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| On 3 anni ago

Parte la prima Soyuz con solo cosmonauti a bordo. La NASA rinvia al 19 aprile Crew-4

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Dal cosmodromo di Baikonur è partito un razzo Soyuz per la missione MS-21, con a bordo tre cosmonauti. Si tratta del primo lancio di una capsula Soyuz dopo oltre 20 anni, con a bordo solamente cosmonauti professionisti russi. Indubbiamente è anche il primo volo di una nuova era del viaggio spaziale.

Prima di oggi, tutte le capsule Soyuz dirette verso la ISS hanno sempre avuto a bordo almeno un astronauta americano o di provenienza esterna alla Russia. Unica eccezione è stata la missione Soyuz MS-19 che ha trasportato, a novembre 2021, l’attrice Julija Peresild e il regista Klim Šipenko verso la ISS. Con loro era presente il cosmonauta Anton Nikolaevič Škaplerov. A bordo della capsula Soyuz MS-21 sono invece presenti i cosmonauti Oleg Artemev, Denis Matveev e Sergej Korsakov. L’arrivo alla ISS avverrà alle 20:15, con un attracco al modulo Prichal. Il rientro dei tre è invece previsto per settembre del 2022, dopo una missione di lunga durata a bordo della ISS.

A bordo della Stazione troveranno ad attenderli Anton Shkaplerov e Pyotr Dubrov. Loro due, assieme all’astronauta americano Mark Vande Hei, torneranno a terra sempre con una capsula Soyuz, alla fine di marzo. Mark Vande Hei potrebbe così diventare l’ultimo astronauta americano ad aver volato su una capsula Soyuz. Attualmente esiste infatti un programma di scambio fra l’Agenzia Spaziale Russa e la NASA per far volare un proprio astronauta sulla capsula dell’altra agenzia. Data la guerra in Ucraina però, questo programma sembra per ora congelato.

Rinviate le partenze di due diverse Dragon

A causa anche del traffico dovuto alle Soyuz, SpaceX e la NASA hanno dovuto riorganizzare le partenze delle prossime due Dragon. Una sequenza di rinvii che a cascata ha portato a riorganizzare i piani dell’azienda di Musk e della NASA. Attualmente infatti, sono in programma due lanci per portare sulla ISS otto astronauti, facenti parte di due diverse missioni. Queste sono Ax-1 di Axiom Space e Crew-4, la missione di lunga durata per la normale rotazione dell’equipaggio delle diverse spedizioni. Con Crew-4 assisteremo anche alla partenza di Samantha Cristoforetti per il suo secondo viaggio nello spazio.

Il primo lancio che vedremo sarà la missione Ax-1, che inizialmente era prevista per il 30 marzo. Lo stesso giorno però è programmato il rientro della Soyuz della missione MS-18 e probabilmente questa è una delle cause che ha portato SpaceX a rimandare Ax-1. Il lancio ora è previsto per il 3 aprile. Per la prima volta assisteremo al terzo volo di una Crew Dragon. Si tratta della Endeavour, utilizzata precedentemente sia per Demo-2 che per Crew-2.

La situazione attuale delle capsule sulla ISS. Credits: NASA

Ax-1 durerà circa 10 giorni, di cui 8 a bordo della ISS. Siccome attualmente sulla Stazione Spaziale è presente anche la Dragon Endurance, con l’arrivo di Endeavour tutti i portelloni di attracco saranno occupati. Crew-4 sarebbe dovuta partire il 15 aprile ma ora il decollo è previsto non prima del 19 aprile. In questo modo l’equipaggio di Ax-1 avrà maggiore agio per ripartire dalla ISS.

Il momento preciso del loro rientro infatti non è ancora stabilito in quanto dipende dalle condizioni meteo nel luogo dell’ammaraggio. Se il meteo dovesse rivelarsi sfavorevole, SpaceX e NASA potrebbero essere costretti a estendere la missione. Rinviando Crew-4 quindi, si eviterà che le due missioni si sovrappongano.

L’arrivo contestato alla ISS

Una volta attraccati alla ISS, i cosmonauti sono entrati nella stazione con delle tute gialle con dei dettagli blu. Subito si è pensato a un chiaro messaggio di protesta degli astronauti, ma la verità potrebbe essere più complessa. Andiamo con ordine. 

Le tute indossate al momento di entrare nella ISS sono scelte dai cosmonauti secondo i loro gusti e decise mesi prima di partire. Prima di ieri non era inoltre mai successo che si fossero scelte delle tute gialle per entrare nella ISS, anche se è già successo che fossero indossate a bordo della Stazione. Una di queste proprio da Oleg Artemev nel 2014. Ora, cerchiamo di capire se si tratta di una protesta. 

  • L’unica affermazione in proposito arriva da Oleg Artemev che ha affermato che si tratta solo del fatto che c’era molto tessuto giallo disponibile.
  • Un’altra opzione è che i colori siano legati all’università frequentata dai tre cosmonauti, la Bauman Moscow State Technical School il cui stemma presenta il giallo e blu.
  • Una terza possibilità, forse quella più cinica, è che i colori siano invece una mossa di propaganda russa. Ieri infatti, il giorno del lancio, era anche l’anniversario dell’annessione della Crimea da parte della Russia e forse, quando hanno preparato le tute, pensavano che anche l’intera Ucraina sarebbe stata “in mano russa” arrivati al 18 marzo. Indossare le tute di questo colore poteva quindi essere un segnale per far vedere come l’Ucraina sarebbe già stata “parte” dell’alleanza russa, un po’ come lo è la Bielorussia ora.
  • La quarta opzione, forse la più romantica e la più improbabile, è che le tute siano state inserite all’ultimo momento dagli stessi astronauti e che effettivamente rappresenti un segnale di protesta.
  • Infine, la quinta opzione è che si tratti di una incredibile coincidenza.

Forse non sapremo mai la verità, ma è probabile che per l’effetto che stanno producendo queste immagini, anche in Russia, “qualche testa salterà” a Baikonur per non averlo previsto.

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