Urano è l’ultimo pianeta del Sistema Solare a poter essere osservato ad occhio nudo nel cielo. Oltre lui si trova Nettuno, a circa 30 UA (Unità astronomiche) dal Sole. Nel 2006, quello che poteva essere il nono pianeta, Plutone, è stato declassato a pianeta nano. Ma siamo certi che non esista nessun altro corpo, oltre l’ultimo gigante ghiacciato, a poter essere chiamato pianeta? Alcuni indizi portano ancora una volta a teorizzare l’esistenza di un nuovo abitante del nostro sistema planetario, ma scovarlo si sta rivelando una sfida durissima.
Perché dovrebbe esistere il Pianeta 9?
La scoperta degli esopianeti appassiona ricercatori e non solo. Quando però si tratta di un nuovo pianeta del Sistema Solare, le cose si fanno ancora più eccitanti. Ma da dove nasce l’idea dell’esistenza di questo corpo celeste? Recenti studi hanno dimostrato che i parametri orbitali di alcuni piccoli corpi oltre Nettuno sembrano risentire della presenza di un oggetto massivo. L’influenza gravitazionale che li perturba potrebbe essere dovuta ad un nuovo pianeta, situato nelle “vicinanze” della Nube di Oort, la regione del Sistema Solare da cui provengono le comete.
Sebbene i dati potrebbero essere caratterizzati da bias osservativi e incertezze statistiche che inquinano i risultati, questa nuova analisi ha reso nuovamente popolare la possibile esistenza di un nono pianeta. Secondo le stime, si tratta di un corpo dalle 5 alle 10 masse terrestri, con un’orbita compresa tra le 400 e 800 UA dal Sole.
L’ultima ricerca sul nono pianeta
L’utilizzo di telescopi ottici per la ricerca del Pianeta 9 è inefficiente. La grande distanza dal Sole, rende quasi impercettibile la luce riflessa dall’ipotetico pianeta. L’emissione nell’infrarosso però, dovrebbe essere maggiore rispetto a quella nelle lunghezze del visibile. Gli astronomi nel passato cercarono quindi qualche segnale del pianeta sfruttando WISE (Wide-field Infrared Explorer), ma senza successo.
L’ultima indagine, condotta grazie al Atacama Cosmology Telescope di 6 metri in Cile, non ha portato risultati differenti rispetto ai precedenti studi. Sebbene sia stato scansionato circa l’87% del cielo accessibile dall’emisfero meridionale, l’analisi delle immagini ottenute non ha evidenziato nessun potenziale candidato. O meglio, sono state trovate 3500 sorgenti candidate, ma nessuna statisticamente significativa e confermabile.
L’ACT osserva lo spazio alle lunghezze d’onda millimetriche. In futuro, strumenti simili con una sensibilità maggiore, saranno online e potranno analizzare le restanti possibilità per scoprire se l’ipotizzato Pianeta 9 esiste veramente.
E se fosse un pianeta nano?
L’Unione Astronomica Internazionale nel 2006 approvò una nuova definizione di pianeta, che ha portato Plutone ad essere classificato come pianeta nano.
Secondo il testo emanato in quell’occasione, un corpo celeste in orbita attorno al Sole viene definito pianeta se rispetta queste principali caratteristiche:
- Si trova in equilibrio idrostatico. Questo significa che il corpo ha sufficiente massa da sviluppare una forza di gravità tale da conferirgli una forma quasi sferica.
- Ha un’influenza gravitazionale che libera la propria orbita da altri corpi minori. In questo caso si parla di dominanza orbitale.
Quest’ultima proprietà è quella che manca a Plutone per essere definito pianeta. Esso infatti, come Cerere, Sedna, Eris e altri oggetti trans-nettuniani scoperti successivamente, avendo una massa maggiore solo 0,07 volte rispetto a quella degli oggetti vicini, non ha ripulito le vicinanze della propria orbita.
Se davvero esistesse il Pianeta 9, per essere considerato come tale, dovrà soddisfare anche esso queste caratteristiche, rientrando così a tutti gli effetti nella lista di pianeti del Sistema Solare. Ma prima di pensare a questo, c’è ancora molto lavoro da fare, e soprattutto, un’instancabile ricerca da portare avanti.
Lo studio completo: The Atacama Cosmology Telescope: a search for Planet 9.
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