Alle 21.55 italiane di stasera è arrivata la conferma: Il rover della NASA Perseverance ha toccato dolcemente il suolo marziano dopo sei mesi e mezzo di viaggio nello spazio. L’atterraggio è avvenuto al termine della fase più critica dell’intera missione, conosciuta come EDL (Entry, Descent and Landing) e che in passato ha segnato la dipartita di numerose sonde.
Per via delle intensissime sollecitazioni aerotermiche che genera, l’EDL viene spesso soprannominato “sette minuti di terrore”. Questo perché in appena 400 secondi, la sonda deve passare dal trasferimento interplanetario – che comporta velocità di svariati kilometri al secondo – a posarsi delicatamente sulla superficie di Marte. A rendere possibile tutto ciò, una combinazione di scudo termico, paracadute e retrorazzi.
Il sito di atterraggio scelto dalla NASA è il cratere da impatto noto come Jezero, largo circa 45 kilometri. Le osservazioni satellitari ci rendono ragionevolmente sicuri che, qualche miliardo di anni fa, Jezero ospitasse un grande lago d’acqua liquida dentro cui confluivano svariati corsi d’acqua.
Perseverance è una missione di stampo astrobiologico, mandata su Marte per cercare di capire se sia mai esistita la vita sul Pianeta Rosso. E’ questo interrogativo ad aver guidato la NASA nella scelta del cratere Jezero. Se Marte ha mai ospitato condizioni adatte allo sviluppo della vita, è probabile che queste si siano presentate negli enormi laghi che miliardi di anni fa ne caratterizzavano la superficie.
Il primo atterraggio ripreso dalle telecamere
Perseverance monta un’infinità di camere, ben 23, alcune delle quali anche in grado di registrare video. Primariamente fungeranno da “occhi” per il rover durante la sua permanenza su Marte, ma durante la fase di EDL cattureranno riprese mozzafiato della discesa al suolo, che nelle prossime settimane dovrebbero giungere a Terra per poi essere rese pubbliche dalla NASA.
Questi dati saranno utilissimi ai tecnici per studiare nei minimi dettagli il rientro atmosferico di Perseverance, mirando a migliorare sempre più questa delicata fase che ogni missione deve superare incolume, ancor prima di iniziare le operazioni vere e proprie. In particolare, sotto la lente di ingrandimento finirà il dispiegamento del paracadute principale, il più grande mai utilizzato su Marte, con un diametro di oltre 21 metri.
La strumentazione
Oltre alle camere, Perseverance è equipaggiato con una serie di strumenti che lo rendono a tutti gli effetti un laboratorio semovente di astrobiologia.
Per gli obiettivi primari sono montati:
- SHERLOC e WATSON, rispettivamente uno spettrometro ed una lente dedicate al riconoscimento di tracce biologiche, siano esse presenti o passate
- PIXL, anch’esso uno spettrografo, incaricato di cercare biofirme tramite scansioni ai raggi X.
Ma trovano posto anche:
- MEDA, una stazione meteo molto simile a quella montata sul lander InSight
- MOXIE, un dimostratore di tecnologia che tenterà di produrre ossigeno dall’anidride carbonica atmosferica, in previsione delle future missioni umane
- RIMFAX , un radar per cercare acqua liquida e ghiaccio nel sottosuolo
L’elicotterino Ingenuity
Il carico di Perseverance, però, non finisce qui: vi è infatti una “missione nella missione”. Sotto la pancia del rover c’è uno scompartimento che ospita un elicotterino, battezzato Ingenuity, ingegnosità. Pesa meno di 2 kilogrammi, verrà rilasciato circa 30 giorni dopo l’atterraggio e si prevede effettuerà qualche volo dimostrativo della durata di qualche decina di secondi.
Il suo obiettivo è dimostrare che il volo controllato su Marte è possibile, aprendo così la strada a nuove modalità di esplorazione del Pianeta Rosso, più rapide ed efficienti.
Il grande puzzle: Mars Sample Return
Se quanto già detto non fosse abbastanza per una singola missione su Marte, c’è dell’altro.
Perseverance è il primo tassello di una collaborazione tra le agenzie spaziali americana ed europea nato con l’obiettivo di riportare sulla Terra i primi campioni di suolo marziano. Ne abbiamo parlato meglio in questo articolo.
Il cugino di Perseverance, il rover Curiosity, si trova su Marte dal lontano 2012 ed ha totalmente rivoluzionato le nostre conoscenze del Pianeta Rosso. Non resta che augurarsi che il nuovo arrivato ed il suo prezioso carico facciano altrettanto. E tra dieci anni, quando l’esplorazione di Marte avverrà probabilmente tramite droni, ci ricorderemo di quell’ingegnosa missione grazie a cui tutto iniziò.
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