Il 4 marzo, alle 23:41 italiane, è previsto il lancio di un vettore Soyuz 2.1b/Fregat con a bordo 36 satelliti della costellazione OneWeb. Il lancio, programmato da diverse settimane, sta però diventando un’altra frontiera della guerra economica e politica fra la Russia e il resto del mondo. Per le sanzioni che sono state imposte sulla Russia, ogni lancio Soyuz con satelliti commerciali (di provenienza dai Paesi che hanno imposto le sanzioni) è cancellato. Questi 36 OneWeb si trovavano però già a Baikonur, e il pagamento per il lancio era già stato fatto, per cui Roscosmos e OneWeb non hanno annullato il lancio. Ora l’Agenzia Spaziale Russa vuole però usare questi satelliti per ricattare i loro proprietari.
Nella giornata di oggi, 2 marzo, l’amministratore di Roscosmos ha annunciato che il lancio non sarà effettuato se il governo inglese, che possiede circa il 30% di OneWeb, non fornirà delle garanzie. Prima di tutto è stato chiesto che questi satelliti non vengano usati per operazioni militari. Il che è una richiesta assurda dato che la costellazione OneWeb lavora in modo integrato, e anche con contratti militari.
Poi Roscosmos ha detto che il lancio non sarà eseguito se il governo inglese non abbandonerà la sua partecipazione in OneWeb. In pratica hanno chiesto di vendere le azioni dell’azienda, solo per poter lanciare 36 satelliti. Una richiesta completamente insensata. La giustificazione ufficiale è “la posizione ostile del governo inglese nei confronti della Russia”. Kwasi Kwarteng, Business and Energy Secretary del governo inglese, ha dichiarato che non ci sono trattative in corso con la Russia sulla questione.
Una (altra) brutta figura internazionale
A peggiorare la situazione di questo lancio, nel pomeriggio del 2 marzo Rogozin ha mostrato su Twitter i dipendenti di Roscosmos mentre coprivano le bandiere del Regno Unito, del Giappone e dell’India raffigurate all’esterno del Soyuz. Le bandiere si trovano lì in quanto questi Paesi, o aziende di quegli Stati fanno parte di OneWeb o dell’organizzazione del lancio (come ArianeSpace).
La situazione si fa ancora più ridicola dato che per coprire queste bandiere hanno usato degli adesivi speciali dell’azienda americana 3M. Attualmente Rogozin continua a chiedere l’abbandono del Governo Inglese da OneWeb. Non è pertanto ancora chiara la sorte di questo lancio, che sarà probabilmente decisa all’ultimo momento, nelle prossime ore.
La costellazione di OneWeb conta attualmente 428 satelliti in orbita, su 648 necessari per completare la rete. I piani originali prevedevano di concludere la sua costruzione nel 2022, aprendo il servizio con copertura globale entro la fine dell’anno. Ora le opzioni per l’azienda inglese, principale concorrente di Starlink, non sono molte. Si era già ipotizzato l’acquisto di vettori indiani per alcuni lanci, ma questi razzi (il PSLV e il GSLV-MkIII) sono parecchio impegnati nel 2022 e l’India riesce a produrne non più di qualche esemplare all’anno. Un’azienda indiana possiede parte di OneWeb, il che potrebbe accelerare la burocrazia e la produzione indiana, ma non più di tanto.
La situazione per OneWeb non è quindi delle migliori e se perderà anche questo gruppo di satelliti già pronti alla rampa di lancio, potrà solo peggiorare nei prossimi mesi. La decisione finale se far partire o no questo Soyuz verrà presa da Roscosmos solo poche ora prima della partenza.
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