La startup Relativity Space ha annunciato il 7 maggio ulteriori dettagli sul loro prossimo vettore, chiamato Terran R. Quest’ultimo sarà una sorta di Starship in miniatura, completamente riutilizzabile e completamente stampato in 3D. Relativity Space è finora una delle aziende spaziali più interessanti e innovative sul mercato. Attualmente stanno lavorando ancora al loro primo vettore, chiamato semplicemente Terran, il quale dovrebbe essere lanciato nello spazio per la prima volta alla fine del 2021.
Il Terran è un vettore leggero, capace di portare in orbita terrestre bassa 1250 kg, qualche centinaio in medo del vettore italiano Vega (1500 kg), giusto per paragone. Il Terran è caratterizzato dall’essere completamente stampato in 3D, motori e struttura compresi. Una particolarità che permetterà a Relativity Space di abbassare il costo di produzione e anche i tempi di preparazione al lancio.
Il Terran R
Il Terran R sarà anch’esso stampato in 3D, un’affermazione che lascia già sorpresi. Relativity Space dispone già ora di alcune delle stampanti 3D più grandi al mondo per la produzione del Terran, sarà quindi interessante scoprire come avverrà quella del Terran R. Esso avrà un diametro di 4.8 metri e un’altezza totale di 65.8 metri. Per confronto, il booster di Starship (il Super Heavy) è alto più di 72 metri. Il secondo stadio del nuovo vettore di Relativity avrà un fairing del diametro di 5 metri e sarà in grado di portare in orbita terrestre bassa circa 20000 kg. Come portata di carico sarà quindi leggermente più potente del Falcon 9, che si ferma a 15600 kg nella versione completamente riutilizzabile.
Tim Ellis, CEO di Relativity, aveva annunciato in una precedente intervista che il Terran R si baserà sulle stesse tecnologie produttive del primo razzo. “È la stessa architettura, lo stesso propellente, la stessa fabbrica, le stesse stampanti 3D, la stessa avionica e la stessa squadra. Saremo in grado di stampare materiali molto più esotici e tradizionalmente difficili da produrre che migliorano notevolmente la riutilizzabilità del primo e del secondo stadio”, ha affermato Ellis.
La propulsione
La propulsione sarà fornita da sette motori Aeon R, i quali produrranno 1350 KN di spinta. Sempre usando i mezzi di SpaceX come paragone, i motori Raptor di SpaceX producono 2000 KN di spinta. Nel secondo stadio verrà invece usato un motore Aeon Vacuum, lo stesso usato nel secondo stadio del vettore Terran. Tutti questi motori sono alimentati da Metano e Ossigeno Liquido, come i Raptor di SpaceX o i BE-4 di Blue Origin.
Il motore Aeon R non sarà un nuovo propulsore, ma deriverà direttamente dall’Aeon 1 del primo lanciatore di Relativity Space. Un’altra cosa che verrà “riciclata” sarà la rampa di lancio. A Cape Canaveral la rampa LC-16 è infatti già stata assegnata alla Startup americana per il lancio del Terran. Il completo riutilizzo di questo nuovo lanciatore non sarà motivo solo di risparmio, ma la Startup ha già annunciato di avere obbiettivi multiplanetari. Non è però ancora chiaro se il trasporto umano sarà un progetto già per il Terran R o per suoi futuri aggiornamenti. Nel seguente video il “trailer” di presentazione del Terran R.
La startup dei record
Relativity Space è attualmente una delle startup spaziali più promettenti sul mercato. Circa sei mesi fa aveva annunciato di aver raccolto circa 500 milioni di dollari attraverso un round D, il che l’aveva portata ad una capitalizzazione di 2.4 miliardi di dollari. Una cifra enorme per una azienda che lancia razzi, e che ancora non ne ha lanciato nessuno.
Il 7 maggio, assieme alla presentazione di nuovi dettagli sul Terran R hanno annunciato la chiusura del Round E, nel quale sono stati raccolti altri 650 milioni di dollari. Non hanno annunciato una nuova cifra di capitalizzazione, ma sembra che possa essere di oltre 4.2 miliardi di dollari. Nonostante questo entusiasmo, il CEO di Relativity ha annunciato di aver intenzione di programmare una IPO, cioè una entrata in borsa. Ha dichiarato che sono disponibili ancora sufficienti capitali privati, ma che quando sarà l’ora non esclude la possibilità di diventare un’azienda pubblica.
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