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| On 3 anni ago

“Oscillazioni lunari” e “inondazioni catastrofiche”. Un’altra storia di disinformazione

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Negli ultimi due giorni molte testate italiane si sono impegnate nella diffusione di una notizia particolare, rilanciata in modo completamente sbagliato. La notizia,  data dalla NASA, si riferiva ad una ricerca dell’Università delle Hawaii secondo la quale nel prossimo decennio, le conseguenze dei cambiamenti climatici in contemporaneità con un ciclo lunare, provocheranno una serie di alte maree pericolose.

I titoli della stampa italiana sono particolarmente sensazionalistici, se non addirittura errati. Il punto principale che è sfuggito, riguarda l’entità e la pericolosità di queste maree. Lo studio, e l’articolo della NASA di conseguenza, sono chiari nel definire queste possibili maree pericolose non per la loro entità ma per la loro frequenza. I cicli mareali prodotti dall’attrazione gravitazionale lunare non sono certo una novità, e sappiamo che possono essere piò o meno pericolosi a seconda della conformazione del terreno, della latitudine, e dell’innalzamento dei mari dovuti al cambiamento climatico.

Lo studio della NASA

La ricerca è stata condotta da Phil Thompson, assistente professore presso l’Università delle Hawaii e dal Sea Level Change Science Team della NASA. Sono state studiate solamente le coste degli Stati Uniti, con il risultato che nel prossimo decennio potranno esserci un numero maggiore di maree pericolose. La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha segnalato un totale di oltre 600 di tali inondazioni nel 2019. Oltre alla Luna, anche il particolare allineamento di Sole, Terra e Luna provocherà un aumento delle maree che supereranno la soglia di inondazione, e in alcuni casi potrebbero durare un mese o più. L’amministratore della NASA Bill Nelson ha così commentato:

La combinazione dell’attrazione gravitazionale della Luna, dell’innalzamento del livello del mare e del cambiamento climatico continuerà ad esacerbare le inondazioni costiere sulle nostre coste e in tutto il mondo. Il Sea Level Change Team della NASA sta fornendo informazioni cruciali in modo da poter pianificare, proteggere e prevenire danni all’ambiente e ai mezzi di sussistenza delle persone colpite dalle inondazioni.

Thompson ha inoltre contestualizzato questa ricerca con un paragone con le inondazioni provocate da uragani e tempeste. Quelle dovute all’alta marea coinvolgono quantità di acqua decisamente minori, e molto spesso sono considerate poco pericolose. La situazione peggiorerà però con l’aumento della frequenza. Se però un’azienda o una piccola città si ritroverà ad avere strade, seminterrati e magazzini allagati più volte al mese diventerà un problema critico anche dal punto di vista economico, oltre che sociale.

Il ruolo della Luna

L’orbita della Luna attorno alla Terra presenta un’oscillazione regolare, che impiega 18,6 anni per essere completata. L’orbita del nostro satellite presenta due nodi, cioè i punti in cui essa interseca l’eclittica. Essi si spostano in senso orario, compiendo un giro completo in 18.6 anni. Questa perturbazione dell’orbita lunare è dovuta all’attrazione gravitazione di Terra e Sole ma anche, in misura minore, a quella di Giove e degli altri pianeti.

Parametri orbitali dell’orbita lunare.

Questa non è certo una novità: è un fenomeno osservato per la prima volta nel 1728 e studiato nel dettaglio. Questa oscillazione comporta una variazione nell’entità delle maree. Esse sono limitate in metà di questo ciclo, quando le basse maree sono meno basse e le alte maree meno alte. Nella seconda parte del ciclo, vengono invece amplificate: le basse maree sono più basse e le alte maree sono più alte.

Questa seconda parte del ciclo lunare, combinata con l’innalzamento del livello dei mari, comporta che le alte maree saranno ancora più alte e le basse maree un po’ meno basse. Attualmente ci troviamo proprio in questa parte del ciclo lunare, ma l’innalzamento del livello dei mari non è ancora così critico da comportare segnali preoccupanti. Lo sarà la prossima volta, a metà degli anni ’30.

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Preoccupiamoci ma non scandalizziamoci

Ora, è importante notare come questa ricerca non sia certo una novità, il fatto e il problema è conosciuto da tempo, e quasi ovvio con un piccolo ragionamento. La ricerca prodotta dalla NASA fornisce però un’analisi più quantitativa, basata sui numeri delle inondazioni ottenuti da 89 mareografi in ogni Stato e territorio costiero americano (tranne l’Alaska). In questo modo hanno creato un nuovo quadro statistico, mappando gli scenari di innalzamento del livello del mare del NOAA. Sono state inserite anche le soglie di inondazione, il numero di volte in cui sono state superate ogni anno, i cicli astronomici e le rappresentazioni statistiche di molti altri processi noti per influenzare le maree. Sono dati fondamentali, che dimostrano l’importanza delle osservazioni a Terra oltre a quelle dallo spazio. 

La ricerca è stata quindi fatta, ma si tratta di un’analisi rigorosa e matematica di un processo già noto. La voglia di scandalizzare ad ogni costo ha portato quindi, ancora una volta, ad enfatizzare gli eventi, creando addirittura nuovi termini e fenomeni. La conseguenza rischia ancora una volta di essere la ridicolizzazione di un problema grave e complesso, solamente a scopo scandalistico.

Il comunicato della NASA sul Sea Level Change Observation from space.

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