Approfondimento
| On 4 anni ago

SN10 è stato un successo o un fallimento? I progressi di Starship

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Dopo un mese dal volo di SN9, avvenuto il 2 febbraio, SpaceX è riuscita ad effettuare un altro test ad alta quota con Starship SN10. In questo lasso di tempo, gli ingegneri sono riusciti a modificare la procedura di rientro, passando dall’utilizzo di 2 a 3 Raptor. Grazie a questa modifica, SN10 è stata la prima Starship ad eseguire un atterraggio, anche se 8 minuti dopo è esplosa. Il test si deve considerare fallito per come si è concluso oppure è stato un successo ?

Nella nuova puntata de I progressi di Starship analizziamo questa tematica, insieme ai principali eventi dell’ultimo mese.

Alla ricerca dei dati

L’obbiettivo dei test che SpaceX sta effettuando con Starship è quello di ricavare più dati possibile, per poter poi migliorare i prototipi successivi. Questo è quello che viene definito processo iterativo ed è raro vederlo applicato nel campo aerospaziale, soprattutto per via dei costi di produzione dei prototipi. Le esplosioni delle ultime 3 Starship quindi, come si devono considerare?

Parlare di fallimento non è corretto. Siccome è la prima volta che viene sviluppato un razzo di questo tipo, SpaceX necessita di molti dati riguardanti i diversi aspetti del progetto. Dalla struttura alle diverse manovre da eseguire in volo, passando per i procedimenti di rifornimento. Maggiori saranno i voli e più dati avranno gli ingeneri per analizzare il comportamento della Starship in diverse situazioni reali. Considerando questi fattori, i test di volo delle Starship SN8, 9 e 10 sono stati dei successi. Tutti questi razzi hanno completato le diverse fasi del volo, fallendo unicamente nel rientro.

Se si considera solamente l’atterraggio, tale manovra è invece ancora da migliorare. Nonostante l’utilizzo di tutti e 3 i Raptor per il rientro, Starship SN10 è arrivata troppo veloce al suolo e alcune delle gambe di atterraggio non sono scese correttamente. Nel seguente video è possibile vedere uno zoom sulle gambe durante gli ultimi secondi di volo. Gli urti subiti hanno danneggiato la struttura della Starship, che dopo 8 minuti dall’atterraggio è esplosa sul pad di atterraggio. Anche con il fallimento dell’ultima fase però, SpaceX ha appreso quali meccanismi deve migliorare e forse con il prossimo prototipo potremmo non vedere esplosioni.

Lo stesso personale di SpaceX ha dimostrato molto entusiasmo per il volo di SN10, nonostante l’epilogo. Lo stesso Lars Blackmore, che nell’azienda di Musk ricopre il ruolo di Principal Mars landing Engineer ed una delle persone che ha reso possibile l’atterraggio del Falcon 9, ha scherzato sull’accaduto. Commentando l’esplosione ha dichiarato che “un buon atterraggio è quello da cui puoi allontanarti”, sottolineando che la Starship è esplosa comunque dopo il touch down.

I successori di SN10

Al sito di costruzione di Boca Chica gli operai sono già pronti a trasportare SN11 verso il pad di lancio. Se tutto andrà bene, potremmo vederla volare anche tra meno di un mese.

Dopo questa Starship, SpaceX ha deciso di passare direttamente ad SN15, saltando quindi i numeri 12, 13 e 14. Stando alle parole di Musk, proprio con SN15 verranno apportati i maggiori cambiamenti alla struttura del nuovo razzo, ma non si è soffermato su quali miglioramenti verranno apportati. Osservando le diverse componenti giunte al sito di costruzione, sappiamo che SN15 avrà una struttura per le tubazioni che portano il carburante ai motori, molto differente. Oltre a questo, dobbiamo aspettare di vedere la Starship completa per sapere quali altre novità sono state apportate, oltre ai consueti aggiornamenti di Musk su Twitter. Non solo SN15, ma le componenti intraviste al sito di costruzione indicano che sono in corso i lavori per la produzione di Starship fino al numero 19.

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Modifiche effettuate alle tubature con Starship SN15. Credits: BocaChicaGal/Rafael Adamy

Anche se lentamente, continua l’assemblaggio anche di BN1, ovvero il primo prototipo di Super Heavy. Per la prima volta sono arrivate al sito di costruzione alcune parti che formeranno le griglie stabilizzatrici, utilizzate per controllare il booster durante il rientro. La loro funzione è identica quindi alle griglie utilizzate dal Falcon 9, le quali però sono realizzate in titanio. Quelle del Super Heavy invece sono in acciaio inossidabile, proprio come il corpo di tutto il razzo.

Realizzarle in titanio sarebbe una grossa sfida ingegneristica per via delle dimensioni, e dei costi molto elevati. Le griglie del Falcon 9 sono le componenti più grandi che attualmente vengono realizzare tramite un’unica colata di titanio e quelle del Super Heavy sarebbero molto più grandi. Forse entro la fine del mese potremmo vedere finalmente BN1 completo.

Le prime griglie del primo prototipo del Super Heavy. Non è ancora chiaro se queste se siano la versione finale, o più probabilmente un solo pezzo della griglia finale. Credits: BocaChicaGal

Starbase, l’evoluzione di Boca Chica

L’area di Boca Chica è destinata ad evolversi molto nel corso dei prossimi anni. Un primo progetto rivolto ai turisti è quello di realizzare un vero e proprio resort spaziale, con tanto di bar con vista a 360 gradi situato sopra l’High Bay. Musk però, con uno dei suoi tweet si è spinto oltre, dichiarando di voler creare una vera e proprio città tutta intorno al sito di SpaceX a Boca Chica. Potrebbero esserci già trattative in atto tra SpaceX e la contea del Cameron in Texas, un’operazione che potrebbe giovare all’economia legata al turismo in quella zona.

Prima di arrivare a questo però, SpaceX si sta focalizzando sulla realizzazione delle infrastrutture per supportare i lanci orbitali. Gli operai nell’ultimo mese hanno lavorato per implementare le strutture di rifornimento che porteranno i combustibili dai serbatoi di terra al razzo. È stato realizzato anche un anello da posizionare sul pad orbitale a supporto di tutta l’infrastruttura.

Anello del pad per i lanci orbitali. Credits: RGVAerialPhotograpy

In futuro, i lanci orbitali potrebbero essere supportati anche dalle due piattaforme petrolifere acquistate da poco da SpaceX e che ora stanno subendo lavori di ristrutturazione. Musk infatti ha dichiarato che su queste piattaforme, nelle prime fasi verrà prodotto ossigeno, mentre il metano arriverà tramite navi da rifornimento. Ciò indica che Starship e Super Heavy non solo atterreranno sulle piattaforme, ma queste saranno anche delle rampe di lancio.

Nel frattempo, si stanno già organizzando i primi voli con un equipaggio. Yusaku Maezawa, fondatore del progetto DearMoon, ha aperto le partecipazioni a chiunque voglia intraprendere un viaggio di sei giorni nello spazio, per raggiungere la Luna. Sia Maezawa che Musk sono fiduciosi del fatto che tale volo possa avvenire già nel 2023.

I progressi di Starship è una rubrica di aggiornamento sul progetto Starship di SpaceX, progettata e scritta da Andrea D’Urso e viene pubblicata il giorno 5 di ogni mese.

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