Scoperto nel 2016, Kamo’oalewa è il più stabile dei quasi-satelliti della Terra. Le sue piccole dimensioni e la geometria, hanno limitato la quantità d’informazioni disponibili su questo asteroide. Ma le cose sono cambiate grazie a una raccolta dati durata cinque anni. Sfruttando due telescopi localizzati in Arizona, sono state ottenute delle analisi fotometriche e spettroscopiche di questo oggetto senza precedenti. Si tratta in particolare del Large Binocular Telescope (LBT) e del Lowell Discovery Telescope (LDT). Grazie a essi è stato possibile comprendere qualcosa di nuovo sulle sue caratteristiche fisiche e sulla sua composizione.
La composizione dell’asteroide Kamo’oalewa
Attraverso le analisi fotometriche, i ricercatori studiano la luminosità di un oggetto celeste. L’obbiettivo è di ottenere informazioni quantitative sulla sorgente analizzata. In questo caso specifico, la luce di Kamo’oalewa deriva dai raggi solari riflessi. Con la combinazione di un’indagine spettroscopica, da cui si ricava una descrizione qualitativa invece, sono stati ottenuti dei risultati particolarmente interessanti.
I ricercatori hanno infatti identificato tracce di minerali silicati, dei materiali rocciosi. Inoltre è emerso un alto grado di “contaminazione”. La superficie dell’asteroide è stata modificata da bombardamenti di micrometeoriti o particelle del vento solare, incontrate durante il moto attorno a Sole e Terra. Successivamente a questa analisi, non poteva mancare il confronto con oggetti di simile natura. Tra questi, un campione della superficie lunare, raccolto durante la missione Apollo 14. Quest’ultimo raffronto ha rivelato straordinarie somiglianze.
Teorie sulla sua origine
La scoperta di questo oggetto è avvenuta presso l’osservatorio Haleakala, situato nelle Hawaii. Il nome conferitogli è una parola hawaiana che si riferisce a un oggetto celeste oscillante. Sebbene alcune caratteristiche, come dimensioni e orbita, siano note, tuttora la sua origine certa è sconosciuta. Questo asteroide di 50 metri circa, viaggia attorno al Sole in 366 giorni, con un periodo di rotazione estremamente veloce. Ben 28 minuti! La definizione di quasi-satellite deriva dalla traiettoria della sua orbita, che include un passaggio ravvicinato alla Terra.
Ma da dove viene Kamo’oalewa? Alcune speculazioni suggeriscono una cattura gravitazionale da parte del sistema Terra-Sole. Sarebbe quindi stato strappato da una generica popolazione di NEA, asteroidi near-Earth. Ma con gli ultimi studi svolti, non è esclusa la possibilità che sia un frammento lunare. L’ipotesi è avanzata in seguito alla somiglianza tra lo spettro del campione raccolto dalla Luna e le analisi eseguite sull’asteroide.
Una missione sample-return
Andare a fondo sulla natura di Kamo’oalewa è importante e curioso. Con questo obbiettivo, una missione cinese, programma per il 2025, è stata progettata con lo scopo di recuperare un campione dell’asteroide. L’esplorazione che effettuerà questa sonda, chiamata ZhengHe, non si limiterà solo a questo quasi-satellite, ma studierà anche 311P/PANSTARRS. Le osservazioni di Hubble su quest’ultimo asteroide, hanno rivelato la presenza di sei code, simili a quelle delle comete. Si sospetta che la sua natura si quella di un “rubble pile“, ossia un agglomerato di detriti tenuto insieme dalla forza di gravità. Decisamente un oggetto celeste che merita attenzione.
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