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| On 3 anni ago

Rocket Lab porta nello spazio un satellite StriX e testa il nuovo Pad B del Launch Complex 1

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La ventiquattresima missione di Rocket Lab, dal nome “The Owl’s Night Continues“, è regolarmente partita alle 21:37 ora italiana, del 28 febbraio 2022 dal Pad B del Launch Complex 1 in Nuova Zelanda. È il primo lancio mai effettuato dalla seconda rampa dello spazioporto di Rocket Lab. Si tratta anche della prima di tre missioni del vettore Electron per Synspective, con due lanci nel 2022 ed uno nel 2023. Ognuna delle tre missioni rilascerà un satellite StriX, per accrescere la costellazione di satelliti SAR della compagnia giapponese. I satelliti StriX avranno il compito di monitorare i cambiamenti sulla superficie terrestre (nell’ordine di centimetri) dallo spazio; inoltre, si occuperanno di tenere sotto controllo le variazioni climatiche sulla Terra sia di giorno che di notte.

The Owl’s Night Continues segue la prima missione di Rocket Lab per Synspective dal nome “The Owl’s Night Begins“. Durante quella missione, l’Electron rilasciò il satellite StriX-α, il primo della costellazione che conterà più di 30 satelliti. Quel satellite, in particolare, ha il compito di acquisire dati giornalieri sui centri metropolitani per supportare lo sviluppo urbano e monitorare infrastrutture ed eventuali disastri a loro connessi.

Rocket Lab presenta il Pad B

C’è una new entry da segnalare in casa Rocket Lab: il Pad B. Inaugurato la scorsa settimana, il Pad B è (in totale) il terzo Launch Pad di Rocket Lab ed il secondo situato presso il Launch Complex 1 di Mahia, Nuova Zelanda. Il terzo Pad si trova, invece, presso il Launch Complex 2 in Virginia, USA e sarà attivato nel 2022. Potendo contare su due rampe, Rocket Lab potrà incrementare il numero di lanci del vettore Electron. Per inaugurarlo, la società spaziale ha sfruttato proprio la missione appena conclusa, The Owl’s Night Continues, per conto della compagnia giapponese Synspective.

Durante l’inaugurazione, Peter Back, Ceo di Rocket Lab, ha spiegato come avere due Pad operativi sia un’importante svolta per la propria compagnia. Averne due nello stesso sito, infatti, offre la possibilità di rispondere in maniera immediata alle richieste di lancio di privati. Il tutto, senza attendere che il primo Pad venga preparato dopo un lancio già programmato. Per lo sviluppo del Pad B hanno contribuito in più di 50 tra operai edili e appaltatori locali. Parliamo, infatti, di una struttura che include una piattaforma di lancio da 66 tonnellate! Queste le parole di Shaun D’Mello, Vice Presidente di Rocket Lab:

I sistemi ed il layout replicano il Pad A e condividono gran parte dell’infrastruttura del Pad A, tra cui l’hangar di integrazione del veicolo Electron, la pista per il pad e la nostra struttura di controllo. Con questo siamo stati in grado di raddoppiare la nostra capacità operativa, il tutto su un’area di cemento più piccola di un campo da tennis. Costruire un secondo pad, il tutto continuando a gestire il Pad A per i nostri lanci Electron fino ad oggi, e nel bel mezzo di una pandemia globale non è da trascurare.

Le novità non finiscono qui

Le novità in casa Rocket Lab non finiscono qui. Il 24 febbraio 2022, infatti, la società ha annunciato di essersi aggiudicata un subappalto da MDA Ltd. Parliamo di un contratto di circa 143 milioni di dollari per guidare la progettazione e la produzione di 17 bus satellitari. Un bus é il componente principale di un satellite, comprendente la struttura e tutte le interfacce elettriche e di comunicazione. Rocket Lab li produrrà per i nuovi satelliti LEO di Globalstar, fornitore leader di servizi satellitari mobili per privati e aziende a livello globale.

Vista del Launch Complex 1 di Rocket Lab con il Pad A ed il nuovo Pad B. Credits. Rocket Lab

Il contratto prevede che la compagnia di Peter Back segua lo sviluppo dei bus, mentre MDA agirà come appaltatore principale per la produzione dei satelliti di Globalstar. In breve, MDA si occuperà di assemblaggio, integrazione e test finali sui satelliti. La partnership tra Rocket Lab ed MDA permetterà così di garantire continuità al servizio offerto da Globalstar, andando a integrare e ricostituire la sua costellazione entro la fine del 2025. Ciascuno dei bus da 500 Kg verrà prodotto presso la sede centrale di Long Beach. Inoltre, i satelliti presenteranno componenti prodotti dalle società recentemente acquisite da Rocket Lab come i pannelli solari di SolAero Technologies, i software di ASI e le ruote di reazione di Sinclair Interplanetary.

Considerando che un lancio singolo di un vettore Electron costa all’incirca 5 milioni di dollari, un contratto del valore di oltre 140 milioni ci fa capire quanto esso sia importante per l’azienda.

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