Agenzie Spaziali
| On 2 anni ago

Hubble scopre Earendel, la stella più lontana mai osservata

Share

Il telescopio Hubble, in orbita da oltre 30 anni, non smette di meravigliarci e di effettuare scoperte. La NASA ha appena annunciato che con esso è stata osservata la stella più lontana mai rilevata finora. È stata chiamata Earendel, che vuol dire Stella del mattino in Inglese antico, un termine da cui è nato anche il personaggio Eärendil del Signore degli Anelli, e la stella omonima, chiamata la più luminosa delle stelle. Earendel è nata invece nel primo miliardo di anni dopo il Big Bang, si tratta quindi di una stella incredibilmente vecchia, risalente agli albori del nostro universo. Questa sarà proprio una delle zone di ricerca del James Webb, che si spingerà ancora oltre.

Per effettuare questa scoperta Hubble si è servito del fenomeno della Lente Gravitazionale. Ha cioè usato la deformazione del tessuto spaziotemporale dell’ammasso di galassie WHL0137-08 come fosse una lente. La stella Earendel era situata in prossimità di una increspatura creata da questo ammasso, che ne ha quindi amplificato la luce e l’ha resa visibile dal telescopio.

I ricercatori stimano che questa stella abbia circa 50 volte la massa del Sole, e sia milioni di volte più luminosa. Anche con queste caratteristiche sarebbe però impossibile da osservare senza l’uso di una lente gravitazionale. Con questo effetto la sua luminosità è infatti amplificata di oltre mille volte.

Un nuovo record per Hubble

Osservando questa stella Hubble ha infranto il suo precedente record, risalente al 2018. Allora riuscì a osservare una stella originatasi circa quattro miliardi di anni dopo il Big Bang. Earendel invece si trova così lontana che la sua luce ha impiegato 12.9 miliardi di anni per arrivare a noi. Si trova in una zona dell’universo chiamata redshift 6.2. Man mano che l’universo si espande infatti, la luce si sposta verso lunghezze d’onda più lunghe e quindi più rosse.

La stella Earendel indicata dalla freccia bianca. Credits: SCIENCE: NASA, ESA, Brian Welch (JHU), Dan Coe (STScI) IMAGE PROCESSING: NASA, ESA, Alyssa Pagan (STScI)

“All’inizio non ci credevamo quasi, era molto più lontano della precedente stella più distante e con il più alto spostamento verso il rosso”, ha detto l’astronomo Brian Welch della Johns Hopkins University di Baltimora, autore principale della ricerca, pubblicata il 30 marzo su Nature. La scoperta è stata fatta dai dati raccolti durante il programma RELICS (Reionization Lensing Cluster Survey) di Hubble, guidato dal coautore Dan Coe presso lo Space Telescope Science Institute (STScI), sempre a Baltimora.

Cosa potrà fare il James Webb

“Con Webb, potremmo vedere stelle anche più lontane di Earendel, il che sarebbe incredibilmente eccitante”, ha detto Welch. “Andremo il più indietro possibile. Mi piacerebbe vedere Webb battere il record di distanza di Earendel”.

Grazie all’allineamento tra l’ammasso WHL0137-08 e Earendel, la stella risulterà più luminosa per qualche anno. Questa tempistica permetterà di eseguire ulteriori studi utilizzando il telescopio spaziale James Webb. Il range di lunghezza d’onda in cui opera JWST è infatti il più adatto a osservare corpi celesti che si sono formati in un passato così remoto. Questo perché a causa del redshift gravitazionale, i fotoni emessi da questi oggetti subiscono uno spostamento della lunghezza d’onda e ci appaiono più rossi.

“Con Webb ci aspettiamo di confermare che Earendel è davvero una stella, oltre a misurarne la luminosità e la temperatura”, ha affermato Coe. Questi dettagli ci permetteranno d’identificare il tipo di stella e il suo stadio nel ciclo di vita stellare. “Ci aspettiamo anche di scoprire che la galassia Sunrise Arc è priva di elementi pesanti che si formano nelle generazioni successive di stelle. Ciò suggerirebbe che Earendel è una stella rara e massiccia povera di metalli”, ha detto Coe.

Perchè è così importante la scoperta di Earendel?

Perché è così importante aver scoperto la stella più lontana mai osservata? Per poter raccontare la storia degli albori dell’Universo. Una storia ancora misteriosa, perché le prime stelle a essersi formate nei suoi primordi non sono ancora state osservate. Queste stelle antiche e povere di metalli sono chiamate stelle di popolazione III. Si sono formate prima che l’universo si arricchisse di elementi pesanti.

Si pensa quindi che siano composte da idrogeno ed elio primordiale e che non contengano metalli. Essi sono stati prodotti invece dalle successive generazioni di stelle massicce, tramite reazioni di fusione nucleare ed esplosioni di supernovae. Se studi successivi a questa scoperta mostrassero che Earendel è composta solo da idrogeno ed elio, potrebbe essere la prima candidata per le leggendarie stelle di popolazione III. Le primissime stelle nate dopo il Big Bang.

La ricerca completa può essere letta qui.

ANNUNCIO

Questo articolo è stato scritto da Stefano Piccin, Mariasole Maglione e Mila Racca.

Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegramsulla pagina Facebook, sul nostro canale Youtube e ovviamente anche su Instagram. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.