L’oggetto di ricerca degli astronomi dell’ULC è una nana bianca, chiamata WD 1054-226 e situata a 117 anni luce dalla Terra. La camera ULTRACAM del New Technology Telescope (NTT), situato presso l’osservatorio cileno La Silla, ha osservato questa stella per 18 volte. Oltre a queste osservazioni, anche i dati raccolti da TESS hanno contribuito a migliorare la comprensione delle variazioni di luce della stella.
Il risultato della ricerca ha infatti identificato dei cali di luminosità, corrispondenti a 65 nubi di detriti planetari equidistanti in orbita attorno alla stella ogni 25 ore. Data la periodicità di questi eventi, non è esclusa la possibile presenza di un pianeta. La sua azione gravitazionale infatti, impedirebbe al sistema di detriti di disperdersi.
La zona abitabile di una nana bianca
Ciò che rende la ricerca di questo pianeta ancora più allettante è la posizione dell’anello di detriti osservato. Infatti, queste nubi si trovano a una distanza tale da rientrare nella cosiddetta zona abitabile della stella. In questa regione, l’acqua può essere individuata al suo stato liquido, un ingrediente indispensabile per lo sviluppo della vita. In confronto a quella che caratterizza una stella di tipo solare, la zona abitabile di una nana bianca è più vicina perché il calore emesso dalla sorgente luminosa è inferiore rispetto a quella di stelle simili al nostro Sole. Ancora più interessante è osservare che l’area in cui questi detriti si trovano, miliardi di anni prima era avvolta dalla stella gigante rossa da cui ha origine la nana bianca.
Le nane bianche, infatti, sono il risultato del lento esaurimento del materiale che compone una gigante rossa. Una volta che di questa rimane solo il nucleo, lentamente si raffredda, diventando nana bianca. Probabilmente quindi, questi corpi dalla forma irregolare, si sono formati o sono arrivati successivamente all’esaurimento della gigante rossa. Queste strutture hanno dunque un’origine recente.
Un pianeta nascosto
Secondo i ricercatori, tra questi detriti, delle dimensioni di una cometa o di una luna, potrebbe celarsi un pianeta. L’ipotesi deriva dalla regolarità con cui i detriti sono stati osservati orbitare attorno alla stella. L’effetto gravitazionale di un corpo sferico massivo infatti, impedisce ai corpi minori di disperdersi. Una situazione simile è quella che vede protagoniste le lune di Nettuno e Saturno. La loro influenza gravitazionale ha infatti contribuito a creare delle strutture ad anello stabili attorno ai pianeti.
Identificare esopianeti attorno a una nana bianca rimane comunque una sfida. È estremamente complicato a causa della bassa luminosità di questa tipologia di stelle. Per questo, l’ipotesi dell’esistenza di un pianeta attorno a WD 1054-226, sostenuta dalla regolarità delle strutture osservate, rende i risultati inaspettati ed eccitanti allo stesso tempo. Per confermarla però sono necessarie più prove, che potrebbero arrivare dal confronto delle osservazioni con simulazioni numeriche.
Il lavoro da fare è ancora molto ma non si limiterà solo alla comprensione del sistema di WD 1054-226. Infatti il nostro Sole, così come il 95% delle stelle, diventerà una nana bianca. Studiare questa stella e il sistema di corpi planetari scoperto attorno ad essa permetterà quindi agli scienziati di guardare il futuro del nostro Sistema Solare e delle altre stelle che diventeranno, tra miliardi anni, delle nane bianche.
Lo studio completo, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (MNRSA), è disponibile qui: Relentless and complex transits from a planetesimal debris disc.
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