Il radar RIME, commissionato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a Thales Alenia Space (Joint Venture fra Thales 67% e Leonardo 33%), è stato consegnato nei giorni scorsi alla società tedesca AirbusSpace, che si occuperà di integrarlo sulla sonda JUICE dell’ESA. Lo strumento è stato costruito negli stabilimenti di Roma e di L’Aquila e realizzato in collaborazione con il JPL (Jet Propulsion Laboratory) della NASA. Questo radar è il primo passo verso la costruzione definitiva della missione che decollerà nel 2022 in direzione di Giove.
RIME (Radar for Icy Moon Exploration) è un radar sottosuperficiale dotato di un’antenna di 16 metri e progettato per penetrare la superficie fino a una profondità di circa 9 chilometri. Grazie alle onde radio emesse, e alla loro riflessione, riuscirà a raccogliere dati su natura e struttura della crosta sub-superficiale delle lune gioviane come Io, Europa e Ganimede, che si pensa ospitino immensi oceani d’acqua sotto la superficie ghiacciata. Le riflessioni consentiranno di “vedere” sotto la superficie del ghiaccio, per comprendere le caratteristiche del sottosuolo, oltre ad identificare anche l’eventuale presenza di acqua allo stato liquido, come è stato a suo tempo per Marte.
Thales Alenia Space ha realizzato la parte digitale del radar, sotto la guida dell’ASI, mentre il JPL si è occupato delle parti di trasmissione e ricezione. Sono Italiani anche i Principal Investigator del radar, Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento che ha la responsabilità scientifica e Francesca Bovolo della Fondazione Bruno Kessler responsabile della parte strumentale.
JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer)
Il lancio della missione dell’Agenzia Spaziale Europea Juice (Jupiter Icy Moon Explorer), è previsto per l’estate del 2022 e avverrà con un vettore Ariane 5. L’arrivo a destinazione è previsto per il 2030, per una missione di circa tre anni e mezzo. Juice, grazie al radar RIME e altri nove strumenti, dovrà portare a termine una complessa serie di compiti: dall’osservazione dell’atmosfera e della magnetosfera di Giove, a quella dell’interazione delle lune galileiane con il pianeta.
Inoltre dovrà anche visitare Callisto (il corpo celeste maggiormente ricoperto di crateri nel Sistema Solare), misurare lo spessore della calotta ghiacciata di Europa, identificare i possibili siti per una esplorazione in situ e studiare la superficie ghiacciata e la struttura interna di Ganimede, l’unica luna dotata di un proprio campo magnetico.
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