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| On 3 anni ago

Perché Rocket Lab ha fallito l’ultimo lancio, nonostante abbia recuperato il primo stadio?

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Il 15 maggio Rocket Lab ha lanciato il ventesimo Electron dalla rampa LC-1 in Nuova Zelanda. Purtroppo il lancio si è concluso in un fallimento, per un problema al secondo stadio che ha comportato la perdita del carico. A bordo erano presenti due satelliti di BlackSky per l’osservazione terrestre, per un carico totale di circa 120 kg. Dopo solo due giorni, ieri 17 maggio, Rocket Lab ha fornito le prime informazioni riguardo a questo fallimento, auspicandosi un ritorno al lancio il prima possibile. Inoltre, nonostante il fallimento della missione, l’azienda è riuscita a recuperare il primo stadio dell’Electron, che è ammarato a circa 650 km dal sito di lancio.

Nel seguente video il lancio dell’Electron del 15 maggio.

Il problema al secondo stadio, ancora.

Secondo quanto comunicato da Rocket Lab, il primo stadio dell’Electron si è comportato come previsto, e non ha “colpe” per questo fallimento. La separazione fra i due stadi è avvenuta correttamente, e anche l’accensione del secondo stadio. Subito dopo il computer di bordo ha rilevato però un problema, ancora non meglio specificato, e ha comandato lo spegnimento del motore per ragioni di sicurezza.

Dopo questo, Rocket Lab ha continuato a ricevere la telemetria del secondo stadio, confermando quindi la perdita del carico. In questo modo potranno però avere molti dati su cui lavorare per capire meglio il problema. L’azienda ha comunicato che l’indagine in collaborazione con la FAA (Federal Aviation Administration) è già iniziata, e sperano di ritornare al volo quanto prima. Il manifesto di lancio è infatti particolarmente affollato per il 2021 e sono molti gli Electron già costruiti e pronti al lancio. Questo fallimento, il secondo in un anno dopo quello di Luglio 2020, non arriva certo in un buon momento per l’azienda, che si trova all’alba di una quotazione in borsa, prevista per la fine del 2021 tramite SPAC.

Inoltre, anche lo scorso fallimento riguardava un problema al secondo stadio, di natura elettrica. La scorsa estate fu un mancato collegamento elettrico, che non permise l’accensione delle turbopompe del secondo stadio a far perdere il carico. Data l’iniziale accensione del secondo stadio avvenuta il 15 maggio, è comunque improbabile che il problema sia lo stesso. Nel seguente video è ripresa l’accensione del secondo stadio e il suo spegnimento, avvenuto pochi secondi dopo.

Il rientro del primo stadio

Nonostante il fallimento, Rocket Lab può ritenersi soddisfatta di aver almeno completato l’obbiettivo secondario della missione. Si tratta del secondo rientro controllato per il primo stadio dell’Electron, con il quale l’azienda ha testato gli aggiornamenti implementati dopo il primo tentativo. Non si tratta ancora di un vero riutilizzo, in quanto i primi stadi verranno usati principalmente per i test e per il riciclo di alcune componenti. Questa volta il principale aggiornamento è stato nello scudo termico dei motori, che stando a Rocket Lab verranno recuperati e riaccesi al banco di prova per testarne le prestazioni.

Il primo stadio dell’Electron dopo essere stato recuperato dall’oceano. Credits: Rocket Lab

Il recupero di Rocket Lab non si basa su un rientro propulsivo, come il Falcon 9 di SpaceX, ma sull’uso di un paracadute, che interviene nell’ultima fase di discesa, dopo il rallentamento eseguito in modo aerodinamico. Una volta che il primo stadio si troverà a pochi centinaia di metri di quota, il paracadute verrà agganciato da un elicottero, che trasporterà così il primo stadio su una nave. Per ora, la fase con l’elicottero non è ancora presente, e lo stadio ammara nell’oceano.

Il recupero del primo stadio è comunque un obbiettivo importante per Rocket Lab, impegnata ad abbassare il più possibile il prezzo in un segmento di mercato (quello dei lanciatori con poche centinaia di kg di carico) in cui per ora è leader. Nei prossimi anni sono molti però i lanciatori che si stanno affacciando sulla scena, molti già con prezzi di listino più bassi di Rocket Lab.

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