Rocket Lab si è aggiudicata un contratto con la NASA per la costruzione di due Photon, in grado di portare in orbita marziana due piccoli satelliti. Questi ultimi fanno parte della missione Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers (ESCAPADE), con un lancio previsto per il 2024. Quest’ultimo non sarà però a bordo di un vettore di Rocket Lab, che fornisce infatti solamente la piattaforma Photon. Un passo in avanti importante per l’azienda di Rocket Lab che quindi si conferma sempre più una società diversificata e in crescita, non più solamente impegnata nel lancio di Electron.
La missione ESCAPADE prevede due satelliti uguali, da posizionare in due diversi punti dell’orbita marziana. In questo modo si potranno avere due punti di vista differenti per le stesse rivelazioni e con gli stessi strumenti. L’obbiettivo principale è lo studio della magnetosfera di Marte, ma anche comprendere meglio la struttura del pianeta e dell’atmosfera, cercando di capire come e quanto il vento solare la strappa al controllo di Marte. La missione è guidata da Rob Lillis del Berkeley Space Sciences Laboratory dell’Università della California.
ESCAPADE fa parte del programma Small Innovative Missions for Planetary Exploration (SIMPLEx) della NASA con il quale vengono forniti piccoli finanziamenti per missioni brevi e non troppo “grandi” che sfruttino i migliori sviluppi della tecnologia commerciale. I due piccoli satelliti sfrutteranno infatti la piattaforma Photon, che fungerà da modulo di servizio e da “rimorchiatore” per immetterli nella giusta orbita marziana. I due Photon, chiamati Blue e Gold rimarranno con i due satelliti per un anno, che è la durata della missione primaria.
Il lancio è previsto per il 2024 a bordo di un vettore commerciale scelto dalla NASA in modalità ridesharing. Questo vuol dire che assieme a ESCAPADE ci saranno altri carichi.
Ad inizio anno, Rocket Lab ha annunciato la sua volontà di quotarsi in borsa attraverso SPAC e l’azienda ha più volte confermato come il mercato potenziale di Photon sia di gran lunga più grande di quello del lanciatore Electron. Quest’anno dovrebbe essere lanciata la prima missione interplanetaria dell’azienda: CAPSTONE. Questa porterà in orbita lunare un satellite della NASA, il quale monitorerà l’orbita del Lunar Gateway attorno al nostro satellite.
Una volta che Photon avrà però immesso CAPSTONE nella sua giusta posizione continuerà la sua missione, andando ben oltre la Luna. Peter Beck, CEO di Rocket Lab, ha annunciato quanto questa missione sia fondamentale non solo per la NASA, ma anche per l’azienda. Testare Photon nello spazio interplanetario sarà il primo passo per tutte le missioni successive. Dopo la Luna, nel 2023 è infatti prevista una missione verso Venere. Verranno portati due payload scientifici privati verso il pianeta, usando un Photon simile a quello di CAPSTONE. Poi sarà il turno di Marte con la missione ESCAPADE.
Photon è già stato testato in orbita terrestre bassa, e qui l’azienda intende usarla come dispenser di satelliti ed esso stesso come piattaforma satellitare per esperimenti e strumenti da gestire in orbita. Nella versione interplanetaria necessita però di diversi aggiornamenti. Innanzitutto aumenta la potenza di propulsione, per ovvi motivi. C’è bisogno di una radio più potente e di sistemi in grado di sopravvivere a gradienti di temperature maggiori.
Nonostante queste sfide, l’obbiettivo principale dell’azienda è sviluppare un mezzo interplanetario in grado di essere “a basso costo”. Beck ha così commentato: “Solo perché è difficile non significa che debba costare un miliardo di dollari, significa solo che dovrà essere un po’ più intelligente”. Beck, durante la stessa intervista ha anche annunciato che spera di competere con il vettore Neutron al contratto di lancio per ESCAPADE, ma non è detto che esso (previsto per il 2024) sarà pronto in tempo.
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