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| On 3 anni ago

Phaethon, l’asteroide che si credeva una cometa

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Tutti noi conosciamo il comportamento delle comete, nel momento in cui si avvicinano al sole, il ghiaccio sulla loro superficie evapora, trasportando polveri e rocce formando così code lunghe centinaia di milioni di chilometri. Phaethon però, è composto principalmente da rocce, motivo per cui gli scienziati non riuscivano a spiegarsi il suo comportamento simile a una cometa. L’asteroide (meglio conosciuto come 3200 Phaethon) ha un diametro di 5,8 km e una delle sue principali caratteristiche è che si avvicina al Sole più di qualsiasi altro asteroide. Il suo perielio è a solo 0,14 AU (20,9 milioni di km), meno della metà della distanza Sole-Mercurio. È inoltre un incrociatore di Mercurio, Venere, Terra e Marte a causa della sua elevata eccentricità orbitale.

Secondo una nuova ricerca il colpevole della sua attività anomala simile ad una cometa potrebbe essere il sodio. L’orbita allungata di 524 giorni di Phaethon porta l’oggetto ben all’interno dell’orbita di Mercurio dove il Sole riscalda la superficie dell’asteroide fino a circa 750 C°. Con un perielio così vicino al sole, l’acqua, l’anidride carbonica e il monossido di carbonio vicino alla superficie dell’asteroide sarebbero stati bruciati molto tempo fa. Tuttavia a quella temperatura il sodio sublima dalla roccia dell’asteroide proiettandosi direttamente nello spazio.

Suggerimenti dalle Geminidi

L’asteroide Phaethon è già conosciuto dalla comunità scientifica per essere la fonte dello sciame meteorico annuale delle Geminidi. Gli scienziati hanno quindi sfruttato la luce prodotta da queste meteore durante il rientro in atmosfera, per determinare la composizione dell’asteroide. Analizzando lo spettro di luce emessa si possono determinare gli elementi che compongono queste rocce. Incredibilmente si è scoperto che le Geminidi sono povere in sodio. Come si spiega  quindi questo apparente controsenso? I ricercatori pensano che sia proprio il processo di sublimazione del sodio a eiettare questi piccoli frammenti di roccia nello spazio, che per via della debole forza di gravità dell’asteroide si disperdono facilmente.

Un frammento del meteorite Allende

Verifiche sperimentali

Per scoprire se il sodio si trasforma in vapore e fuoriesce dalle rocce di un asteroide, i ricercatori hanno testato, in un laboratorio del JPL, i campioni del meteorite Allende, caduto in Messico nel 1969. Il meteorite proviene da un asteroide paragonabile a Phaethon per composizione chimica, e appartiene a una classe di meteoriti, chiamati condriti carboniose, che si sono formati durante i primi giorni del sistema solare.

Sono stati quindi riscaldati i frammenti del meteorite alla temperatura più alta che Phaethon avrebbe sperimentato mentre si avvicinava al Sole. Dopo aver analizzato i frammenti prima e dopo l’esposizione alle alte temperature si è notato che il sodio andava perso. Questo a differenza degli altri minerali, il che ha confermato le ipotesi formulate. Questa nuova scoperta potrebbe spiegare come alcuni asteroidi possano essere attivi sulla superficie e avere un comportamento simile a quello delle comete.

La ricerca completa si può raggiungere da qui: Volatility of Sodium in Carbonaceous Chondrites at Temperatures Consistent with Low-perihelion Asteroids.

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