Dopo più di un mese dall’ultimo lancio, Rocket Lab torna a volare con la missione 15 denominata “In Focus”. Il lift-off è previsto il 21 ottobre alle ore 23:14 (data e orario fanno riferimento al fuso orario italiano) dal Pad A del Launch Complex 1, nella penisola di Mahia, in Nuova Zelanda. In cima all’Electron numero 15 saranno posizionati 10 microsatelliti che verranno rilasciati in un’orbita SSO (Sun-synchronous orbit). Un’orbita eliosincrona con inclinazione tra i 95 e i 100 gradi rispetto al piano equatoriale (in questo caso l’inclinazione sarà di 97.5 gradi) ad un’altitudine di circa 500 km.
Continua il programma rideshare di Rocket Lab
Nel suo quinto volo del 2020, Rocket Lab porterà in orbita 9 microsatelliti per Planet Lab e 1 per la Canon Electronics. Il carico principale è costituito dai 9 microsatelliti della Planet Lab’s Inc, un’azienda privata americana che si occupa di immagini satellitari della terra. Il loro obbiettivo è quello di osservare quotidianamente l’intero pianeta per monitorarne eventuali cambiamenti dovuti a fattori climatici o antropici.
I 9 satelliti di ultima generazione, chiamati SuperDoves Flock 4e’, fanno parte della più grande costellazione di satelliti per “Earth-imaging”, utilizzati cioè il monitoraggio del pianeta. Ognuno di questi satelliti è dotato di un telescopio ad alta definizione e una fotocamera programmata per catturare diverse aree del globo. I dati poi vengono trasferiti a terra ogni volta che un satellite passa sopra una stazione di terra. Questo passaggio di dati avviene tramite una tecnica chiamata “line scan”, permettendo di avere continue immagini ad alta risoluzione.
I satelliti verranno rilasciati dal più leggero dispenser di CubeSat, il Maxwell di Rocket Lab. Grazie alla costellazione dei satelliti della Planet Lab si può fornire immagini del pianeta con copertura globale. In questo modo vengono rilevati i primi segnali di eventuali cambiamenti e prendere decisioni tempestive basandosi sui dati.
L’ultimo satellite è il CE-SAT-IIB della Canon Electronics Inc., fornito grazie alla collaborazione con la Spaceflight Inc., un’azienda che fornisce servizi di rideshare per satelliti e di organizzazione di missioni spaziali. Il CE-SAT-IIB è un satellite dimostrativo per mostrare le capacità tecniche dei microsatelliti. Questo è dotato di un telescopio di medie dimensioni equipaggiato con una fotocamera ad altissima sensibilità per acquisire immagini notturne della terra, ma anche di piccoli telescopi adatti all’utilizzo nei CubeSat.
I vantaggi dell’Earth-Imaging
L’Earth-imaging è una tecnica fondamentale per la salvaguardia del nostro pianeta, permettendoci di osservare in larga scala gli effetti dei recenti eventi climatici, ma può essere anche usata per scoprire e gestire meglio risorse e aree coltivabili, aiutando le popolazioni più in difficoltà a migliorare i raccolti, oppure contro le attività illegali.
Su queste immagini su basa il lavoro del California Forest Observatory (CFO), un nuovo sistema di monitoraggio forestale che mappa dinamicamente la struttura boschiva e quantifica il livello di combustibile per un eventuale incendio rappresentato dai singoli alberi.
Inoltre, uno studio condotto dai ricercatori della Global Fishing Watch, pubblicato su Science Advances a luglio 2020, mostra come i satelliti della Planet Lab siano stati utili nel rivelare “flotte oscure” di navi da pesca che non trasmettevano la loro posizione ai sistemi di monitoraggio. Grazie alle immagini quindi si è potuto scovare migliaia di navi durante gli anni che praticavano pesca illegale nei mari della Corea del Nord, Giappone e Russia.
I progressi di Rocket Lab
Per il quindicesimo lancio di Rocket Lab, non è ancora previsto il tentativo di recupero del primo stadio dell’Electron. Questo recupero avverrà in maniera differente rispetto agli atterraggi a cui ci ha abituato per SpaceX. Rocket Lab ha infatti intenzione di recuperare il suo primo stadio afferrandolo “al volo” con un elicottero dopo che il piccolo razzo avrà rallentato la sua discesa tramite l’apertura di alcuni paracadute. Peter Beck, fondatore di Rocket Lab, ha affermato che il primo tentativo di recupero sarà provato durante la missione 17. Beck ha anche specificato che i primi recuperi avverranno senza cattura al volo.
L’Electron effettuerà un leggero “splash-down” in acqua (la discesa avverrà ad una velocità di 10 m/s). Poi verrà tenuto a galla da dei galleggianti che si gonfieranno sul momento. Nel frattempo, l’azienda americana non ferma i suoi progressi. È quasi completo il nuovo pad di lancio nel Launch Complex 1 in Nuova Zelanda. Così Rocket Lab può contare in 3 siti di lancio da 2 paesi differenti, considerando anche il Launch Complex 2 in Virginia, in vista di un 2021 molto impegnativo.