Anche questo mese non vedremo nessun prototipo di Starship volare, per due diversi motivi. La Federal Aviation Administration ha nuovamente rinviato la scadenza per la pubblicazione dell’analisi d’impatto ambientale di Starbase. L’agenzia americana dovrebbe pronunciarsi entro il 29 aprile ma il termine potrebbe subire ulteriori modifiche. SpaceX comunque non ha ancora dei prototipi pronti per il volo, e lo stesso Musk ha dichiarato che non utilizzeranno la Ship 20 e il Booster 4. Musk però, confida nel fatto che il lancio possa avvenire nel mese di maggio.
SpaceX nel frattempo, continua a lavorare alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture. Al sito di costruzione di Starbase, la Wide Bay, la nuova struttura nella quale assembleranno i futuri prototipi, è quasi ultimata. In queste ore gli operai stanno installando un carroponte che servirà proprio a spostare le diverse sezioni dei razzi. In Florida invece, procedono molto rapidamente i lavori per realizzare un nuovo pad orbitale al complesso di lancio 39A. Gli operai hanno già costruito diverse sezioni della futura torre che sarà molto simile a Mechazilla e presto verranno portate al 39A per essere impilate.
Durante il mese di marzo Musk ha anche mantenuto la sua promessa, anche se non nel modo in cui ci aspettavamo. A febbraio infatti, aveva affermato che avrebbe regalato un prototipo di Starship da collocare fuori l’aeroporto di Browsville. Invece di un intero prototipo però, all’ingresso dell’aeroporto è stata posizionata solamente una delle ali superiori di SN8, sopravvissuta all’esplosione.
Gli ultimi test della Ship 20 e del Booster 4
SpaceX il 16 marzo ha posizionato per la terza volta la Starship numero 20 sopra il quarto prototipo di Super Heavy. Abbiamo avuto quindi nuovamente l’occasione di osservare l’enorme razzo alto circa 120 metri.
Per eseguire questa operazione l’azienda ha utilizzato nuovamente i bracci di Mechazilla. È solamente la seconda volta che vediamo la torre in azione ma SpaceX sembra aver già preso dimestichezza con queste manovre. Infatti per questo terzo spostamento per impilare i due razzi Mechazilla ha impiegato solamente un’ora, a differenza delle tre necessarie durante il primo test.
Avendo nuovamente il Super Heavy e la Starship sul pad orbitale, l’azienda di Musk ha potuto collaudare tutti i sistemi di rifornimento. L’obbiettivo era proprio quello di verificare il corretto funzionamento di tutti i componenti che in futuro trasporteranno metano e ossigeno liquidi nei serbatoi dei due razzi. Durante il test SpaceX ha però utilizzato azoto a temperature criogeniche e i serbatoi non sono stati riempiti completamente. Si è trattata infatti solamente di una prova per osservare il corretto allineamento tra gli attacchi posti sui due razzi e le tubazioni di terra. Per rifornire il Super Heavy tali tubazioni passano per il pad di lancio, mentre la Starship riceverà il propellente dal Quick Disconnect Arm.
Ultimati i test, il 20 marzo SpaceX ha riposizionati a terra la Ship 20 utilizzando nuovamente Mechazilla mentre il 24 marzo è toccato la Booster 4. Per quest’ultima operazione è stata usata la nuova gru e non i bracci della torre. È molto probabile che SpaceX non utilizzi più questi prototipi, che potrebbero raggiungere l’area adibita a parcheggio al sito di costruzione.
Finalmente un nuovo prototipo
Non accadeva da agosto dello scorso anno di vedere un nuovo prototipo di Super Heavy raggiungere il sito di test di Starbase. Denominato Booster 7, gli operai lo hanno posizionato sul pad orbitale il 2 aprile per poter iniziare una nuova campagna di test. Dovrebbe essere proprio questo nuovo prototipo a decollare per il primo volo verso l’orbita.
Il Booster 7 presenta molte differenze rispetto ai Super Heavy visti finora. A prima vista è possibile notare come ci siano due coperture aerodinamiche che partano dalla base del booster e arrivano quasi a metà altezza. Tali coperture servono a proteggere i COPV (Composite Overwrapped Pressure Vessel), serbatoi per contenere il gas utilizzato per pressurizzare i serbatoi principali e alimentare i motori di manovra.
I COPV sul Booster 7 sono stati disposti uno sopra l’altro, mentre sul Booster 4 questi si trovano tutti alla base del razzo, posizionati uno accanto all’altro. In questo modo SpaceX evita di avere tutta quella massa del booster concentrata alla base. Inoltre, le coperture aerodinamiche possono anche aiutare il rientro del Super Heavy, in quanto aumenterebbero l’attrito con l’aria rallentando la discesa e facendo risparmiare carburante.
B7 takes flight for the first time!
– @NASASpaceflight pic.twitter.com/PDfhY6jHF3
— Nic Ansuini (@NicAnsuini) April 2, 2022
Proprio per la fase di rientro SpaceX ha dotato il Booster 7 di un piccolo serbatoio con funzione simile a quanto visto sulla Starship. Questo serbatoio prende il nome di header tank e si trova alla base Super Heavy, sul fondo del serbatoio principale dell’ossigeno. Questo header tank conterrà metano ed è collegato tramite un lungo tubo di acciaio, chiamato downcomer, al serbatoio principale che si trova in alto. Grazie a questa soluzione, il piccolo serbatoio può alimentare i motori sfruttando il metano rimasto evitando quindi di trasportarlo da quello principale.
Attualmente il Booster 7 è ancora privo delle quattro griglie che servono a guidare il razzo verso il punto di atterraggio. Probabilmente sono elementi che gli operai installeranno dopo una prima campagna di test. Il 4 aprile SpaceX ha eseguito una prima prova di pressurizzazione a temperature criogeniche, per effettuare un primo controllo sulla struttura del booster. Un’altra importante novità riguarda i motori.
Il booster con 33 Raptor
Come annunciato da Musk, SpaceX ha modificato il numero di motori che verranno montati sul Super Heavy. Il Booster 7 sarà il primo che vedremo dotato di ben 33 Raptor, mentre il Booster 4 ne possiede solo 29. Il nuovo prototipo ne avrà 13 centrali in grado di muoversi per orientare la spinta, e 20 esterni fissi. Durante la procedura per spostare l’enorme razzo, alto poco meno di 70 metri sul pad orbitale, è stato possibile osservarne la base. Da qui spuntano tutte le diverse tubazioni che servono per alimentare e far funzionare i Raptor.
Il Booster 7 inoltre, sarà il primo che monterà la nuova versione dei motori. Chiamati Raptor 2, questi sono meno ingombranti e con prestazioni migliori rispetto la versione precedente. Sono in grado di generare 230 tonnellate di spinta, mentre i Raptor utilizzati fino ad adesso si fermavano a soli 185 tonnellate.
A Starbase è arrivato un primo camion che trasportava alcuni di questi Raptor 2. Sempre da un tweet di Musk, apprendiamo che entro la fine del mese a Boca Chica ce ne saranno 39. Questo è il numero totale di motori necessari per il primo volo orbitale, 33 per il Super Heavy e 6 per Starship, di cui tre ottimizzati per il volo nello spazio.
Carichi e montacarichi
Come accade per tutti i vettori, anche Starship è stata sviluppata per portare non solo astronauti in orbita ma anche satelliti. Quindi è necessario che il nuovo razzo in sviluppo abbia un portellone in grado di aprirsi per poter caricare i satelliti a terra e poi rilasciarli nello spazio. Al sito di costruzione di Starbase, gli operai hanno realizzato una sezione cilindrica con una fessura che probabilmente servirà al rilascio degli Starlink. Attualmente questa sezione sembrerebbe essere assegnata alla futura Starship numero 24, ma i piani potrebbero ancora cambiare.
Come sappiamo Starlink e Starship sono due diversi progetti legati tra loro. SpaceX punta a completare la costellazione, che dovrebbe essere formata da 42 mila satelliti, proprio utilizzando Starship, grazie alla maggiore capacità rispetto al Falcon 9.
#SpaceX Boca Chica Starbase daily render!🚀
If the payload dispenser is for #Starlink satellites, this could mean that the next satellites are much larger. Loading the payload bay could be done through the narrow opening.
(created with Blender physics Sim!)@elonmusk @SpaceX
👇 pic.twitter.com/gzL5xk7IYC— Owe (@Bl3D_Eccentric) March 27, 2022
All’interno della sezione cilindrica gli operai hanno posizionato anche una struttura che dovrebbe servire al rilascio degli Starlink. A differenza di quanto accade finora, Starship dovrebbe rilasciare questi satelliti uno o due per volta e non tutti insieme. Gli Starlink usciranno dalla piccola fessura, spinti da un apposito meccanismo situato all’interno del vano di carico. È possibile che nelle prossime settimane assisteremo a un primo utilizzo di tale dispositivo. Probabilmente SpaceX utilizzerà dei finti Starlink per tali prove, simili per dimensioni e peso a quelli che l’azienda continua a portare in orbita.
Inoltre, hanno iniziato a collaudare un altro tipo di montacarichi. Si tratta di quello che utilizzeranno gli astronauti per scendere sulla superficie lunare. Il portellone per poter uscire all’esterno infatti, si troverà a circa 30 metri di altezza. È necessario quindi utilizzare un montacarichi per far arrivare gli astronauti sulla superficie e permettere loro di portare con sé diversi strumenti e materiali.
I progressi di Starship è una rubrica di aggiornamento sul progetto Starship di SpaceX, progettata e scritta da Andrea D’Urso e viene pubblicata il giorno cinque di ogni mese.
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