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| On 4 anni ago

La sonda OSIRIS-REx ha eseguito correttamente il Touch and Go con l’asteroide Bennu

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Oggi, martedì 20 ottobre, OSIRIS-Rex ha compiuto un’impresa storica. La sonda ha compiuto con successo la manovra Touch-And-Go (TAG), durante la quale si è avvicinata alla superficie dell’asteroide Bennu, più precisamente sopra al sito denominato Nightinale, prelevando un campione di rocce e polveri dell’asteroide. Dopo il successo storico di questa manovra la sonda inizierà il suo viaggio per tornare sulla Terra e consegnarci il campione raccolto. Prima però sono ancora molte le cose da sapere.

La sonda OSIRIS-REx (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security – Regolith Explorer) è stata lanciata nel 2016 a bordo di un vettore Atlas V e ha raggiunto l’asteroide nel 2018. Da allora orbita attorno ad esso, studiandolo e cercando il sito adeguato per eseguire il campionamento. Bennu rientra nella classificazione degli asteroidi vicini alla terra (NEO, Near Earth Object), si crede che esso si sia formato solo 10 milioni di anni dopo la formazione nel nostro Sistema Solare. Questo dato porta gli scienziati a ritenere utile lo studio del corpo celeste in questione per confutare o rafforzare le attuali teorie sull’origine della vita sul pianeta Terra.

Nel corso degli anni in cui la sonda è rimasta in orbita attorno all’asteroide, è stato possibile studiare nei dettagli questo corpo celeste, che si è rivelato ricco di composti organici con tracce di carbonio. Dall’orbita ne sono stati osservati anche nel sito Nightinale, e si pensa, con un po’ fortuna, che potranno essercene anche nel campione di rocce riportato a Terra. Se così fosse il materiale raccolto da OSIRIS-REx diventerebbe uno dei campioni di rocce più importanti mai studiati dall’uomo.

La ricostruzione dell’asteroide Bennu realizzata da OSIRIS-REx. Credits: NASA

Come è stata eseguita la manovra Touch-And-Go?

L’intera manovra è stata suddivisa in 3 differenti sequenze. La sonda ha lasciato la “safe-home orbit”, azionando i propulsori a circa 770 metri di altezza sopra Bennu. Durante la discesa verso la superficie è stato esteso il braccio robotico alla cui estremità era posto lo strumento campionatore. Passate 4 ore dalla prima manovra, e raggiunti i 125 metri di altezza, Osiris ha effettuato la manovra Checkponit. Questa le ha permesso di aggiustare la sua velocità e traiettoria verso Nightinale.

Solo 11 minuti dopo, a 54 metri di altezza è stata effettuata la manovra Matchpoint per sincronizzarsi con il moto di rivoluzione dell’asteroide. A questo punto il braccio robotico (TAGASAM) ha toccato la superficie per circa 5 secondi, periodo durante il quale è stata azionata una delle tre cariche di Azoto. Questa ha smosso il materiale roccioso e polverulento che poi è stato raccolto all’interno del braccio stesso. Dai primi dati inviati dalla sonda è stato misurato che il touchdown è stato eseguito a 75 cm di distanza dal punto scelto come obiettivo.

Durante il campionamento, la sonda non è stata guidata da Terra, data l’elevata distanza dal nostro pianeta. I segnali impiegano infatti 18 minuti per eseguire il viaggio Bennu-Terra. OSIRIS-REx è quindi dotata di un sistema di navigazione autonomo chiamato NFT (Natural Feature Tracking). Questo utilizza una serie di immagini scattate in tempo reale, oltre che alla ricostruzione della superficie dell’asteroide create in seguito agli avvicinamenti passati, prevedendo in questo modo eventuali correzioni.

Cosa succederà ora?

Ora che il materiale è stato prelevato bisognerà capire quanto si è riusciti a raccoglierne. Questa misura verrà effettuata in un modo molto intelligente. La sonda intera verrà fatta ruotare, in modo che i sistemi di bordo ne calcolino il momento d’inerzia. Questa misura varia a seconda della massa della sonda, ed è talmente precisa da rilevare anche differenze di pochi grammi.

L’obiettivo dichiarato è quello di raccogliere un minimo di 60 grammi e un massimo di 2 kg. Se anche si arrivasse a 30-50 grammi non si potrebbe però dichiarare un fallimento. Il team ha dichiarato che ancora per qualche settimana non si saprà con precisione quanto materiale è stato raccolto, ma già nei prossimi giorni arriveranno le immagini della sonda e della discesa sull’asteroide. Nel seguente tweet una ricostruzione velocizzata e in prima persona di come è avvenuto il contatto.

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Una volta che i campioni sono stati pesati, verranno inseriti in una capsula posta sopra la sonda. Quando OSIRIS-REx si avvicinerà alla Terra, alla fine del suo viaggio di ritorno, rilascerà questa capsula che atterrerà nello Utah nel 2023. L’importanza di questo campione risiede anche nella sua massa. Anche se sarà di qualche decina di grammi, rappresenta il più grande campione di materiale mai prelevato da un corpo celeste dopo le missioni Apollo.

La precedente missione Hayabusa 2 ha recuperato solamente qualche grammo dall’asteroide Ryugu, la Hayabusa 1 solo qualche microgrammo.

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