La sonda Insight della NASA si trova su Marte da 1005 giorni marziani e si sta avvicinando alla conclusione della sua missione operativa. Non sono però finite le scoperte che questo lander è in grado di fare. Insight ha infatti appena registrato tre nuovi terremoti, che sono anche i più potenti mai misurati dalla sonda. I primi due sono stati rilevati il 25 agosto, con una magnitudo di 4.2 e 4.1. Il terzo terremoto è stato invece registrato il 18 settembre, con una magnitudo di 4.2. Per confronto, il precedente terremoto più potente registrato da Insight era del 2019, con una magnitudo di 3.7.
La terza misura è attualmente ancora in fase di studio, mentre per i primi due terremoti sono già stati ottenuti diversi dati. Il primo, quello di magnitudine 4.2 si stima si sia originato a 8500 km dalla sonda, il che ne fa anche il più lontano mai rilevato. Questo dato è particolarmente importante, dato che si tratta del primo evento sismico rilevato da Insight non originato in Cerberus Fossae, una regione a circa 1600 km di distanza. Una possibile origine è Valles Marineris, un canyon posto all’equatore del pianeta, a 9700 km di distanza dal lander. Il terremoto di magnitudine 4.1 si è invece originato a soli 925 km di distanza.
Lo studio dei terremoti
Studiare questi terremoti è particolarmente importante per gli scienziati. Analizzando i valori rilevati dal sismografo della sonda è infatti possibile meglio la composizione interna di Marte. Le onde sismiche infatti, variano d’intensità e frequenza mentre attraversano il mantello e la crosta del pianeta, diventando una sorta di radar naturale. I due terremoti rilevati ad agosto, oltre alla distanza avevano anche diverse caratteristiche, il che è una buona notizia per gli scienziati.
Il terremoto di magnitudo 4.2 è stato dominato da vibrazioni lente e a bassa frequenza, mentre le vibrazioni veloci e ad alta frequenza hanno caratterizzato il terremoto di magnitudo 4.1. Grazie a queste diverse caratteristiche, è quindi possibile ottenere una quantità maggiore di dati, di qualità diversa. Una cosa i due terremoti avevano però in comune: sono stati rilevati durante il giorno. Questo non accade spesso, in quanto durante il giorno l’ambiente marziano è più rumoroso e quindi per il sismografo è più difficile effettuare rilevazioni di qualità. Inoltre, durante la notte Marte si raffredda e Insight registra qui la maggior parte dei terremoti.
Una scoperta regalata
Questa nuova rilevazione è stata effettuata mentre Insight si avvicina alla fine della sua vita operativa, prevista per ora per il 2022. All’inizio di questa estate gli scienziati del JPL hanno iniziato a spegnere alcuni strumenti della sonda per risparmiare energia, e anche il sismografo avrebbe potuto incorrere in questa sorte. I pannelli solari del lander infatti, sono sempre più coperti dalla polvere marziana, che da anni gli si deposita sopra. Oltre a questo, all’inizio dell’estate Marte si avvicinava alla fase della sua orbita in cui è più distante dal Sole, ricevendo di conseguenza minore energia per i pannelli solari.
A giugno la NASA ha deciso però di tentare una manovra azzardata. Tramite la benna della sonda, è stata raccolta della terra dalla superficie e depositata sopra i pannelli solari. In questo modo, la polvere più spessa, spostata dal vento, ha funto da polvere abrasiva, pulendo leggermente la superficie dei pannelli solari. Ora che Marte si sta nuovamente avvicinando al Sole, l’energia ricevuta dalla sonda ha ripreso a crescere.
Insight si sta comunque avvicinando alla sua pausa. Dal 29 settembre il team del JPL smetterà infatti d’inviare segnali alla sonda, anche se gli strumenti, come il sismografo, rimarranno attivi. Il pianeta rosso è infatti in opposizione al Sole con la Terra e i segnali faranno fatica a giungere a destinazione. Nel frattempo si sta valutando se ripetere le operazioni di pulizia effettuate a giugno. Questo potrebbe “regalare” a Insight altri mesi di operatività, oltre a quelli previsti, con la speranza di rilevare anche altri terremoti.
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