Il 12 novembre, al Paris Peace Forum, 10 realtà del settore spaziale internazionale hanno firmato la Net Zero Space initiative. L’obbiettivo di questo documento è rivolto alla riduzione dei detriti spaziali in orbita, con l’obbiettivo di ridurne il numero entro il 2030. Nella dichiarazione ufficiale di questo documento viene specificato come l’uso pacifico e sostenibile dello spazio sia lo scopo di questa iniziativa.
[L’obbiettivo della Net Zero Space Initiative è ] l’uso sostenibile dello spazio a beneficio di tutta l’umanità entro il 2030, adottando azioni concrete per affrontare la sfida urgente di ridurre i detriti in orbita attorno alla Terra.
Le dieci realtà, industriali e istituzionali coinvolte nell’iniziativa sono:
- Arianespace
- Astroscale
- CGSTL/Chang Guang Satellite
- L’Agenzia Spaziale Francese (CNES)
- L’European Union’s Space Surveillance and Tracking (EU SST) consortium
- Eutelsat
- International Institute of Air and Space Law at the University of Leiden
- Isispace
- Planet
- Share my Space
- SpaceAble
Per ora non sono state prese iniziative pratiche per raggiungere l’obbiettivo, se non l’impegno dei vari partecipanti. Alcune delle aziende coinvolte hanno però confermato in questa occasione la loro volontà e impegno di ridurre i detriti spaziali. Astrocale in primis, per i quali la rimozione di rifiuti in orbita rappresenta già ora l’obbiettivo economico primario.
I primi passi di Eutelsat, Arianespace e Astroscale
Al Paris Peace Forum, l’azienda satellitare e di telecomunicazioni Eutelsat ha affermato che stanno già lavorando a piani pratici per la rimozione di detriti. Michel Azibert, vice amministratore delegato dell’azienda, ha dichiarato che attualmente Eutelsat ha una percentuale di riuscita del deorbito dei propri satelliti del 95%. Nonostante questo ha rimarcato l’urgenza di occuparsi del problema dei detriti spaziali a livello internazionale.
Fra gli impegni presi da Eutelsat c’è per esempio una ampia collaborazione con OneWeb, azienda della quale Eutelsat è azionista. OneWeb sta attualmente costruendo una rete satellitare in orbita terrestre bassa (a 1200 km) per fornire internet con copertura globale. Al contrario dei satelliti Starlink però, quelli di OneWeb avrebbero difficoltà a rientrare in atmosfera in autonomia, trovandosi a una quota maggiore (gli Starlink si trovano a 550 km di quota). OneWeb, per risolvere questo problema ha una partnership tecnologica aperta anche con Astroscale, un’altra azienda coinvolta nella Net Zero Space initiative.
Astroscale sta sviluppando un sistema di rimozione attivo dei detriti spaziali, un piccolo satellite in grado di raggiungere e agganciarsi a grandi detriti in orbita per poi “trascinarli” nell’atmosfera. La prima demo di questo sistema si trova attualmente in orbita (ELSA-d) mentre la successiva missione ELSA-M è prevista per il 2024. Questa sarà il primo test di rimozione di un satellite inattivo di una megacostellazione.
Piccoli passi per risolvere un problema importante
L’apertura di questa Net Zero Space initiative rappresenta un ulteriore piccolo passo verso la risoluzione di un problema importante. I detriti spaziali in orbita, che si possono originare in vari modi, non solo dallo scontro fra satelliti, sono un problema importante. Se la loro presenta cresce in modo insostenibile infatti, potrebbe rendere impossibile l’accesso a determinate orbite, con conseguenti perdite economiche, sociali, geopolitiche e scientifiche.
Con il crescente interesse per le costellazioni satellitari in orbita terrestre bassa cresce inoltre la necessità di sistemi per la rimozione di satelliti non più operativi o danneggiati. Secondo l’ESA infatti, la principale origine dei detriti spaziali non è lo scontro fra satelliti ma la rottura spontanea di satelliti non più operativi o il stazionamento in orbita di vecchi satelliti. Progetti di rimozione attiva come quelli di Astroscale saranno quindi sempre più fondamentali, affiancati dal costante tracciamento dei detriti presenti, e da normative internazionali (o anche statali) da aggiornare.
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