Il 29 ottobre la NASA ha provato a mettersi in collegamento con la sonda Voyager 2 dopo circa 7 mesi di silenzio radio. E la sonda ha risposto correttamente, da più di 18 miliardi di km di distanza dalla Terra e dopo 43 anni nello spazio. La NASA non ha inviato segnali alla sonda per tutti questi mesi in quanto stava aggiornando l’unica parabola in grado di raggiungere la Voyager 2. Questa è la Deep Space Station 43, che si trova a Canberra in Australia.
La parabola, del diametro di 70 metri, fa parte del Deep Space Network della NASA, una rete di antenne sparse per tutto il mondo usate per mantenere i collegamenti con le sonde oltre l’orbita lunare. Da quando l’antenna 43 è andata offline gli operatori della NASA sono stati comunque in grado di ricevere dati dalla sonda, ma non potevano inviarne.
Quando nel 1989 la sonda ha superato il Polo Nord di Nettuno, ha deviato verso Sud, rendendo impossibile il collegamento con le antenne del Deep Space Network dell’emisfero settentrionale. Quella in Australia è quindi diventata l’unica in grado di raggiungere la sonda.
Aggiornamenti rimandati da 47 anni
Fra i vari aggiornamenti che sono stati fatti all’antenna ci sono due trasmettitori radio. Uno di questi è interamente dedicato alle comunicazioni con Voyager 2 e non veniva sostituito da ben 47 anni. Oltre a questo sono stati aggiornati i sistemi di controllo termico dell’antenna e altre apparecchiature elettriche datate.
“Ciò che rende unico questo aggiornamento è che stiamo lavorando a tutti i livelli dell’antenna, dal piedistallo a livello del suolo, fino ai feedcones al centro della parabola che si estendono sopra il bordo. Questa comunicazione di prova con Voyager 2 ci dice sicuramente che il lavoro che stiamo facendo è il linea con le nostre aspettative”. Così ha commentato Brad Arnold, il responsabile del progetto DSN presso il Jet Propulsion Lab della NASA.
Questa prima comunicazione con la Voyager 2 è stata infatti una prova, e non una vera ripresa delle attività. Quest’ultima avverrà formalmente a febbraio del 2021. Aver superato la prova più complicata, collegandosi con Voyager 2, è però un segnale importante.
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