Il 7 e 8 novembre si terrà la seconda Italian Space Startup Competition, organizzata dallo Space Generation Advisory Council (SGAC), una competizione con l’obbiettivo di promuovere l’interesse nel settore dell’imprenditorialità spaziale. Durante i due giorni del weekend i partecipanti proporranno un’idea per una Startup nel settore spaziale. Abbiamo raggiunto Antonio Scannapieco, Ingegnere aerospaziale e Autonomous Driving Engineering Specialist in FCA, Aureliano Rivolta, Ingegnere aerospaziale e system engineer in D-Orbit, ed Eva Grati, studentessa di Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino e rappresentante dell’associazione AESA Torino. Antonio Scannapieco e Aureliano Rivolta sono anche National Point of Contact dello Space Generation Advisory Council per l’Italia.
A loro tre abbiamo chiesto cosa ne pensano dell’attuale stato del settore aerospaziale in Europa e del futuro dei nuovi programmi di esplorazione spaziale.
Come vedi, dal tuo punto di vista, il futuro del settore aerospaziale in Italia e in Europa nei prossimi 5 anni? Quali sono le principali problematiche e settori critici?
Antonio Scannapieco
Negli ultimi anni ha avuto sempre più rilevanza il paradigma del “New Space”, in Europa riconosciuto come “European New Space” dall’European Investment Bank. E da parte della Commissione Europea non mancano proposte di piani di sviluppo e finanziamento per programmi spaziali. E’ però secondo me inevitabile che la recente, ed ancora in corso, pandemia abbia un effetto sui questi programmi, probabilmente rallentando – ma non azzerando – i loro effetti benefici per il settore. Un altro punto fondamentale sarà, a maggior ragione in questa fase, la modalità di accesso a fondi e finanziamenti. Per quanto riguarda l’Italia, oltre ad essere sede di alcune realtà lead del New Space, l’accordo Artemis tra ASI e NASA potrà a mio avviso anche dare un ruolo importante al nostro paese.
Aureliano Rivolta
Il settore spaziale in Europa sta subendo lenti ma inesorabili cambiamenti concordemente con l’avanzata del “new space” e il conseguente cambio di equilibri. In particolare, vi è un passaggio verso il settore privato a dispetto di quello governativo (finanziamenti pubblici, governi e agenzie), sebbene con la corrente pandemia questo trend subirà sicuramente dei rallentamenti: il settore pubblico interverrà per minimizzare i danni. Resta da vedere come l’intero settore reagirà a questo evento di portata globale, tuttavia la natura frammentaria dell’Europa difficilmente permetterà una ripresa veloce dell’evoluzione dell’intero settore in maniera uniforme.
Eva Grati
Anche se la situazione Covid-19 ha rallentato molti settori praticamente ovunque nel mondo, penso che sia l’Europa che l’Italia abbiano un ruolo di spicco nel settore aerospaziale. Ci vorrà sicuramente del tempo perché anche questo settore si riprenda dalle criticità che questo ultimo anno ha portato, ma penso che da qui a 5 anni si parlerà sempre di più di Europa nell’innovazione spaziale e sicuramente anche di Italia.
Il momento storico che stiamo vivendo rappresenta certamente una criticità non da poco di per sé, ma, in generale, penso che, anche se questo campo sta diventando sempre più “popolare” agli occhi del mondo, ci saranno sempre “barriere”, date dall’esclusività e la difficoltà nell’accedere al mondo del lavoro.
Cosa ne pensate della nuova esplorazione lunare internazionale? Era meglio andare direttamente su Marte?
Antonio Scannapieco
E’ una domanda interessante. Pensando alla dicotomia tra Luna e Marte in termini di esplorazione, mi viene spesso in mente la Space Race del secolo scorso. Vedo nella soluzione lunare una base di partenza per testare nuove tecnologie e compiere nuovi studi, in preparazione poi dell’esplorazione marziana. Senza contare la relativa “facilità” nel raggiungere la Luna, rispetto al periodo più lungo per raggiungere il pianeta rosso. Quindi sperimentazione “a portata di mano” (con molte più virgolette). Gli avanzamenti potranno essere non solo nel campo scientifico, ma anche dei trattati internazionali. Per esempio, si potrà forse porre la base per discutere di Governance Law, un tema sollevato da Elon Musk con Starlink sulle leggi da seguire su Marte. Non va poi ignorata la componente economica e politica che pesa su queste scelte, con investimenti imponenti che si legano a doppio filo al consenso pubblico.
Aureliano Rivolta
L’esplorazione della luna è sicuramente un obiettivo più facilmente realizzabile rispetto all’esplorazione di Marte per diverse ragioni tecniche ed economiche. Se vogliamo, la sbarra di ingresso è più bassa e potrebbe permettere a un numero maggiore di paesi di partecipare attivamente. Non dimentichiamoci il ruolo fondamentale della ISS nel coadiuvare gli sforzi di paesi molto diversi o con storie di tensione reciproca pregresse verso un obiettivo estremamente ambizioso e difficile. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello politico, infatti la scelta di puntare più verso marte o verso la luna è altamente influenzata dalla politica statunitense che a seconda dell’amministrazione pare spingere più per una meta che per l’altra. L’appoggio politico ed economico è indispensabile per ottenere risultati della portata dell’esplorazione della Luna o di Marte.
Eva Grati
Andare su Marte fa sicuramente “gola” a molti. Anche dal punto di vista dell’opinione pubblica, in molti fremono per la “conquista” del pianeta rosso. Ma dal mio punto di vista di studente di Ingegneria Aerospaziale, anche l’idea di tornare sulla Luna e, chissà, questa volta restarci, è molto emozionante! Bisogna sempre ricordarci che qualsiasi nuova frontiera nell’esplorazione lunare sarà sicuramente utile per spingersi poi a Marte.
Dopo la Luna, chi arriverà per primo sul pianeta rosso? Musk, la NASA, o la Cina?
Antonio Scannapieco
Tre attori in gioco nominati di categorie diverse: privati e agenzie spaziali. Ribalto la domanda: ci arriverà prima una sola categoria o dovrà per forza di cose esserci una joint-venture tra le due? L’impegno tecnologico ed economico potrebbe rendere il successo della missione non esclusivo appannaggio del privato o dell’agenzia, ma al contrario favorire una commistione e unione di intenti. Unione di intenti di cui un archetipo è la Stazione Spaziale Internazionale. Su cui, tra l’altro, una capsula prodotta da un privato ha portato recentemente astronauti. Un flash-forward per le missioni marziane? Sarà entusiasmante scoprirlo!
Aureliano Rivolta
Forse tutti e tre insieme. Lo sforzo per raggiungere determinati obiettivi è estremamente alto e difficilmente in un mondo così globalizzato si potrà estromettere qualcuno. Se sarà un privato ad arrivarci, potrebbe benissimo avere il supporto economico di un’agenzia o la componentistica proveniente da un altro paese. Per quanto piazzare la bandiera per primi abbia un risvolto socio-politico-economico notevole, se poi non si costruisce niente di duraturo il sogno crolla. Con uno sforzo immane si è arrivati sulla Luna, ma lì non è stato costruito niente di stabile. Un avamposto che funziona ancora oggi è invece la ISS, nata da una collaborazione internazionale e non credo sia un caso.
Eva Grati
Da potenziale ingegnere posso dire che le mirabolanti imprese di Elon Musk hanno il loro fascino, considerando che è riuscito a rivoluzionare un settore che è sempre stato prettamente di monopolio militare e, comunque, di agenzie statali.
La collaborazione che abbiamo visto per le Crew-Dragon della SpaceX con la NASA sono un ottimo esempio di quanto le agenzie nazionali possono sfruttare al meglio il supporto di agenzie private e che, anche con il rischio di sembrare banale, l’unione fa la forza.
Perché secondo te varrebbe la pena partecipare alla seconda Italian Space Startup Competition di SGAC?
Antonio Scannapieco
C’è un concetto che cerchiamo di far passare, che è importante nel settore spaziale, ovvero che per raggiungere obiettivi importanti c’è bisogno di competenze quanto più varie e complementari è possibile. Non è un evento aperto ai soli ingegneri, ma anche a persone provenienti da altri settori. E’ un evento che vuole favorire il confronto di idee e l’incontro di persone che magari in un futuro più o meno prossimo potranno trovarsi a cooperare. Ma è anche un modo per mettersi alla prova, per avere contatto diretto con – e consigli – da esperti in vari campi del settore. E pensiamo fermamente che tutti gli attori in gioco, dai partecipanti, ai mentor, agli organizzatori, possano uscirne con un bagaglio di esperienze più ricco.
Aureliano Rivolta
Tutte le attività che ti permettono di metterti in gioco, conoscere nuove persone e superare i propri limiti sono estremamente formative. Essere proattivi ripaga e per chi si è appena affacciato o sta per affacciarsi al mondo del lavoro è senza dubbio utile. A parità di qualifiche, chi ha più chance di passare un colloquio tra una persona proattiva e una non proattiva? Credo che sia semplice così.
Eva Grati
ISSC è un’ottima opportunità sia per young professionals che per studenti di mettersi in gioco. Posso dire che, purtroppo, durante la vita universitaria, sono veramente poche le opportunità di mettere “le mani in pasta” concretamente.
Un contest di questo tipo, che permette a persone da tutto il mondo e provenienti da campi diversi di confrontarsi e creare qualcosa insieme, è sicuramente stimolante e aiuta moltissimo ad imparare lavorando in team. Se non fossi nell’organizzazione, anche se non avessi idee o una startup già avviata, proverei comunque a partecipare, anche solo per dare una mano e conoscere nuove realtà.
Lo Space Generation Advisory Council
Lo SGAC è un’organizzazione non governativa supportata da una larga rete di studenti e professionisti del settore spaziale, di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Lo scopo di SGAC è quello di farsi portavoce dei punti di vista di studenti e di giovani professionisti del settore spaziale presso l’Organizzazione delle Nazioni Uniti (ONU), l’Industria, le Università e altre organizzazioni.
SGAC ha sede a Vienna e la rete di volontari conta più di 13000 membri provenienti da 150 nazioni. L’obiettivo principale dello Space Generation Advisory Council è di far progredire lo sviluppo delle politiche spaziali, rappresentando la sua rete di giovani da tutto il mondo all’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico (UNOOSA) e altre organizzazioni internazionali. SGAC inoltre gode dello status di Osservatore Permanente presso la Commissione delle Nazioni Unite sull’uso Pacifico dello Spazio Extra-Atmosferico (UNCOPUOS) ed è membro votante della Federazione Astronautica Internazionale (IAF).