Durante quest’anno abbiamo seguito con apprensione le vicende legate alle perdite d’aria a bordo della ISS. Abbiamo assistito all’evoluzione delle ricerche e alla sperimentazione di soluzioni anche alquanto fantasiose. Mentre proseguono i tentativi di arginare questi problemi, inizia a restringersi il campo attorno alle cause che li hanno generati. Spunta, inoltre, un’altra perdita d’aria e stavolta si alza il livello di allerta (se pure la situazione rimane sotto controllo).
La storia e gli sviluppi
Per onore di cronaca ripercorriamo molto brevemente la storia di questo inconveniente. Una piccola perdita d’aria sulla ISS è stata registrata a settembre 2019. Nell’ottobre 2020 è stata poi scoperta una fessura lunga 4,5 centimetri nella camera intermedia del modulo Zvezda e successivamente riparata temporaneamente. Si è poi provato ad adottare una soluzione “definitiva” mediante l’applicazione di un cerotto in gomma ed alluminio. Tale rimedio, se pur promettente, non ha affatto risolto il problema. Zvezda continua a perdere pressione, se pur a ritmi non preoccupanti per il normale svolgimento delle attività a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Intanto sono partite le ricerche sulla possibile causa dei danni al modulo russo. Sono state seguite più strade considerando anche l’età “avanzata” del modulo e della stazione stessa. Tuttavia, a dicembre, il direttore esecutivo per i programmi con equipaggio di Roscosmos, Sergei Krikalev, ha dichiarato che alcune cause sono state escluse. Gli esperti ritengono improbabile che appaia una crepa a causa dell’affaticamento del metallo o delle correzioni dell’orbita della stazione utilizzando i motori del modulo. Nei giorni successivi sono infine apparsi nuovi scenari legati a quanto avvenuto nello scarico e carico del robot antropomorfo Fedor da parte dei cosmonauti nel 2019.
Tutta colpa di Fedor
Khokhlov ha ricordato che l’aggancio automatico della Soyuz MS-14 con il robot al modulo Poisk non è avvenuto perché uno dei cavi del sistema rendezvous Kurs non era collegato correttamente alla ISS.
“Attraverso la camera intermedia nell’agosto-settembre 2019, i cosmonauti hanno spostato il robot antropomorfo Fyodor dalla navicella Soyuz MS-14 alla stazione e poi viceversa. Il percorso di trasferimento del robot non era pianificato, poiché la navicella doveva originariamente attraccare al modulo di ricerca, e non al modulo Zvezda” ha detto Khokhlov. “Di conseguenza, la nave ha dovuto attraccare al modulo Zvezda e quindi si è dovuto trascinare il robot Fedor attraverso una stretta camera intermedia”, ha spiegato l’esperto.
Il primo robot antropomorfo russo “Fedor” è stato consegnato alla stazione nell’agosto 2019. Poi è stato reinserito nella Soyuz MS-14 a settembre, dopo aver sperimentato con esso alcune procedure a bordo della ISS. Sulla stessa navicella spaziale, è tornato infine a Terra. Quindi la presenza di una crepa nello scafo potrebbe essere imputabile ad un movimento incauto dell’androide nelle fasi di trasporto.
Trovata una nuova perdita
Sembra uno scherzo del destino, ma nella giornata di sabato 19 dicembre da alcune comunicazioni tra l’equipaggio a bordo della ISS e il controllo a Terra è emersa la presenza di una nuova perdita nel modulo Zvezda. Il cosmonauta Sergei Ryzhikov, che si trova sulla ISS, ha notato che dell’aria sta uscendo dalla camera di transizione del modulo. La perdita questa volta sembra stare suscitando più di qualche preoccupazione. Uno specialista del MCC (Mission Control Center) ha sottolineato che le riserve di gas per sostituire la perdita d’aria si stanno esaurendo. “Dovremo risolvere questo problema nel prossimo futuro”, ha sottolineato, spiegando che se si chiude la camera di transizione si rischia di perdere tutte le ricerche che i cosmonauti russi hanno già svolto.
La situazione è però sotto controllo, almeno da quanto riferiscono gli addetti ai lavori. Il cosmonauta russo Pavel Vinogradov, infatti, non considera critica la situazione con la scoperta di una nuova fuga d’aria sulla ISS. “Non ci sono problemi a bordo, il lavoro normale è in corso” riferisce.
Un anno che perde
Possiamo dire con sicurezza che per la Terra e tutto ciò che si trova entro un raggio di almeno 408 km il 2020 non sarà ricordato come un anno particolarmente felice. Problemi, anche abbastanza importanti, si sono avuti anche nell’avamposto umano nello spazio durante tutto l’anno mettendo a dura prova astronauti e controllo missione. Qualche giorno fa, a bordo del modulo russo Zvezda si è anche guastato il generatore d’ossigeno Elektron-M. A quanto pare questo sistema si è spento a causa della bassa pressione al suo interno e ora i tecnici e gli astronauti a bordo non sono più in grado di accenderlo.
A bordo del modulo Unity si è invece guastata una linea di alimentazione elettrica su uno degli otto canali che alimenta la sezione internazionale. Sembra che l’alimentazione si sia ridotta di un terzo. Sono stati spenti il sistema di comunicazione ad alta velocità con la Terra e uno dei quattro giroscopi che controlla l’orientazione della ISS, oltre al rivelatore di fumo a bordo del modulo Unity. Non rimane che l’auspicio che il 2021 sia migliore e che i molti (forse troppi) problemi che affliggono la ISS trovino finalmente una soluzione.
Aggiornamento 23/12/20:
Il comandante della Stazione Spaziale Internazionale, Sergei Ryzhikov, ha detto al Mission Control Center vicino a Mosca che la pressione sulla ISS, che in precedenza era diminuita a causa di una perdita d’aria, si è stabilizzata.
“La pressione è stabile – 727,5 (millimetri di mercurio)”, ha detto allo specialista del centro. Domenica mattina la pressione era di 730,5 millimetri di mercurio e lunedì mattina – 728,5.
Dalle conversazioni è emerso che da lunedì Ryzhikov stava lavorando nella camera intermedia “che perde” del modulo Zvezda per sigillare il luogo vicino alla giuntura e alla tubazione del sistema di controllo termico.
Vi sono inoltre aggiornamenti sulle riparazioni del modulo. Secondo Yuri Gidzenko, vicedirettore di volo del segmento russo della ISS, uno speciale kit di riparazione verrà consegnato alla stazione dal veicolo cargo Progress MS-16 a febbraio per la sigillatura finale della camera intermedia.
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