew-9. Ora con questa nuova modifica SpaceX arriverà a Crew-14. La NASA questa volta non ha comunicato l’ammontare per l’estensione del contratto.

L’obbiettivo dell’agenzia americana è quella di essere prepara a supportare la Stazione Spaziale Internazionale fino al 2030, continuando a mantenere un equipaggio in orbita. Affinché ciò sia possibile, è necessario avere a disposizione mezzi che consentano la rotazione dei diversi equipaggi.

I ritardi di Boeing e le quattordici missioni per SpaceX

Innanzitutto è importante ricordare che questa nuova modifica al contratto non è correlata ai risultati ottenuti a seguito della missione OFT-2 di Boeing. Il 20 maggio la Starliner è partita per la seconda missione dimostrativa senza equipaggio. Ha raggiunto la Stazione Spaziale per poi fare ritorno il 26 maggio. Ci vorranno settimane, se non mesi, per analizzare tutti i dati acquisiti dal primo viaggio della capsula in orbita per poi procedere al primo volo con esseri umani. Non ci sono quindi indicazioni di problemi alla Starliner di Boeing che abbiano costretto la NASA ad acquistare ulteriori posti a bordo della Dragon. Phil McAllister, direttore dello spazio commerciale della NASA, ha così commentato:

“L’Orbital Flight Test-2 di Boeing è andato molto bene e speriamo di poter certificare il sistema Starliner nel prossimo futuro. Tuttavia, avremo bisogno di ulteriori missioni di SpaceX per attuare la nostra strategia di far volare ogni fornitore commerciale in missioni alternate una volta all’anno”.

L’obbiettivo del Commercial Crew Program infatti era quello di finanziare due capsule private, che in seguito avrebbero dovuto alternarsi per portare astronauti sulla ISS. SpaceX e Boeing avrebbero dovuto supportare sei missioni a testa alternandosi. I ritardi della Starliner però hanno costretto NASA e SpaceX a cambiare i piani.

Attualmente è in corso Crew-4 di SpaceX, mentre dovremmo aspettare il 2023 per la prima missione operativa di Boeing. Oltre a queste inoltre, per l’azienda di Musk bisogna considerare anche le missioni private, come Polaris o quelle per Axiom. Secondo le ultime dichiarazioni, ovvero il fatto che la produzione di Dragon è stata messa in pausa e che ogni capsula può volare fino a 5 volte, SpaceX può supportare un massimo di 20 spedizioni. Attualmente le missioni completate con successo sono sei ed è in corso la settima.

Il principale problema di Boeing

A differenza di SpaceX, che produce sia la Dragon che il Falcon 9 utilizzato per portarla in orbita, Boeing si affida a ULA per il lancio della Starliner. Il vettore utilizzato è l’Atlas V, spinto da due motori RD-180 prodotti in Russia. ULA però ha già smesso di produrre questo vettore e presto non verrà più lanciato.

La Starliner potrebbe quindi volare presto anche con il nuovo razzo in sviluppo da ULA, ovvero il Vulcan. Questo perché ha in comune con l’Atlas V il secondo stadio, il Centaur, seppur con alcune modifiche. Vulcan e Centaur sono spinti da motori prodotti in America, quindi non avrebbero problemi di disponibilità. Anche il Vulcan però sta subendo molti ritardi a causa proprio dei motori, prodotti da Blue Origin. Inoltre, la NASA dovrà certificare il nuovo vettore al volo umano affinché possa trasportare la Starliner e anche questa è un’operazione che richiederà molto tempo.

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Sono quindi queste, probabilmente, alcune delle motivazioni che hanno portato la NASA a estendere il contratto di SpaceX e non ancora quello di Boeing. In futuro però la Starliner non verrà utilizzata solamente per raggiungere la ISS ma anche per trasportare astronauti sull’Orbital Reef. Si tratta della stazione spaziale privata che stanno sviluppando Blue Origin e Sierra Space.

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