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| On 3 anni ago

In volo verso la ISS la Cargo Dragon per la missione CRS-22

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Dallo storico pad 39A è partita con successo una nuova Dragon, che raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale il 5 giugno. Non ci sono astronauti a bordo, in quanto la capsula lanciata è la versione Cargo. Alle 19:29 secondo il fuso orario italiano, il Falcon 9 ha acceso i 9 motori Merlin e dopo circa 12 minuti la Dragon si trovava in orbita.

Ha avuto così inizio la missione denominata CRS-22, per portare ai 7 astronauti attorno alla Terra rifornimenti, nuovi equipaggiamenti ed esperimenti. Di questi, potete trovare una trattazione approfondita qui. Rispetto alla versione Crew, che ha già trasportato 3 diversi equipaggi, per la Cargo è solo il secondo lancio. La sua prima missione fu CRS-21, partita a dicembre del 2020 e ritornata il 14 gennaio. La struttura principale delle due capsule è la medesima. Ciò che cambia è la presenza o meno di tutti gli apparati per il supporto vitale dell’equipaggio.

La Cargo Dragon al suo interno è priva di sedili e schermi, e manca dell’Environmental Control and Life Support System (ECLSS). Esternamente invece, si può notare l’assenza degli 8 motori SuperDraco, necessari per portare in salvo gli astronauti in caso di problemi durante la fase di ascesa. Proprio per l’assenza di questi motori, sul trunk della Cargo Dragon si trovano solo 2 ali, che servono a stabilizzare il flusso d’aria. Per tutte queste differenze, la capsula in versione cargo non può essere utilizzata dagli astronauti in caso di emergenza.

SpaceX ha sviluppato questa capsula in modo da poterla riutilizzare fino a 5 volte, mentre la Dragon cargo precedente aveva un limite di 3 missioni. Per CRS-22 però, l’azienda di Musk ha dovuto affidarsi ad una Dragon nuova, probabilmente perché i lavori di manutenzione alla precedente richiedono più tempo.

Il Falcon 9 più bianco dell’anno

Per la prima volta in questo 2021, abbiamo visto la partenza di un Falcon 9 nuovo. Si tratta della missione numero 17 dell’anno, e tutti i lanci precedenti sono stati effettuati con booster che avevano già volato almeno una volta. Il Falcon 9 utilizzato per CRS-22 ha come numero di serie B1067 ed ora entra a far parte della flotta di SpaceX.

Dopo circa otto minuti e mezzo il booster è atterrato correttamente sulla chiatta Of Course I Still Love You. Probabilmente vedremo volare nuovamente il B1067 con la missione Inspiration4, prevista per fine anno.

Dallo storico pad 39A è partita con successo una nuova Dragon, che raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale il 5 giugno. Non ci sono astronauti a bordo, in quanto la capsula lanciata è la versione Cargo. Alle 19:29 secondo il fuso orario italiano, il Falcon 9 ha acceso i 9 motori Merlin e dopo circa 12 minuti la Dragon si trovava in orbita. Ha avuto così inizio la missione denominata CRS-22, per portare ai 7 astronauti attorno alla Terra rifornimenti, nuovi equipaggiamenti ed esperimenti. Di questi, potete trovare una trattazione approfondita qui. Rispetto alla versione Crew, che ha già trasportato 3 diversi equipaggi, per la Cargo è solo il secondo lancio. La sua prima missione fu CRS-21, partita a dicembre del 2020 e ritornata il 14 gennaio. La struttura principale delle due capsule è la medesima. Ciò che cambia è la presenza o meno di tutti gli apparati per il supporto vitale dell’equipaggio.

La Cargo Dragon al suo interno è priva di sedili e schermi, e manca dell’Environmental Control and Life Support System (ECLSS). Esternamente invece, si può notare l’assenza degli 8 motori SuperDraco, necessari per portare in salvo gli astronauti in caso di problemi durante la fase di ascesa. Proprio per l’assenza di questi motori, sul trunk della Cargo Dragon si trovano solo 2 ali, che servono a stabilizzare il flusso d’aria. Per tutte queste differenze, la capsula in versione cargo non può essere utilizzata dagli astronauti in caso di emergenza.

ANNUNCIO

SpaceX ha sviluppato questa capsula in modo da poterla riutilizzare fino a 5 volte, mentre la Dragon cargo precedente aveva un limite di 3 missioni. Per CRS-22 però, l’azienda di Musk ha dovuto affidarsi ad una Dragon nuova, probabilmente perché i lavori di manutenzione alla precedente richiedono più tempo.

Il Falcon 9 più bianco dell’anno

Per la prima volta in questo 2021, abbiamo visto la partenza di un Falcon 9 nuovo. Si tratta della missione numero 17 dell’anno, e tutti i lanci precedenti sono stati effettuati con booster che avevano già volato almeno una volta. Il Falcon 9 utilizzato per CRS-22 ha come numero di serie B1067 ed ora entra a far parte della flotta di SpaceX.

Dopo circa otto minuti e mezzo il booster è atterrato correttamente sulla chiatta Of Course I Still Love You. Probabilmente vedremo volare nuovamente il B1067 con la missione Inspiration4, prevista per fine anno. In questo video un replay del rientro del primo stadio.

Il B1067 inoltre, è partito senza prima effettuare lo static fire test nonostante si tratti di una missione per conto della NASA. I booster ed i motori, una volta usciti dalla fabbrica a Hawthorne, vengono inviati alla base di McGregor, in Texas, per essere controllati e testati. Qualche giorno prima della partenza, soprattutto con missioni per conto di enti terzi, SpaceX effettua un ulteriore test, avviando per pochi secondi i 9 motori sul pad di lancio. La NASA ora ha dichiarato che le verifiche effettuate in Texas sono sufficienti e SpaceX può lanciare i propri vettori senza static fire.

Una manovra particolare

L’atterraggio del B1067 è avvenuto a 303 km dalla costa, rispetto ai 622 km della missione CRS-21. Il Falcon 9 è riuscito ad atterrare più vicino perché SpaceX ha optato per una differente manovra, già utilizzata in passato. Solitamente, quando il booster deve atterrare su una chiatta, durante il rientro effettua solamente due accensioni dei motori. Queste sono: l’entry burn, utilizzata per iniziare a rallentare la discesa, ed il landing burn per riuscire ad atterrare.

Quando invece il Falcon 9 deve fare ritorno a terra, avvia i motori una volta in più, con il cosiddetto boostback burn. Questo ha la funzione di invertire il senso di marca del booster, per poter ritornare verso il punto di partenza.

Con CRS-22, nonostante l’atterraggio sulla chiatta, il B1067 ha effettuato lo stesso un boostback burn. Una manovra di questo tipo veniva già utilizzata, ad esempio con le missioni Iridium.

SpaceX ha potuto effettuare questo tipo di manovra per via del carico non troppo pesante, potendo sfruttare il propellente aggiuntivo per una terza accensione. Un rientro di questo tipo comporta un minore stress sulle strutture del Falcon 9, in quanto rientra a velocità inferiori.

Il B1067 inoltre, è partito senza prima effettuare lo static fire test nonostante si tratti di una missione per conto della NASA. I booster ed i motori, una volta usciti dalla fabbrica a Hawthorne, vengono inviati alla base di McGregor, in Texas, per essere controllati e testati. Qualche giorno prima della partenza, soprattutto con missioni per conto di enti terzi, SpaceX effettua un ulteriore test, avviando per pochi secondi i 9 motori sul pad di lancio. La NASA ora ha dichiarato che le verifiche effettuate in Texas sono sufficienti e SpaceX può lanciare i propri vettori senza static fire.

Una manovra particolare

L’atterraggio del B1067 è avvenuto a 303 km dalla costa, rispetto ai 622 km della missione CRS-21. Il Falcon 9 è riuscito ad atterrare più vicino perché SpaceX ha optato per una differente manovra, già utilizzata in passato. Solitamente, quando il booster deve atterrare su una chiatta, durante il rientro effettua solamente due accensioni dei motori. Queste sono: l’entry burn, utilizzata per iniziare a rallentare la discesa, ed il landing burn per riuscire ad atterrare.

Quando invece il Falcon 9 deve fare ritorno a terra, avvia i motori una volta in più, con il cosiddetto boostback burn. Questo ha la funzione di invertire il senso di marca del booster, per poter ritornare verso il punto di partenza.

Con CRS-22, nonostante l’atterraggio sulla chiatta, il B1067 ha effettuato lo stesso un boostback burn. Una manovra di questo tipo veniva già utilizzata, ad esempio con le missioni Iridium.

SpaceX ha potuto effettuare questo tipo di manovra per via del carico non troppo pesante, potendo sfruttare il propellente aggiuntivo per una terza accensione. Un rientro di questo tipo comporta un minore stress sulle strutture del Falcon 9, in quanto rientra a velocità inferiori.