L’azienda aerospaziale fondata in Nuova Zelanda da Peter Beck ha comunicato oggi la propria volontà di rendersi pubblica, quotandosi in borsa nell’indice Nasdaq. Rocket Lab attualmente è l’azienda col vettore americano che ha volato più frequentemente nel 2020, l’Electron. Questo è un piccolo lanciatore in grado di portare in orbita terrestre bassa circa 300 kg di carico, e l’azienda lo sta per rendere riutilizzabile. Assieme alla dichiarazione di entrata in borsa, Rocket Lab ha presentato inoltre un altro grande progetto: un nuovo lanciatore, il Neutron.
RKLB
Rocket Lab arriverà in borsa nella seconda parte del 2021, e lo farà grazie alla fusione con un’altra società: Vector Acquisition Group che questa mattina ha aperto le contrattazioni con un +24% (Indice VACQ). Questa è una società che si occupa principalmente di gestire investimenti focalizzati sulle nuove tecnologie. Con la fusione essa cambierà nome in Rocket Lab USA, Inc. e le due aziende saranno valutate come unica società nell’indice Nasdaq, con il simbolo RKLB.
Rocket Lab ha reso pubblici oggi anche molti dei suoi obbiettivi finanziari. Punta ad esempio ad avere un flusso di cassa positivo nel 2024 ed entrate pari a 1 miliardo di dollari nel 2026. Prima di questi anni, i fondi che riceveranno dall’entrata in borsa saranno investiti innanzitutto nella progettazione del nuovo vettore ma anche nell’espansione delle attività di Photon e della gestione dei dati satellitari. Rocket Lab ha infatti comunicato che il mercato disponibile per i lanciatori come Electron e Neutron assieme si aggira a 10 miliardi di dollari all’anno, quello di Photon in 20 miliardi.
Photon è un satellite progettato e prodotto da Rocket Lab stessa che viene usato come piattaforma di trasporto di altri satelliti verso orbite particolari o come satellite proprietario di Rocket Lab. La prima di queste applicazioni sarà impiegata ad esempio nel lancio di CAPSTONE, un satellite della NASA diretto verso la Luna in partenza entro l’anno. La seconda applicazione prevede la produzione da parte della stessa Rocket Lab di dati satellitari, ma non è ancora chiaro quando avverrà la prima commercializzazione di questo servizio e su quale tipo di dati si concentreranno.
Con la formalizzazione dell’accordo con Vector, Rocket Lab ha anche reso pubblica la sua stima del valore dell’azienda di 4.1 miliardi di dollari.
Neutron
Neutron sarà sviluppato da Rocket Lab principalmente per il rilascio in orbita di mega-costellazioni satellitari. Oltre a questo, contribuirà alle missioni interplanetarie, per i rifornimenti alla ISS nonché per voli spaziali con equipaggio umano. Per quanto concerne l’ultimo obiettivo, viene da chiedersi cosa ci sia in programma, dato che ad oggi non sono mai stati citati progetti che riguardassero esseri umani a bordo di un razzo di Rocket Lab. Il vettore ha un’altezza di 40 metri ed un diametro del fairing di 4.5 metri. Può ospitare un payload di 8000 Kg per missioni in LEO, 2000 Kg verso la Luna e 1500 Kg per programmi verso Marte e Venere.
Neutron nasce dalla volontà di realizzare in maniera efficiente le mega-costellazioni del futuro. Per fare ciò, c’è bisogno di lanciare un maggior numero di satelliti su diversi e specifici piani orbitali. Il nuovo vettore di Rocket Lab potrà lanciare il 98% delle tipologie di satelliti che sono in programma fino al 2029 e ciò lo renderà altamente competitivo e largamente adattabile. Potendo inoltre contare su un primo stadio riutilizzabile, in grado di atterrare su una chiatta nell’oceano, Neutron darà inizio ad una serie di lanci con cadenza frequente e costi vertiginosamente abbattuti.
Un’interessante particolarità, infine, è rappresentata dal nuovo sito di lancio di Rocket Lab: il “Virginia’s Mid-Atlantic Regional Spaceport”. Situato al “NASA Wallops Flight Facility” in Virginia, sulla costa Est degli USA. Il sito verrà utilizzato per i lanci di Electron già dal 2021. Un grande vantaggio dato che così l’azienda non avrà bisogno di costruire da zero un nuovo pad. La riduzione dei tempi di costruzione riduce drasticamente la distanza che ci separa dal primo lancio del Neutron fissato per il 2024.
Una sobria presentazione
Che Rocket Lab fosse un’azienda esuberante, perlomeno nella scelta dei nomi delle missioni e dei vettori, questo l’avevamo capito da tempo. Questa volta, ci ha pensato il CEO stesso di Rocket Lab, Peter Beck, a rafforzare il concetto, mangiando letteralmente un pezzetto del proprio cappello. Nel video di presentazione del nuovo vettore riutilizzabile Neutron, Peter Beck ha rispettato una vecchia scommessa per cui avrebbe “mangiato il proprio cappello” nel caso in cui fossero stati in grado di riutilizzare parti di un razzo. Nel video seguente la presentazione di Neutron, con il particolare pasto di Peter Beck.
Introducing Neutron – our new 8-ton class reusable rocket tailored for mega constellations, deep space missions and human spaceflight. Learn more: https://t.co/dews8XwdAM pic.twitter.com/R9NqltSHTF
— Rocket Lab (@RocketLab) March 1, 2021
“Ci sono tante cose alla Rocket Lab che abbiamo affermato di aver fatto, ed anche tante altre che abbiamo detto che non avremmo mai fatto ma che poi abbiamo realizzato comunque”. Queste le sue parole dopo aver frullato il proprio cappello da baseball ed averne assaggiato un pezzetto, il tutto seduto ad un tavolino all’interno del fairing del nuovo vettore.
Il futuro di Rocket Lab
Rocket Lab sta per proiettarsi verso anni veramente eccitanti. Con la missione CAPSTON verrà portato il vettore Photon oltre l’orbita terrestre bassa, e sarà solo l’inizio. Per il 2023 l’azienda ha già in programma di trasportare dei piccoli satelliti scientifici verso Venere, e poi nel 2024 verso Marte. Farà tutto questo con l’uso del vettore Electron e del Photon.
Nel 2021 dovrebbero attivarsi anche tutte e due le nuove rampe dell’azienda, quella in Virginia, da dove partirà il Neutron, e la seconda nel complesso di lancio in Nuova Zelanda. Con tre rampe l’obbiettivo è lanciare decine di Electron all’anno. Nel 2021 dovrebbe anche concretizzarsi il recupero e riutilizzo del primo stadio dell’Electron, che teoricamente abbasserà ancora il prezzo di lancio del piccolo vettore (attualmente di circa 5 milioni di dollari). Infine quest’anno, o al più nel 2022, dovrebbero iniziare anche le attività di commercializzazione dei dati satellitari ottenuti con il lancio di Photon.
Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.